Non tutti sanno che nel 1992, prima dell’uscita del Nintendo 64 e della prima PlayStation, Nintendo e Sony collaborarono per produrre una console casalinga pensata per sfruttare il neonato formato CD-ROM. Il progetto non andò mai in porto, e invece di allearsi le due aziende giapponesi si ritrovarono di lì a poco a combattere la loro prima guerra commerciale; lo fecero in maniera talmente agguerrita che per lungo tempo la stessa idea dell’esistenza di un prototipo della “Nintendo PlayStation” sembrava poco più una leggenda metropolitana. Solo pochi giorni fa, invece, un’esemplare di questa preziosissima macchina (l’ultimo, a quanto pare, dei 200 che ne furono prodotti) è stato battuto all’asta online per 360.000 dollari.
Il proprietario originale, tale Terry Diebold, racconta di aver acquistato la console nel 2009 per meno di cento dollari in un’asta giudiziaria dei beni della Advanta Corporation. La compagnia era stata fondata anni prima da un ex manager di Sony di nome Olaf Olafsson (riscopertosi poi scrittore di un certo successo), che a quanto pare era rimasto in possesso di uno dei prototipi della Nintendo PlayStation.
Oggi il preziosissimo oggetto è entrato di diritto nella collezione di Greg McLemore, un imprenditore californiano con la passione per i videogiochi, nonché fondatore dell’enciclopedia online “The International Arcade Museum”. McLemore ha dichiarato a Forbes che non ha intenzione di tenere il prototipo solo per sé, ma sarà il pezzo d’onore di un museo permanente che sta allestendo a partire dalla sua enorme collezione, che include oltre 800 coin-op e svariati altri cimeli.
D’altra parte, grazie alla cifra di vendita raggiunta all’asta, la Nintendo PlayStation ha ora un altro primato: quello di essere il singolo oggetto più costoso nella storia dei videogiochi.