I legami segreti di CasaPound con suprematisti bianchi, neonazisti e negazionisti | Rolling Stone Italia
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I legami segreti di CasaPound con suprematisti bianchi, neonazisti e negazionisti

Abbiamo analizzato i flussi social del movimento fondato da Gianluca Iannone che, per avere credibilità come gruppo che non promuove "l'odio organizzato", dovrebbe cambiare amici

I legami segreti di CasaPound con suprematisti bianchi, neonazisti e negazionisti

Foto: Getty Images

«Primo: me sfilo la cinta. Due: inizia la danza. Tre: prendo bene la mira. Quattro: cinghiamattanza».

A “cantare” è il Papa. A ballare tra la folla sulle note della hit degli ZetaZeroAlfa, il gruppo rock di Gianluca Iannone, fondatore di CasaPound, un gruppetto di militanti di estrema destra scandinavi appartenenti al Nordic Resistance Movement che Max Rose, capo della commissione antiterrorismo USA, e altri 39 deputati, ha chiesto al Dipartimento di Stato di di inserire nella lista dei gruppi terroristici.

Chiudete gli occhi e immaginate la scena. Surreale vero? Eppure è quello che può fare quel mix che sa essere diabolico tra mondo virtuale e mondo reale.

Ma se la prima scena, il Papa che “canta” Cinghiamattanza, altro non è che un meme diventato virale tra gli estremisti dopo la scena del Santo Padre che schiaffeggia la mano di una fedele un po’ troppo espansiva durante la notte di Capodanno in Piazza San Pietro, la seconda scena, i militanti di estrema destra scandinavi che ballano sulle note degli ZetaZeroAlfa, é tutt’altro che virtuale.

ZETAZEROALFA - Cinghiamattanza (Official Video)

“Danish activists visit CasaPound”, titola un articolo pubblicato sul sito ufficiale del Nordic Resistance Movement, il movimento di stampo neonazista guidato da Simon Lindberg, presente in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca. Al centro, il racconto della visita da parte di una delegazione danese ai “camerati italiani”, come vengono più volte chiamati nell’articolo, di CasaPound. Un viaggio per ricambiare il favore, dopo che, nel 2018, “sono stati gli attivisti di CasaPound” ad andare in Danimarca anche se già nel gennaio 2019 una delegazione danese si era recata a Roma per l’anniversario di Acca Larentia. I fondi per viaggiare certo non mancano, visto che il loro account di bitcoin ha ricevuto qualcosa come 550 mila dollari di donazioni anonime, cifra calcolata al cambio di oggi (circa 8000 euro Bitcoin).

Una cosa salta all’occhio: mentre della visita della delegazione danese a Roma c’è una cronaca accurata con tanto di video ricordo sul sito ufficiale del Nordic Resistance Movement, sui canali social o sul sito di CasaPound non c’è traccia di questa giornata. E non c’è traccia di questo incontro nemmeno sulle pagine web del Primato Nazionale, organo ufficiale di CasaPound.
Intanto sul Nordic Resistance Movement, che in Svezia è un partito politico a tutti gli effetti, tanto da essersi candidato alle elezioni 2018 dove ha raccolto appena lo 0,3% dei consensi, si sono concentrate le attenzioni dei regolatori Usa. Ne è un esempio l’atto è del 4 novembre scorso e ha come primo firmatario il congressista democratico Max Rose, a capo della commissione “Intelligence e Antiterrorismo”. Come si evince, non sono propriamente dei chierichetti questi camerati del Nordic Resistance Movement danese, che recentemente sono finiti sui maggiori organi di informazione per aver profanato, lo scorso 9 novembre, il cimitero Ostre Kirkegard nella cittadina di Randers nell’81esimo anniversario della “Notte dei cristalli”.

A differenza di CasaPound, di loro non c’è traccia su Facebook, ma sono assolutamente in prima linea a difendere la causa suprematista su Vkontakte, il maggior social network della Russia, dove hanno trovato asilo decine di neofascisti bannati da Menlo Park. E il caso vuole che tra i seguaci del Nordic Resistance Movement su Vkontakte ci siano diversi italiani: scandagliando l’account ufficiale del movimento di estrema destra danese ho trovato alcuni profili, diciamo così, pittoreschi. Si va dal candidato sindaco di Siena alle ultime elezioni comunali, Sergio Fucito, ex generale della Brigata Folgore, a chi attende trepidante il suicidio di George Soros o ritiene che sia in corso un vero e proprio “genocidio bianco” e aspetta il ritorno del Führer, che si sa, si trova in quella solita isoletta felice insieme a Elvis, Jimi e tutti gli altri.

E ancora: semplici militanti di CasaPound – e del Nordic Resistance Movement – con una preoccupante passione per le armi. Tra le fila del gruppo estremista svedese va ricordato in particolare un militante che nell’agosto 2018 è stato arrestato per aver pianificato degli attentati contro due giornalisti con un’arma alquanto curiosa e sicuramente ingegnosa: una valigetta con, all’interno, un meccanismo per attivare una pistola.

Foto via Aftonbladet

Dalle “valigie pistola” arriviamo anche alle “fashion blogger” della destra italiana più estrema con tanto di e-commerce per acquistare creazioni artigianali di stampo nazista. Guardare per credere.

Niente di “strano” però, considerando che CasaPound è inserita (e non si è mai dissociata) nella famosa rete Pro-white.net, una sorta di “Pagine gialle” mondiale dei suprematisti bianchi dove istigazione all’odio, apologia di fascismo e nazismo sono all’ordine del giorno. Attraverso forum o collegamenti a chat, Pro-white.net permette agli utenti di incontrarsi e organizzarsi con l’obiettivo di dare o ridare vita a gruppi che la storia, e le costituzioni, hanno messo fuori legge.

Al fianco del gruppo fondato da Gianluca Iannone troviamo realtà più conosciute in Italia come Voxnews, sito di informazione sovranista noto per le sue fake news soprattutto in tema di immigrazione, fino ad arrivare a portali nazisti, suprematisti bianchi, negazionisti. E ancora: c’è anche chi invita a studiare “The greatest story never told”, cioè la storia di Adolf Hitler vista dalla parte dei carnefici e che ha al suo interno una sorta di “Amazon nazista” con tutto il materiale necessario per formarsi da buon suprematista bianco.

Con CasaPound c’è anche Stormfront

Con CasaPound c’è anche l’americano Stormfront, considerato come il più grande sito di incitamento all’odio presente in Internet e diventato il portale di riferimento dell’ex-leader del Ku Klux Klan, Don Black. Stormfront in Italia è stato chiuso, e i suoi “amministratori” – una ventina in tutto – sono attualmente sotto processo a Roma con accuse che vanno, a seconda delle posizioni, da incitamento all’odio razziale a minacce fino alla violazione della legge Mancino. In particolare gli imputati, per i quali sono state chieste condanne da un anno e due mesi a quattro anni, avrebbero pubblicato sulla sezione italiana del forum post contro immigrati, ebrei e responsabili istituzionali. Fra le parti offese spiccano lo scrittore Roberto Saviano e l’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini.

Domanda: se CasaPound sostiene di “non fare odio organizzato” perché non si adopera per farsi cancellare dalla lista dei siti presenti nella rete di Pro-White? Forse perché da Pro-white, negli ultimi 3 mesi, è arrivato il 10% del traffico totale del sito di CasaPound?

Ci sarebbe poi da chiedersi anche come sia possibile che, nello stesso arco di tempo, i lettori statunitensi di Pro-White siano stati il 43% del totale mentre gli italiani siano stati addirittura il 56%.

Altro elemento da considerare: l’utilizzo che i “tecnici” della ultra destra fanno della tecnica del layering, conosciuta come stratificazione dei contenuti, di cui l’ultra destra è sempre stata pioniera, e che nel tempo ha creato una vera e propria galassia di tanti piccoli blog in cui posizionare materiale di propaganda, senza rischiare così di avere la pagina principale bloccata. In questo campo CasaPound sembra trovarsi particolarmente a proprio agio: una parte del traffico per migliorare il posizionamento della pagina sui motori di ricerca proviene da 292 backlink posizionati in Svezia relativi a varie pagine che – come potete vedere nel video – fanno riferimento a un’unica “casamadre”, theglobe, dove si può acquistare il numero di pagine da includere, che verrà pompata sui vari motori di ricerca per appena 36 dollari l’anno. Un trucco di Seo che serve a migliorare le performance di un sito. A questi blog si aggiungono tutta una serie di backlink che arrivano invece da siti come whitegenocide o da hitlerilducevive.blogspot.com.

Mentre la battaglia legale tra CasaPound e Facebook è destinata a continuare nelle aule del Tribunale di Roma, dopo il ricorso del social network contro l’ordinanza che ha ordinato “l’immediata riattivazione della pagina dell’associazione di promozione sociale” di via Napoleone III, la domanda da porre è se la questione “fascisti del terzo millennio” può essere relegata al semplice dibattito se possano o meno avere una pagina ufficiale sul più importante social network del mondo. Perché basta navigare in rete per rendersi conto che la questione è molto più complicata e, soprattutto, esce quotidianamente dal virtuale per entrare nel mondo reale.

Il traffico verso Casapound.org dai social network: qui capiamo perché Facebook è così importante per i “fascisti del terzo millennio”

Le reti che hanno creato questi gruppi in tutta Europa sono veramente preoccupanti: si parla, come abbiamo visto poco sopra, di esponenti di movimenti politici accusati di terrorismo o addirittura di foreign fighters sul fronte del Donbass.

Già nel 2018 a Bruxelles l’Europarlamento chiese espressamente di mettere al bando i gruppi neonazisti in Europa, mentre lo scorso 5 febbraio il direttore dell’Fbi, Christopher Wray, durante un’audizione all’House Judiciary Committee, ha spiegato che i gruppi nazionalisti bianchi e neonazisti sono da considerare, in quanto a minaccia terroristica, “al pari dell’Isis”.

Gli episodi delle ultime settimane in Italia fanno chiaramente intendere che gli atti di razzismo e antisemitismo sono sfuggiti di mano agli organi competenti. Molto è dovuto alla mancanza di controllo delle attività di propaganda web anche da parte dei principali social network e multinazionali del web. Da qui la domanda: l’Italia prenderà in seria considerazione la minaccia terroristica proveniente dai gruppi di estrema destra?

Estate 2016. La visita di Nazar Kravchenko (il secondo da destra), allora capo degli degli “Azov Civil Corps“, alla sede milanese di Casapound.