C’è un enorme network italiano di revenge porn su Telegram, composto da 21 canali con un totale di 43mila iscritti e 30mila messaggi ogni giorno. Contiene video e foto privati, diffusi senza il consenso delle persone che vi compaiono, a cui gli utenti dedicano “tributi” – come chiamano l’atto di masturbarsi sulla foto di una persona.
Ma non solo: ci sono anche numeri di telefono e profili social delle vittime, richieste di “rendere la vita impossibile” alle ex fidanzate diffondendo le loro foto private, pedopornografia scambiata in privato.
Di chat e gruppi simili su Telegram dedicati allo scambio di revenge porn si parla da tempo, almeno da un’indagine di WIRED dell’anno scorso. Vengono continuamente bannati dal social e rinascono periodicamente, per cui quando vengono aperti hanno già un messaggio fissato che rimanda al “gruppo di riserva”.
A far emergere quest’ultimo caso – il nuovo gruppo sembra essere comparso intorno al 19 gennaio – è stata una ragazza che è venuta a conoscenza del fenomeno e l’ha denunciato pubblicamente su Twitter.
Buonasera @poliziadistato , volevo segnalarvi questo ENORME problema. In questo gruppo su telegram vengono mandate foto di ragazzine minorenni e PRIVATE, oltre a del materiale pedopornografico (e non) dopo sussegue anche una violenza verbale e psicologica.
Per favore, aiutateci. pic.twitter.com/yxQY0eLAWZ— gio⁎✮ (@adorevcherry) April 2, 2020
“Il gruppo è stato segnalato privatamente da una delle vittime, che ne ha scoperto l’esistenza dopo essere stata molestata con messaggi privati su Instagram”, spiega a Rolling Stone Simone Fontana, giornalista che ha setacciato questi gruppi e canali Telegram per un’inchiesta uscita su WIRED.
“Lo abbiamo tenuto d’occhio per oltre un mese, periodo nel quale l’utenza è raddoppiata, arrivando ai quasi 50mila membri attuali. Dentro ci trovi tutto quello che pensi di trovare in un gruppo del genere, ma anche molto, molto altro”.
Secondo Fontana, tra gli utenti ci sono molti adolescenti ma anche molti adulti. Per la maggior parte usano nickname e sono attenti alla privacy, ma ci sono anche uomini con nome, cognome e foto reale. E ci sono anche padri di famiglia.
“Ci sono padri di famiglia che espongono foto delle figlie dopo avergli sottratto il telefono, persone che esortano il gruppo a perseguitare ex ragazze e un rito di comunità che consiste nel masturbarsi su foto rubate e inviare prove dell’atto.”