Nel momento in cui la nostra chiamata intercontinentale copre la distanza tra Italia e Australia, Dance Monkey, il singolo di Tones and I, ha superato il miliardo e trecento milioni di ascolti su Spotify e le 800 milioni di views su YouTube. Un risultato incredibile, in particolar modo per una ragazza di 19 anni al suo secondo singolo. Sempre con Dance Monkey, Tones and I è diventata la prima donna in otto anni a raggiungere il quarto posto della Hot 100 di Billboard, mentre in Italia è già triplo disco di platino. Numeri da capogiro, come il fuso orario di questa chiamata.
Ciao Toni, come stai? Sei in quarantena anche tu? Come la stai trascorrendo?
Ciao! Sì, sono in Australia adesso, anche qui in lockdown. Sto bene, seguo le regole e cerco di esser felice mentre aspetto di poter tornare a suonare live. Sto scrivendo musica che è la cosa che preferisco fare. Il mio tour, come puoi immaginare, è stato posticipato, quindi cerco di ottenere il meglio da questa situazione finendo di scrivere il mio primo album.
Ci racconti cosa c’è stato prima di Dance Monkey?
Ho lavorato tantissimo in questi anni, sotto la superficie. Ho fatto la busker per qualche anno, suonavo musica per strada tutti i giorni per mantenermi. Suonavo principalmente canzoni mie inedite e qualche cover tipo Hey Ya! degli Outkast e qualcosa dei Disclosure. Ma ho sempre preferito suonare canzoni originali. Il mio primo singolo Johnny Run Away è andato diretto in classifica qui in Australia e il mio secondo, Dance Monkey, è diventato numero 1 nel mondo.
A chi ti ispiri?
Da piccola ero innamorata di Christina Aguilera per la sua voce incredibile. La amo ancora, certo, ma la mia più grande ispirazione, il mio artista preferito al mondo è Macklemore per le emozioni che porta con le sue parole.
Come scrivi le tue canzoni?
Mi piace partire da loop su cui scrivere strofa o ritornello. Da quel punto, quando ho accordi, arrangiamento e melodia, costruisco il resto della canzone. Così è successo per Johnny Run Away come per Dance Monkey e Never Seen the Rain. Poi mi focalizzo su dove voglio la batteria, su che ritmo dare al beat. Scrivo tutte le mie canzoni e ne seguo anche la produzione.
Come nasce Dance Monkey e perché pensi sia diventato un successo mondiale?
È una canzone che ho scritto per i miei amici, per aver un brano su cui ballare. Non ho mai pensato potesse essere amata in tutto il mondo. Avevo solo voglia di fare una canzone divertente. Penso che abbia funzionato per il drop e per la mia voce. Non ho mai pensato che la mia voce fosse unica, o weird, ma il pubblico ha iniziato a dirmelo e ho capito che era percepita come qualcosa di differente. Ho scritto Dance Monkey nell’ottobre 2018, ero frustrata per come ero stata trattata durante una performance in un ostello a Byron Bay in cui un pubblico un po’ troppo ubriaco voleva che continuassi a suonare a comando (se nel brano sostituite dance con sing, capite a cosa si riferisce, nda).
Ti ricordi il momento in cui hai capito che era diventato un successo internazionale?
Sì, un’amica mi ha mostrato un video dove chiedeva a Siri quale fosse la canzone numero 1 al mondo in quel momento e Siri le rispondeva Dance Monkey.
Il videoclip è molto buffo. Di chi è l’idea?
È un’idea che ho da sempre e finalmente avevo l’occasione per realizzarla. Ancora prima di scrivere la canzone pensavo di voler fare un video in cui ero travestita da signore anziano che va su un campo da golf a fare casino. Penso che dica molto di me, volevo fare qualcosa di divertente. Ora è parte integrante della canzone.
Nello scrivere le nuove canzoni hai sentito la pressione di questo successo?
All’inizio ho sentito un po’ di pressione, sì. Dance Monkey ha battuto un sacco di record nel mondo, cose che nessuna canzone era riuscita a far prima. Quindi non voglio passare la vita a tentare di rifare la stessa canzone per ricercare di batterli di nuovo. Non ho mai lavorato pensando devo far questo perché so che piacerà agli altri, la mia musica deve suonare come voglio le mie canzoni suonino. Devo solo continuare a fare quella di cui sono capace, è così che funziona per me.
Qual è la canzone preferita che hai scritto finora?
Amo Never Seen the Rain e Can’t Be Happy All The Time. Dance Monkey non è mai stata la mia preferita, mai.
Che ricordi hai del tuo periodo da busker?
Positivo e bellissimo. Ti senti veramente libera e felice. Era fantastico. Le persone pensano che il busking sia stata la parte più dura della mia carriera, ma io ho solo ricordi stupendi. Il busking mi ha insegnato a suonare dal vivo e interagire con il pubblico, mi ha preparata per i concerti e i festival. Ho fatto il percorso contrario rispetto a quegli artisti che scrivono le prime cose in cameretta e hanno poi difficoltà a relazionarsi con la sfera live. Ho fatto busking per tre anni e ho pubblicato musica solamente quando ero pronta a farlo. E per me è stata la situazione ideale: volevo arrivare preparata a questo momento. Se fossi un’artista che ha pubblicato un brano online di successo e non sa come stare sul palco, ecco, quello mi avrebbe spaventato.
Cosa dobbiamo aspettarci da Tones and I ora?
In questo momento penso sia importante per me rimanere connessa al mio pubblico attraverso i social. Aggiornarli sullo stato delle cose, fargli sapere che nonostante tutto sto lavorando sodo per il futuro. Mi sto focalizzando sul finire il disco che uscirà entro agosto. Questo è il mio prossimo traguardo.