Nick Cave conosce bene gli alti e i bassi dell’uso di sostanze stupefacenti. E ne parla liberamente. Lo ha fatto di recente su Red Hand Files, il sito che da poco più di un anno utilizza per dialogare col pubblico. Craig, da Leeds, Inghilterra, gli ha chiesto se, da sobrio, ha mai sentito le stesse sensazioni provate usando ‘adorabili sostanze’.
“Non sono sicuro di aver raggiunto gli stessi picchi da sobrio”, ha risposto Nick Cave, “ma di certo non ho raggiunto i livelli infimi a cui sono giunto assumendo quelle ‘adorabili sostanze’: sono stato malmenato nelle stazioni di polizia, sono stato reso disumano nelle cliniche di riabilitazione, ho fatto esperienze di quasi morte, ho avuto pensieri suicidi, sono passato da una overdose all’altra, ho perso ogni motivazione, ho avuto le ossa rotte, sono stato spennato, mi piaceva Charles Bukowski, ero incapace di provare piacere fisico e nei rapporti sociali, ho assunto la mentalità del gregge, ho avuto amici morti, relazioni sbagliate, ascessi, incidenti stradali, psicosi, ho letto lo Hobbit, sono stato vittima di malnutrizione e impotenza creativa, ho perso una quantità incredibile di tempo, cantavo male (ci sto ancora lavorando), parlavo male (sto lavorando anche su questo), ho avuto malattie potenzialmente letali, e non ho telefonato a mia madre nel giorno del suo compleanno”.