Facendo il verso agli “Stati generali” organizzati da Giuseppe Conte per incontrare le parti sociali e raccogliere proposte politiche su come rilanciare l’Italia dopo la pandemia, il sindacalista dei braccianti Aboubakar Soumahoro ha organizzato gli “Stati popolari”, un’altra riunione ma dedicata alle forme di marginalità e precariato che si è svolta ieri pomeriggio a Roma, in piazza San Giovanni.
L’obiettivo della manifestazione era quello di far incontrare e dialogare diverse forme di “invisibilità”: quella dei lavoratori della cultura e dello spettacolo, da mesi senza stipendio; quella degli operai delle aziende in crisi come Whirpool e Ilva; quella dei lavoratori essenziali che non si sono fermati durante il lockdown; quella dei rider; quella dei braccianti. “Invitiamo il premier Conte a venire ad ascoltare gli invisibili”, aveva detto Soumahoro raccontando la manifestazione, “Non sarà la piazza della contrapposizione, ma della proposta”.
La fatica e il sudore dei braccianti sul palco degli #StatiPopolari. pic.twitter.com/iV3hH1frQD
— Aboubakar Soumahoro (@aboubakar_soum) July 5, 2020
Sul palco della manifestazione si sono alternati esponenti di tutte le categorie invisibili, che hanno portato ognuno le loro questioni e le loro proposte. Dalla manifestazione sono usciti un manifesto politico e una promessa: “se non ci ascolteranno lo metteremo in atto da soli”. I punti chiave riguardano il cambiare la filiera del cibo per combattere il caporalato, rispondere all’emergenza abitativa, combattere per uguaglianza, cultura e lavoro, cambiare le politiche migratorie, tutelare l’ambiente e i territori.
Il manifesto: Riforma filiera del cibo #StatiPopolari pic.twitter.com/35ZH2oqhOk
— Stati Popolari (@StatiPopolari) July 5, 2020