Dato che me lo chiedete in tantissimi (cit.), listone di alcune delle cose nuove viste in quarantena (so far).
Tiger King (Netflix)
Già sapete, non mi dilungo oltre, anche se vorrei parlare solo di questo – se invece non sapete, andate qui.
Emma. (Chili)
È Jane Austen, sì, ma tutto nuovo, intelligente, visivamente splendido, insomma una delizia, anzi di più, e soprattutto un balsamo per questi tempi bui.
The Hunt (Chili)
Satira horror assurda e con molti difetti diciamo ideologici, ma mi sono molto divertito. Poi c’è Betty Gilpin di GLOW, che è fantastica.
Tales from the Loop (Amazon Prime Video)
Dal libro di illustrazioni (così ho capito) di uno svedese (così ho capito), una serie sci-fi umanistica e panica da perfetta decrescita felice. Alcune puntate sono magnifiche (la ragazzina che ferma il tempo, il nonno Jonathan Pryce con le lucciole, il finale diretto da Jodie Foster che tira le fila), altre più sbilanciate. Nel complesso è bella, solo molto lunga, con una musica di Philip Glass ossessionante e un ritmo che alla fine ti vuoi rivedere tutti i Fast & Furious di seguito, ma va bene così. (Qui la recensione).
Unorthodox (Netflix)
Pure di questo ho già detto in giro, e soprattutto ho detto della magnificenza della protagonista Shira Haas. Genere film dossier, fatto bene. (Ne abbiamo scritto qui).
One Child Nation (Amazon Prime Video)
Documentario sulla follia cinese della politica del figlio unico, cioè sulla carta manco sarebbe stata così folle, se non si fossero messi ad ammazzare i neonati (spoiler!). Tosto, figo.
Il buco (Netflix)
Una tamarrata spagnola che però funziona, pure su questo c’è una cosetta a questo link.
L’uomo invisibile (Chili)
H.G. Wells al tempo del MeToo. Trovo divertente la chiave, al solito superba Elisabeth Moss, ma mi pare grandemente sopravvalutato. (Qui la recensione).
Buttiamo giù l’uomo (Amazon Prime Video)
Titolo italiano demente, perché l’originale – Blow the Man Down – è un canto di pescatori. Altro noir nell’era del matriarcato, caruccio, con bravissime attrici (un monumento a Margo Martindale), ambientazione New England precisa. Il giallo s’ingarbuglia inutilmente, o forse ero io che ero distratto a scrollare Instagram.
Lost Girls (Netflix)
Un filmetto un po’ così, genere cronaca vera, per una serata senza pretese, Amy Ryan sempre molto brava, ma più di lei la ragazzina di Jojo Rabbit, Thomasin Vattelappesca. E poi c’è Lola Kirke, che è sempre un buon motivo per guardare qualsiasi cosa.
Servant (Apple TV+)
Serie tutta ambientata in una casa sinistra, che già di questi tempi ci sta, ma soprattutto diretta (in parte) da M. Night Shyamalan, che hitchcockeggia tra deliri di maternità ed esperimenti gourmet (in effetti l’anguilla si potrebbe fare, in una di queste sere di isolamento). A me Shyamalan alla fine sta sempre simpatico, quindi perché no.
Dov’è la tua casa (Netflix)
Io i film spagnoli Netflix li vedo quasi tutti. Voi non fatelo. Questo è oltre la zarraggine consentita pure agli spagnoli.
Self-Made – La vita di Madam C.J. Walker (Netflix)
Una zozzeria, a parte la stupenda Octavia Spencer. Solo per lei sono arrivato fino in fondo.
Il sommelier (Netflix)
Vi dirò. Solita storia di riscatto afro, sempre per quelle serate senza pretese (ne abbiamo tante). Tenerissimi gli americani che imparano a leggere le etichette dei vini e si gasano.
Little America (Apple TV+)
Serie antologica (si dice così) molto acclamata, creata da Kumail Nanjiani e Emily V. Gordon di The Big Sick, che peccano di quella stessa carineria del film precedente. Storielle di migranti o New Americans tutti bravi e buoni e in fin dei conti antipaticissimi, troppo a tesi ma indubbiamente ben girate, insomma si lascia guarda, poi però pensi: vincerà Trump di nuovo, per forza.
Eighth Grade – Terza media (Netflix)
Questo l’avevo visto tempo fa, ma è arrivato su Netflix solo ora. È un teen movie che non è un teen movie, piuttosto adorabile, vedetelo sempre in una di quelle serate lì. (Qui la recensione).
The Plot Against America (HBO, da noi prossimamente su Sky)
Tratta da uno dei tanti romanzi di Philip Roth che mi sconvolsero a quell’età (qual era?), ne riparlerò, ora sospendo il giudizio. Vi basti sapere che c’è Winona.