I Pearl Jam avranno anche pubblicato solo un album in questo decennio, Lightning Bolt del 2013, ma sono stati comunque parecchio attivi sulla scena. Hanno celebrato il loro 20esimo anniversario nel 2011 con il documentario diretto da Cameron Crowe Pearl Jam 20, hanno girato il mondo per celebrare questa tappa, sono entrati nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2017, il loro primo anno di ammissibilità, si sono riuniti con Chris Cornell (senza Eddie Vedder) per un tour dei Temple of the Dog e si stanno preparando per il loro atteso 11esimo album e per una serie di concerti europei la prossima estate.
Durante i momenti di pausa, il bassista Jeff Ament ha pubblicato due album da solista (While My Heart Beats del 2012 e Heaven / Hell del 2018), due dischi con il suo progetto secondario RNDM (Acts del 2012 e Ghost Riding del 2016) e ha suonato in diversi club di basso profilo con il gruppo, che comprende anche il cantante Joseph Arthur e il batterista Richard Stuverud.
Ament ha riflettuto sull’incredibile viaggio della band durante la celebrazione del loro ingresso nella Hall of Fame. “Essere qui con loro, che nel frattempo sono diventati alcuni dei miei migliori amici, fare musica, viaggiare per il mondo, sostenere cause e programmi insieme, fare un po’ la differenza, incontrare grandi artisti e menti creative in tutto il mondo”, ha detto. “È una vita fantastica”.
Il mio album preferito: Shields dei Grizzly Bear. Probabilmente la mia band preferita del decennio”.
La mia canzone preferita: “Mother degli Idles. ‘I modi migliori per fare paura a un Tory [conservatore] sono … leggere e diventare ricco’”.
L’artista più importante: “Mmm, chi ha scritto la musica migliore? Kendrick Lamar, Angel Olsen, Father John Misty, Tyler the Creator, St. Vincent, Ty Segall e Nick Cave hanno avuto tutti percorsi incredibili, ma penso che Jack White stia spaccando in questo momento; è una macchina”.
La cosa più assurda che mi è successa: “Sono ancora qui a fare musica con i miei fratelli… e ad assistere all’estinzione di massa”.
Il peggior trend musicale del decennio: “Uso eccessivo della ‘griglia digitale’, soprattutto dal vivo. La perfezione è sopravvalutata”.
La serie TV che non sono riuscito a smettere di guardare: “The Leftovers. Tom Perrotta ha scritto qualcosa di straordinario”.
Il miglior concerto: Nick Cave, Salt Lake City, 2017. Jonathan Richman e gli Idles si contendono il secondo posto.
Il miglior incontro con un altro artista: “Ho fatto un paio di dischi fantastici per gli RNDM con Joseph Arthur e Richard Stuverud. E poi Angel Olsen canta nel mio ultimo album”.
Il miglior libro che ho letto: “Grinnell: America’s Environmental Pioneer di John Taliaferro. The Overstory di Richard Powers. The Leftovers di Tom Perrotta”.
La cosa più interessante che ho fatto ma che nessuno ha notato: “Ho fatto un paio di dischi solisti :)”.
Il miglior outfit che ho indossato: “Tute arancioni con gli RNDM o niente abito per la cerimonia alla Hall of Fame”.
Il momento che rappresenta meglio il decennio: “Gli smartphone”.
La mia speranza per gli anni ’20: “Dobbiamo essere più empatici nei confronti di tutti gli esseri viventi. Gli smartphone ci hanno reso tutti degli stronzi narcisisti”.