I Canova, uno dei nomi di punta della scena musicale indipendente italiana, sono stati i protagonisti del primo appuntamento con Wild Stories Unplugged di Wild Turkey, una serie di live acustici in cui gli artisti si esibiscono voce e chitarra in performance raccolte, intime.
E dopo i Canova è stato il turno di Fadi, giovane cantautore che in Wild Stories Unplugged ha tirato fuori tutta la propria carica genuina, tutta l’autenticità che accomuna i musicisti coinvolti in questo progetto e Wild Turkey.
Wild Turkey è infatti un marchio storico del bourbon americano, simbolo di indipendenza e trionfo dell’artigianalità. Gli stessi valori di artisti veri, talenti puri come Canova e Fadi, cresciuti lavorando sodo, canzone dopo canzone, concerto dopo concerto, senza mai scendere a compromessi. Naturale quindi che Wild Turkey abbia scelto loro per raccontare un modo comune di vivere il mondo.
«Senza la vita non ci sono le canzoni», dice Matteo Morbici dei Canova: è infatti dalla quotidianità che nascono i loro pezzi, storie in musica condivise con i propri fan. Canzoni come quella suonata nel primo episodio di Wild Stories Unplugged di Wild Turkey al cocktail bar The Soda Jerk di Verona: Vita sociale, il primissimo successo dei Canova nel 2017, interpretato in quest’occasione da Matteo, voce e chitarra acustica, insieme al compagno di strada Fabio Brando alla chitarra elettrica.
«Ai tempi non eravamo assolutamente nessuno» ricorda Matteo, «ma il pezzo è diventato virale grazie all’ascolto e alla condivisione dei fan. E in quel momento ci siamo resi conto che qualcosa stava effettivamente cambiando». Il duro lavoro è stato ripagato dall’affetto e dal calore del pubblico e i Canova, da band underground, sono diventati una delle realtà più solide del nuovo pop italiano: «Ho capito che le persone ascoltavano le nostre canzoni e ne facevano un loro mondo».
Determinazione, audacia, voglia di raccontare senza filtri la propria vita: sono le stesse coordinate che muovono Fadi, altro protagonista di Wild Stories Unplugged. «Se non allacci la passione, le cose che ti piacciono, allo studio e al lavoro non vai troppo lontano», racconta l’artista romagnolo che, per Wild Turkey, ha registrato al cocktail bar di Napoli L’Antiquario una versione toccante di Due noi, il pezzo che aveva portato allo scorso Festival di Sanremo.
«Uso la testa, sì, ma soprattutto cuore e pancia». Fadi descrive così la propria crescita artistica e fa un parallelo tra due suoi grandi amori, la musica e i motori: «Suonare a Sanremo davanti a 15 milioni di persone che ti guardano è stato emozionante come correre in moto sulla curva parabolica di Monza: non è un film, ma vita vera. Sono esperienze da cui esci più adulto, emozioni che ti girano dentro e che devi portare poi nelle tue canzoni, in tutto quello che fai».
Vale per il bourbon quanto per la musica: è fondamentale saper coltivare il tempo che passa. «Un pezzo può uscire di getto, ma anche stare fermo per anni. Due noi è una canzone che mi fa pensare ai tempi dell’Università a Bologna», ricorda Fadi: «All’epoca non avrei mai immaginato di finire a Sanremo. Ma mi piace portarmi dietro esperienze del passato, ed è allora che ho scoperto che la fatica dà più gusto alle passioni». Per Fadi, conta tanto anche il lavoro di squadra, dal confronto sulle canzoni in studio alla vita di tutti i giorni: «È molto importante chi hai intorno, che ti dà una mano e ha fiducia in te».
Come Wild Turkey, che crede profondamente nei musicisti indipendenti italiani: i Canova, Fadi e tutti gli altri protagonisti delle performance acustiche di Wild Stories Unplugged.