Ne hanno parlato un po’ tutti i magazine. Rory Steel, padre della piccola Ava, una bimba affetta da una grave disabilità, ha deciso di costruirle un controller affinché possa giocare ai suoi titoli preferiti. La notizia ha fatto il giro del mondo e noi abbiamo deciso di andare dritti alla fonte, intervistando Rory.
Da dove viene l’idea di un controller personalizzato per tua figlia?
Il primo spunto è nato quando a mia figlia è stato dato un joystick al posto di un mouse da usare col PC. L’approccio mi ha incuriosito, così ho cominciato a cercare informazioni su eventuali opzioni alternative da usare con le console.
Avevi già fatto qualcosa di simile in passato?
Anche se non in maniera specifica in relazione alla disabilità, mi è sempre piaciuto giocare con l’elettronica nel mio ruolo di insegnante. L’ultimo progetto divertente che ho realizzato è una pianta che si innaffia e raffredda da sola. Ah, twitta anche aggiornamenti sulla sua condizione in giro per il mondo!
Entrando un po’ più nel tecnico, come funziona il controller?
Utilizza il Microsoft Xbox Adaptive controller (XAC) come cervello operativo del dispositivo. Ci sono diverse porte per cuffie da 3.5mm sul retro, una per ciascun tasto presente su un controller. Io ho acquistato alcuni joystick e pulsanti, ho fatto un po’ di fori in una vecchia cassetta degli attrezzi e ho cablato ciascun pulsante a una porta per cuffie.
Microsoft sapeva che stavi modificando il loro adaptive controller? Nintendo conosceva la tua idea di un controller alterativo per Switch? Sono stati felici del risultato?
L’Inclusive Lead for Microsoft Devices Bryce Johnson (@brycej) ha mostrato interesse verso il mio lavoro subito dopo aver visto il progetto nella fase iniziale in un post su Twitter. Poi il capo di Xbox Pil Spencer (@XboxP3) ha ritwittato il prototipo finale e da lì la cosa è diventata virale. Microsoft mi ha contatto e ha mostrato il massimo supporto: il Microsoft Xbox Adaptive controller (XAC) è stato progettato per funzionare con diverse console e loro sono molto felici che venga usato a questo scopo.
Cosa significano i videogiochi per i tuoi figli?
Sono grandi fan di uno youtuber (@DanTDM) e Ava ha partecipato ad uno dei suoi eventi in un’arena. Il gaming, in generale, dà ai miei figli l’opportunità di essere coinvolti e parlare con i loro amici di un aspetto della vita che per gli altri è scontato.
Tua figlia Ava è diventata la protagonista della storia, ma anche tuo figlio Corban ha potuto utilizzare la tua invenzione e giocare finalmente con la Switch: pensi di costruire un secondo controller?
Lo sto già facendo. Ho in lavorazione una seconda versione e sto registrando ogni passaggio così che la gente da tutto il mondo possa partecipare. I video sono disponibili sul canale Youtube di mia figlia.
Dal video che hai postato vediamo Ava che si diverte con Zelda: Breath of the Wild. Lo conosceva già, vero? Ci giocavi per lei prima di assemblare il controller?
Ho comprato dei giochi Switch per Ava e Corban come Mario Kart perché si può semplicemente muovere il controller a sinistra o a destra per spostare le macchine ed è un approccio semplice per loro. Sono un videogiocatore di lungo corso e Zelda l’ho comprato per me. Ocarina of Time è il mio capitolo preferito della serie e non vedevo l’ora di giocare Breath of the Wild. Ho finito il gioco (sempre che si possa dire di averlo davvero finito), ma nel mentre Corban mi ha visto giocare e avrebbe voluto provarci anche lui. A quel punto dovevo trovare un modo per adattare il controller così che potessero giocarci anche i miei figli.
Qual è il loro gioco preferito e quale il prossimo che vogliono giocare?
Sono entrambi affascinati da Zelda e questo rende il videogiocatore dentro di me molto felice. Di recente è stato loro regalato un gioco de L’Era Glaciale per testarne l’accessibilità e quindi lo proveremo presto.
Cos’ha pensato quando hai visto i tuoi figli giocare ai videogiochi per la prima volta?
È stato parecchio commovente perché il videogioco ha ricoperto un ruolo moto importante nella mia vita, mi ha condotto alla carriera nel IT, fino al mio ruolo attuale di Head of Academy for Digital Jersey. Un lavoro che trovo entusiasmante e che mi consente di giocare con la tecnologia proprio come facevo a 10 anni.