Il primo week end di febbraio sarà ricordato a lungo dagli appassionati di calcio milanesi. Non solo dai tifosi di Milan e Inter, protagoniste di una stracittadina a dir poco emozionante, ma anche dagli appassionati di eSport. Il capoluogo lombardo è stato infatti teatro delle Fifa eWorld Cup Finals, evento di portata mondiale che ha visto affrontarsi alcuni dei migliori pro dell’intero panorama di FIFA 20. Tra giocate di classe, gol spettacolari e qualche raro gollonzo, abbiamo assistito a incontri che non hanno lesinato sorprese, gioie e dolori.
Che il torneo abbia inizio
Le eWorld Cup Finals sono state l’atto finale di un torneo ricco e strutturato, che ha visto ai nastri di partenza quasi duecento squadre. Una lunga serie di eventi di qualificazione ha scremato il numero di compagini partecipanti fino a giungere alle ventiquattro che si sono sfidate a Milano in un mini torneo suddiviso in due differenti fasi. Nella prima, le contendenti sono state inserite in quattro gruppi da sei con gironi all’italiana. Scontri diretti con tutte le avversarie, con due sfide uno contro uno (PlayStation 4 e Xbox One) a cui si è affiancato il due contro due, modalità di gioco non utilizzata di frequenza a livello competitivo. Un totale di quindici partite, con l’assegnazione dei canonici tre punti in caso di vittoria e del singolo punto in caso di pareggio, che ha decretato le sedici formazioni promosse alla seconda fase, quella a eliminazione diretta. Ottavi, quarti, semifinale e finale hanno utilizzato una formula leggermente differente, con un incontro singolo e uno in coppia a determinare il passaggio del turno. Solamente in caso di parità al termine delle due partite era previsto un terzo incontro “di spareggio”, che si sarebbe potuto protrarre fino ai supplementare e ai calci di rigore. Un’eventualità che, come vedremo in seguito, si è verifica addirittura in finale, a testimoniare l’equilibrio che ha permeato buona parte della competizione. Le squadre qualificate, provenienti da ogni parte del mondo, univano team “indipendenti” e da formazioni direttamente legate a società calcistiche. Un mix ricchissimo, in cui la voglia di dimostrarsi i migliori al mondo era affiancata dalla prospettiva di portarsi a casa un cospicuo premio in denaro. Un montepremi totale di 100.000$ (dai 500$ degli eliminati ai gironi fino ai 40.000$ dei vincitori) ha aggiunto ulteriore pepe alla competizione. Perché, se è vero che vittoria fa rima con gloria, anche un assegno con qualche zero è un incentivo interessante.
Chi ha fatto palo?
Tutte gli incontri, dalla prima partita dei gironi eliminatori fino all’ultimo incontro di finale sono stati accomunati da una caratteristica. La qualità. Il livello di gioco medio espresso dai pro player delle ventiquattro squadre qualificate è stato alto, molto alto. È stato un vero spettacolo da guardare, sia per chi aspira al professionismo che per i semplici appassionati desiderosi di seguire incontri giocati al massimo livello. Partita dopo partita abbiamo assistito a grandi performance difensive, che hanno confermato come quest’anno non sia per nulla facile segnare nel titolo di EA. Ma abbiamo assistito anche a giocate geniali giocate offensive, con schemi studiati e perfezionati con ore di allenamento, dribbling e conclusioni che si sono insaccate all’incrocio dei pali. Abbiamo avuto tante conferme, ma anche qualche clamorosa sorpresa. La più roboante è stata sicuramente l’uscita di scena del Team Qlash già nella fase a gironi, con soli undici punti all’attivo. La squadra italiana composta da Diego “QLASH_Crazy” Campagnoni e da Ivan “DrNightWatch” Churov, tra le favorite della vigilia, non è riuscita a ottenere i risultati sperati e ha dovuto abbandonare la competizione ancor prima di giungere alla fase a eliminazione diretta. Migliori le performance delle altre due compagini italiane presenti. Sfortunata, ma di buon livello la prestazione dei Mkers. Daniele “Prinsipe” Paolucci e Matteo “Riberaribell” Ribera sono stati sconfitti agli ottavi di finale dai futuri campioni, dopo una fase a gironi che li ha visti passare dal secondo al quarto posto in classifica nel breve volgere di qualche secondo. Un gol subito a pochi minuti dal termine dell’ultimo incontro, due punti persi e la conferma di come a volte possano essere i piccoli particolari a fare la differenza. La AS Roma Esports è stata protagonista di un torneo di altissimo livello, concluso solamente in semifinale contro i Complexity. Un pareggio a reti inviolate in cui i giallorossi avrebbero meritato miglior sorte (rigore parato nelle fasi finali) e una sconfitta di misura nel due contro due hanno decretato la fine delle speranze di un trionfo per Damian “Roma_Damie” Augustyniak e Miguel “TheSpiderKong” Bilhar. Spettacolare anche la seconda semifinale, che non ha lesinato emozioni. Gli Ellevens sono riusciti a recuperare da una situazione di svantaggio grazie a una prestazione eccellente sia di coppia che singola. Particolarmente brillante Pedro “PResende7” Resende, che ha sconfitto Donovan “Tekkz” Hunt (uno degli indiscussi fenomeni del settore) nella terza e decisiva partita. La finalissima, come abbiamo già scritto, è stata decisa sul filo di lana. Una partita che ha visto Resende spingere sul pedale dell’acceleratore per 120 minuti, ma che ha messo in mostra una difesa di Max “MaXe_vip” Popov al limite della perfezione. La lotteria dei rigori, tra (pochi) gol e (tante) parate, ha premiato i Complexity. Un successo meritato, che ha permesso ai due componenti del team di conquistare anche 2.000 Global Series nella Road to the FIFA eWorld Cup 2020.
Un successo da ripetere
L’evoluzione di una scena ancora tutto sommato giovane, come deve essere considerata quella degli eSport in Italia, passa anche dalla realizzazione di eventi importanti. E la tre giorni di eWorld Cup Finals di Milano, forte anche dell’organizzazione FIFA, rientra a pieno diritto in questa categoria. Lo Spazio Antologico degli EastEnd Studios è stato trasformato in una vera e propria arena, con un buon apparato scenico davanti alle telecamere e una struttura funzionale in ogni sua componente. Nulla è stato lasciato al caso, in un evento che ha puntato molto sull’aspetto “televisivo” e sulla produzione di contenuti trasmessi in diretta streaming su Twitch e Youtube. In quest’ottica deve essere vista anche la scelta di non offrire la possibilità di seguire lo spettacolo live, con accesso libero al pubblico. Un peccato, perché la creazione di un’area dedicata agli spettatori avrebbe contribuito a creare quell’atmosfera “da stadio” che avrebbe reso ancora più intenso il clima partita. Pur con questa piccola sottolineatura, è impossibile non considerare le eWorld Cup Finals un vero e proprio successo. Un traguardo raggiunto, ma anche un punto di partenza da cui spingere ulteriormente su un mondo, quello degli eSport, che si dimostra giorno dopo giorno in costante evoluzione e crescita.