È possibile girare un video sulla carrozza di un ottovolante che va a 90 km/h, con spinte pari a 4G? È la domanda che si è fatto Federico Marchi, il regista di Rollecoaster, il nuovo pezzo del duo romano The ReLOUD con il featuring di Alex Whiteman. «La soluzione» racconta il regista «è stata filmare su BlueBack, a giostra ferma, tutte le loro azioni per poi montarli sulla carrozza in movimento. Un procedimento complesso che però ha dato i suoi frutti: gli attori liberi di esprimersi sono stati straordinari e il composting ha dato una spinta ulteriore verso quel carattere onirico che volevamo dare, sin dall’inizio, alle immagini».
Marchi ha ascoltato per quesi due anni la prima stesura della canzone. «Quel ritornello non mi ha mai mollato, continuava a suonare nella mia testa accompagnando gli alti e bassi delle mie giornate. Abbiamo usato una coppia di protagonisti per ogni generazione per tradurre il senso più vero dell’esistenza, attraverso lo sguardo delle relazioni nelle varie fasi della vita. Per quanto possiamo essere allontanati, trascinati, scossi dagli eventi come sulle montagne russe è centrale non perdere di vista come siamo davvero anche nel rapporto con gli altri».
Rollercoaster è l’essenza del nuovo suono dei ReLOUD, ovvero Alex Tripi e Nello Greco. «È stato scrivendo questo pezzo che abbiamo scoperto questo mix di elettronica e synth distorti che poi ha contraddistinto tutta la scrittura dell’album», raccontano. «Abbiamo cominciato a passare i sintetizzatori all’interno delle pedaliere per chitarre abbiamo cominciato a passare le stesse una dentro l’altra, sperimentando. Ci sentivamo come degli alchimisti. A un certo punto è uscito un suono, distorto, intimo, che potevamo comandare con le mani attraverso i comandi delle pedaliere. E proprio questo suono e questo ibrido di acidità sonora e dolcezza melodica è diventata la cifra stilistica di Rollercoaster che poi è stata espansa e celebrata in tutto l’album».
L’album a cui fa riferimento il gruppo si intitola To the Other Side è uscirà in giugno. «Nasce dopo due anni di grande ricerca e lavoro. Abbiamo campionato i suoni e rumori provenienti da quattro continenti, suonato oltre trenta strumenti, collaborato con artisti di diversi Paesi. Dentro quest’album c’è la nostra essenza che finalmente siamo riusciti ad esprimere».