«Miraggi ha dentro una drum machine, un arpeggiatore, diversi sintetizzatori, una chitarra elettrica e tante cose da dire, cose che camminano sulle nostre vite in punta di piedi». Si presenta così LATLETA, all’anagrafe Claudio Cosimato, cantautore nella squadra di Labellascheggia, l’etichetta che ha scoperto Camillas e Bonetti.
Miraggi, l’esordio pubblicato il 31 gennaio, è un disco nato in solitudine, scritto a casa con una drum machine e una manciata di strumenti acustici, e poi rielaborato con vecchi sintetizzatori anni ’70. L’anteprima di oggi qui su Rolling Stone è il video di Balla la testa, il primo singolo estratto che, ammette LATLETA, non c’entra molto col resto del disco. «Mi piaceva troppo, non potevo non metterlo: è una canzone ossessiva, un brano da auto e motore che va al massimo. Uno di quei motori col carburatore, che non ci sono quasi più», dice. «Balla la testa parla di fregarsene e alzare il volume, di muovere la testa a ritmo come si faceva ai concerti. Parla anche dell’ossessione per la musica, di un assolo che parte all’improvviso, della vita che è dentro all’hi-fi e la testa non pensa più».
Il video, girato da Enzo Lo Re, è un bel viaggio psichedelico e coloratissimo, che a volte ricorda quello di Feels Like We Only Go Backwards dei Tame Impala. «Questa è una canzone ostinata, dentro ci ho trovato echi di Battiato, Gigi D’Agostino, Beck e Daft Punk», dice Lo Re. «Tutto il video è un piano sequenza animato ispirato al pop anni ’60 e alla psichedelia. Balla la testa è in continuo movimento, tra pareti di hi-fi, tunnel di chitarre e automobili che sfrecciano in paesaggi impossibili».