La crisi climatica è così grave che anche l'Artico è diventato inquinante | Rolling Stone Italia
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La crisi climatica è così grave che anche l’Artico è diventato inquinante

L’ultimo report dell’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica descrive cosa sta succedendo nelle regioni più fredde del pianeta, e i risultati sono inquietanti

La crisi climatica è così grave che anche l’Artico è diventato inquinante

Foto: Tim Graham/Getty Images

Martedì la NOAA, l’Amministrazione Nazionale per gli Oceanie l’Atmosfera degli Stati Uniti, ha pubblicato il suo report 2019 sull’Artico. E i risultati non sono per niente positivi.

Il report descrive un ecosistema artico in rapida evoluzione per lo scioglimento dei ghiacci, un panorama più verde e – purtroppo – emissioni inquinanti paragonabili a quelle di uno stato di medie dimensioni. L’Artico potrebbe rilasciare fino a 600 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, arrivando a un livello di emissioni paragonabile a quello di Messico, Canada e Corea del Sud. Solo che mentre la CO2 emessa da questi paesi è il risultato dell’uso di combustibili fossili, le tonnellate che arrivano dall’Artico sono una conseguenza dello sciogliersi del permafrost.

Come dice la parola stessa, il permafrost dovrebbe rimanere sempre ghiacciato e non subire i normali cambiamenti stagionali delle temperature. Solo che per colpa del cambiamento climatico questo non avviene più: il report della NOAA rivela come le temperature continuino ad aumentare anche al polo, una regione che non è più ghiacciata come un tempo. Lo scorso agosto, per esempio, la temperatura superficiale del mare artico è arrivata a toccare ben 7 gradi oltre la media registrata tra il 1982 e il 2010. Un altro numero spaventoso: il dato relativo alla temperatura di superficie è il secondo più alto dal 1900.

Arctic Report Card 2019

Ma non è solo lo sciogliersi del permafrost a causare l’aumento delle temperature. Il report ha rilevato anche diverse altre cose: primo, che la calotta di ghiaccio della Groenlandia perde 267 miliardi di metri cubi di ghiaccio ogni anno; secondo, che quest’estate nell’Artico canadese sono stati registrati due dei cinque mesi con la minore quantità di neve degli ultimi 53 anni; terzo, che sempre quest’estate l’estensione del ghiaccio marino nella regione è stata la più bassa dal 1979, anno in cui si è iniziato a misurarla con i satelliti. Il dato relativo al periodo invernale, invece, è il secondo più basso, molto vicino al dato peggiore in assoluto che risale… beh, al 2018.

Questi cambiamenti minacciano in modo grave e diretto sia le comunità indigene dell’Artico che la fauna – ma anche tutto il resto del mondo. Il deterioramento della calotta glaciale della Groenlandia, inoltre, farà alzare il livello globale delle acque di 0,7 millimetri ogni anno, e le emissioni di CO2 stanno cuocendo il pianeta a una velocità tale da rendere presto l’intero processo irreversibile, a meno che non si prendano misure drammatiche.

La necessità di agire con urgenza è stata ribadita mercoledì scorso da Greta Thunberg, che ha parlato ai delegati delle Nazioni Unite al summit di Madrid. “I nostri leader non si comportano come se fossimo in emergenza”, ha detto l’attivista che è stata appena nominata Persona dell’anno da TIME. “Se vedete un bambino in mezzo a una strada trafficata, non vi girereste dall’altra parte perché osservarlo vi mette a disagio. Iniziereste tutti a correre per salvarlo. Ma senza quel senso d’urgenza non capiremo mai che stiamo affrontando una vera crisi globale”.

Alcuni governi stanno cercando di fare la loro parte. Mercoledì scorso la Commissione Europea ha annunciato i piani per il Green New Deal Europeo, un piano che dovrebbe trasformare l’economia del continente in senso ecologista. Nel frattempo però il presidente della seconda nazione al mondo per emissioni di CO2 – cioè gli Stati Uniti – è impegnato a demolire ogni sforzo per combattere il problema, e fa addirittura fatica a fingere che gli importi.

“Il cambiamento climatico è molto importante per me”, ha detto Trump a Londra la settimana scorsa. “Ho fatto molte dichiarazioni a favore dell’ambiente nella mia vita, e credo molto nell’acqua pulita, pulitissima, cristallina, e nell’aria pulita. È una parte importante del cambiamento climatico”.