Dopo lo tsunami di proteste scatenato dai suoi recenti tweet sulle persone transgender, J.K. La Rowling ha pubblicato un saggio di 3.600 parole sul suo sito web, difendendo la sua decisione di parlare delle questioni trans. L’autrice della saga di Harry Potter fa riferimento anche al suo “primo matrimonio violento” e al fatto di essere “una sopravvissuta ad abusi domestici e violenze sessuali”.
“Parlo di queste cose ora non nel tentativo di suscitare compassione, ma per solidarietà con il grande numero di donne che hanno storie come la mia, che sono state chiamate bigotte per essersi preoccupate degli spazi destinati al singolo sesso”, Rowling scrive.
Nel pezzo, la scrittrice spiega nel dettaglio come ha iniziato a interessarsi alle questioni trans, in parte come ricerca per i suoi romanzi crime con protagonista Cormoran Strike, che firma con lo pseudonimo di Robert Galbraith. La Rowling afferma che nel corso della sua indagine, mentre stava facendo screenshot di “commenti che mi interessavano” sull’argomento, “ha distrattamente” messo like a “un tweet, un’azione che la Rowling afferma sia stata “ritenuta prova di un pensiero sbagliato, ed è iniziata una lunga e persistente serie di molestie”. Rowling non menziona però che il tweet in questione si riferiva alle donne transgender come a “uomini con abiti femminili”.
Nel frattempo, dopo Daniel Radcliffe, anche Eddie Redmayne, star del franchise di Animali fantastici, si è schierato contro i tweet di Rowling: “Il rispetto per le persone transgender rimane un imperativo culturale a cui nel corso degli anni ho cercato di educarmi costantemente”, ha affermato Redmayne in una dichiarazione a Variety. “È un processo sempre in corso”.
“Come professionista che ha lavorato sia con J.K. Rowling che con membri della comunità trans, volevo chiarire senza fraintendimenti da che parte sto”, ha continuato. “Non sono d’accordo con i commenti di Jo. Le donne trans sono donne, gli uomini trans sono uomini e le identità non binarie sono assolutamente legittime. Non vorrei mai parlare a nome della comunità, ma so che i miei cari amici e colleghi transgender sono stanchi di questa messa in discussione costante della loro identità, che troppo spesso provoca violenza e abusi. Vogliono semplicemente vivere la propria vita in pace, ed è tempo che succeda”.