Final Fantasy VII Remake è il Final Fantasy che ci meritiamo | Rolling Stone Italia
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Final Fantasy VII Remake è il Final Fantasy che ci meritiamo

Il gioco di ruolo giapponese più importante di sempre è tornato, e ha tutta l’intenzione di riscrivere la storia

Il Final Fantasy VII originale era pieno di inquadrature e scene che si sono impresse a fuoco nei ricordi di tutti i giocatori dell’epoca. Nel remake sono riproposte con un impatto visivo che toglie il fiato.

Quando Square Enix annunciò il remake di Final Fantasy VII, nell’ormai lontano 2015, nessuno sapeva bene cosa aspettarsi. L’ambizione di creare una trasposizione fedele agli standard odierni, ma che non tradisse lo spirito del gioco del 1997, sembrava semplicemente fuori scala. Oggi che abbiamo finalmente potuto percorrere questo primo capitolo del progetto, ci rendiamo conto che l’azienda giapponese non ha timore di confrontarsi con la sua eredità più importante, anche a costo di adottare scelte produttive che non vanno a genio proprio a tutti. Final Fantasy VII Remake infatti, nonostante il titolo, rappresenta solo la prima parte del gioco originale e comprende l’arco narrativo che si svolgeva all’interno della futuristica città di Midgar.

Tutte le ambientazioni originali sono state ampliate e ora offrono diverse sorprese in più da scoprire.

La vera protagonista del gioco

L’incipit della storia è abbastanza famoso: l’ex membro del corpo militare d’élite dei “Soldier”, Cloud Strife, viene arruolato da una banda di terroristi per far saltare in aria un impianto industriale della Shinra Corporation. I dirigenti senza scrupoli della società sono colpevoli della progressiva distruzione del pianeta, del quale continuano a depredare le risorse (qui rappresentate da una forma di energia vitale che lo percorre denominata “Mako”) per i suoi fini economici e bellici.
La scena si svolge a Midgar, una mastodontica città del futuro dove la divisione tra classi si articola fisicamente in livelli abitativi distinti: i più poveri marciscono negli slum dei bassifondi, mentre i ricchi li sovrastano dall’alto della piattaforma circolare costruita sopra di essi. Nelle prime sei ore del gioco originale, Midgar è la vera protagonista di Final Fantasy VII, in grado di rubare la scena anche agli importantissimi personaggi che la popolano.
Partiamo quindi dal dire che il merito più grande di questo remake è quello di averci restituito una città più credibile che mai, con quel fascino che solo una metropoli distopica piena di rottami, luci al neon e discariche a cielo aperto riesce ad avere. Certo, bisogna essere cresciuti a pane e Blade Runner per apprezzare questo tipo di panorama urbano, ma basta posare lo sguardo anche solo sulle immagini in questa pagina per capire di cosa stiamo parlando.
Seppure graficamente il gioco mostra ancora qualche piccola imperfezione e ruvidità, a sostenere la resa visiva generale c’è una direzione artistica senza pari, forte delle idee geniali di allora ma anche di un raffinatissimo gusto più recente al quale bisogna dar credito. Il cielo notturno degli slum, per esempio, a prima vista sembra trapunto di stelle, ma basta poco per accorgersi che si tratta in realtà della miriade di luci che costellano la base della piattaforma sovrastante. Proprio in queste meraviglie artificiali e inaspettate, così come nei quartieri brulicanti di vita che affiorano all’improvviso in mezzo alla desolazione, c’è tutta la grandiosità di un immaginario tra i più memorabili della storia dei videogiochi. Tanto è sufficiente per fare di Final Fantasy VII Remake uno dei titoli visivamente più strabilianti di questa generazione, pur non rappresentando un apice dal punto di vista tecnico.

Oltre al design, il sottofondo musicale creato da Nobuo Uematsu per raccontare la ferrosa metropoli è altrettanto indimenticabile. Il nuovo arrangiamento della colonna sonora ve lo farà apprezzare ancora di più.

Il nodo gordiano

Da anni gli appassionati di giochi di ruolo giapponesi si fanno la guerra tra chi sostiene l’imprescindibilità dei turni nei combattimenti e chi invece preferisce le svolte più action e moderne. Pochissimi titoli finora hanno trovato compromessi soddisfacenti, e possiamo affermare con una certa tranquillità che l’ultimo capitolo della serie di Final Fantasy, il quindicesimo, nelle sue eccessive semplificazioni votate all’immediatezza spicciola, rappresentava sicuramente un grosso passo indietro. Se Final Fantasy XV era quindi una mezza fregatura in questo senso, con Final Fantasy VII Remake Square Enix ha invece trovato la quadratura del cerchio. Il sistema di combattimento del gioco, infatti, unisce alla dinamicità di un’azione rapida e incalzante la necessità di pianificare strategie specifiche ritagliate sulle capacità dei nemici e dei personaggi, prima e durante gli scontri. Il sistema del gioco originale basato sulle cosiddette “materie” è stato qui recuperato in toto, garantendo una personalizzazione pressoché totale delle abilità di ogni singolo individuo, al netto delle loro capacità speciali innate. Allo stesso tempo, in battaglia è fondamentale alternare il controllo dei personaggi proprio perché ognuno di loro dispone di un assetto di combattimento unico e peculiare: dove Tifa si contraddistingue per la velocità e la potenza negli scontri corpo a corpo, Barret è più indicato per l’attacco a distanza e così via. La pausa tattica presente, inoltre, permette di scegliere con una certa calma le abilità da utilizzare (lo stesso può essere fatto anche istantaneamente tramite determinate combinazioni di tasti) e costituisce la sintesi perfetta tra quella profondità strategica e la moderna necessità di spettacolarizzazione di cui dicevamo all’inizio. Fatto salvo qualche problema con le telecamere e la scelta di centellinare la disponibilità degli Esper (le immancabili evocazioni della saga), il sistema di combattimento di FFVII è sicuramente un nuovo punto di partenza per ripensare le meccaniche JRPG di tutta la serie.

Tra i meriti del remake c’è quello di ave recuperato alcuni nemici casuali completamente privi di senso dell’originale inserendoli in contesti tutto sommato plausibili

Tra vecchio e nuovo

Nel concetto di “remake” in sé troviamo un altro problema spinoso: quanto è lecito innovare, e dove bisogna fermarsi per non tradire il materiale di partenza? Final Fantasy VII Remake amplia le battute iniziali della storia originale fino a raggiungere 40 ore di gioco, che vanno confrontate con le 6 circa che ci volevano all’epoca per completare il segmento di Midgar. La maggior parte di queste 34 ore aggiuntive sono state impiegate per allargare l’orizzonte di alcuni eventi, approfondire la personalità e le storie dei protagonisti (mai prima d’ora così amabili) e aggiungere divagazioni a volte gradite (alcune nuove porzioni di storia raccontano il passato dei personaggi minori), a volte un po’ troppo carenti in termini di inventiva (gli incarichi da “tuttofare” di Cloud sono spesso dei banali riempitivi e perdono chiaramente il confronto se paragonate alle idee dell’epoca, tra cui spicca la trafila di folli commissioni da portare a termine per far vestire il nostro eroe da donna).
Aggiunte a parte, però, il remake dimostra una capacita di adesione allo spirito, ai temi e alle vicende originali che faranno la gioia di tutti quelli che volevano rivivere esattamente le stesse emozioni di un tempo in alta definizione. Poi però arriva la rottura: una pesante riscrittura delle battute finali della fuga da Midgar che aprono a scenari completamente differenti.
Non possiamo parlarne in questa sede e forse non ha nemmeno senso farlo prima di avere qualche notizia in più sui capitoli successivi. È difficile capire se si tratti di un tradimento vero e proprio o di una coraggiosa operazione di rinnovamento. L’unica cosa certa è che con questa mossa Square Enix si è assicurata che del suo gioco si continuerà a parlare moltissimo fino all’uscita del prossimo episodio.

È davvero difficile immaginare che strada prenderà la storia che conoscevamo così bene. Comunque vada, ci rimarrà almeno questa prima parte, il miglior remake che qualsiasi fan potesse desiderare.

Giocate Final Fantasy VII Remake se…

1. Siete fan di FFVII o della saga in generale
2. Aspettavate da anni che Square Enix tornasse a fare un sistema di combattimento divertente
3. Vi trasferireste a Midgar seduta stante, in barba a tutto e a tutti

Evitate Final Fantasy VII Remake se…

1. I giochi di ruolo in stile giapponese proprio non fanno per voi

2. Siete integralisti e non sopportate deviazioni dall’originale

3. Odiate i giochi che finiscono con un cliffhanger

Info Box

Produttore: Square Enix

Distributore: Square Enix

Lo puoi giocare su: PlayStation 4 (esclusiva fino ad aprile 2021)