“Nuovo video di Liam Gallagher con Cantona > reunion degli Oasis”. Leggo questo status scrollando nel feed di Facebook, che va a interrompere il flusso continuo di meme e/o notizie sul Coronavirus. Non sono esattamente d’accordo con il mio contatto per vari motivi, ma in effetti il video con King Eric nei panni di un re, servito nientemeno che da Our Kid nei panni del fedele maggiordomo, è sicuramente tanta roba. Un ottimo modo per festeggiare i 25 anni appena ricorsi dal famoso calcio rifilato al tifoso del Crystal Palace dopo essere stato espulso durante l’incontro di Premier League. Un ottimo modo per Liam Gallagher per accompagnare l’uscita di una raccolta di pezzi acustici, rilanciare la canzone più bella del suo ultimo album e confermarsi ancora sulla cresta dell’onda lunga del successo che sta riscuotendo il suo ritorno, da due anni e mezzo.
Oppure no, è fenomeno ormai minore, che interessa solo un po’ di nostalgici degli Oasis. Perché, tornando ai social, è questo il bello. Basta un clic “smetti di seguire”, “nascondi”, “rimuovi dagli amici” e nessuna notizia potrà mai fare abbastanza rumore, per chi non è interessato. Giuro che non è toccata questa sorte al contatto sopracitato, ma per chi non fosse interessato all’argomento Liam Gallagher nel 2020 forse da qui in poi non ha più senso andare avanti. Perché bisogna partire da questo presupposto: ha senso interessarsi al tema solo nei limiti del gioco nostalgico, altrimenti crolla tutto, al di fuori di questo recinto, è chiaro che il Liam Gallagher del 2020 non è e non sarà mai quello del ’95, tantomeno gli Oasis, meno che mai il loro impatto culturale (che non si misura in stadi riempiti, su quello potete scommetterci che se ne vedrebbero parecchi in caso di reunion).
Precisato questo, eccoci di fronte a una raccolta di brani editi, in versione acustica, con una copertina che già di per sé è nostalgica, visto che raffigura un disco, che nessuno compra più. L’atteggiamento è quello delle b-side, del bootleg che ai tempi d’oro degli Oasis avevano ancora il loro senso, per collezionisti e malati di rarità varie, anche perché al tempo non c’erano ore e ore di musica caricata gratuitamente su internet. Ed ecco il cortocircuito: che senso ha questa raccolta, se già c’era praticamente tutto su YouTube? Niente! Avete capito il gioco? Bene!