L’ultimo decennio ci ha insegnato che vince chi sa rivisitare il proprio passato deostruendolo e lanciandolo nel futuro. Lo abbiamo imparato dai collettivi dell’underground elettronico (NAAFI, NON Records, Bala Club per citarne solo alcuni) che fondono le proprie radici latine con un’accelerazione totale – pratica che è stata ripresa, negli ultimi anni, anche in territori più pop. Così nasce in Spagna la roboante Rosalía che ti sbatte in faccia il suo flamenco ipercontemporaneo cavalcando un quad, così nasce il neo-perreo, il lato ‘friki’ del reggaeton, dominato da ragazze che si riappropriano della propria sessualità in un genere in cui erano sempre state sessualizzate.
E in Italia? Mi sono sempre chiesta come mai il nostro vastissimo bagaglio di musica popolare facesse fatica a emergere nel pop. Oggi arriva lei. La Niña, non nuova su queste pagine, che nel suo video Salomè uscito da poche ore traccia la strada che la porterà – mi auguro – nel 2020 ad essere la nostra Rosalía. Napoli, città di vulcani, ha un sottosuolo misterioso e ricco, brulicante, che esce dalla bocca della Niña come un fuoco arabeggiante. Ovviamente io ne sono già follemente innamorata e non vedo l’ora di sentire le altre bombe a mano che ha in serbo per noi.