Se quella di ‘This Is Paris’ è la vera Paris Hilton, chi abbiamo conosciuto (e amato) finora? | Rolling Stone Italia
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Se quella di ‘This Is Paris’ è la vera Paris Hilton, chi abbiamo conosciuto (e amato) finora?

Tra confessioni su ‘relazioni di merda’ (pardon) e abusi mai svelati prima, il documentario prodotto da YouTube promette di raccontare la donna oltre la reality-diva. Ci riesce o ormai è troppo tardi?

Se quella di ‘This Is Paris’ è la vera Paris Hilton, chi abbiamo conosciuto (e amato) finora?

Un’immagine di ‘This Is Paris’

Foto: YouTubeOriginals

«Paris Hilton ha fatto un documentario sulla sua vita». Capirai, son vent’anni che ne fa: era il 2003 quando andava in onda il suo primo reality – più che reality, mezzo capolavoro – The Simple Life. Due miliardarie, lei e la figlia di Lionel Richie, Nicole, che vanno a vivere con una famiglia di contadini nell’Arkansas, rendendosi ridicole giorno dopo giorno praticando ogni attività considerata del settore primario. Ma poi anche My New BFF, in cui era alla ricerca di migliori amici, e The World According to Paris, e speciali tv, libri, Instagram stories.

Ora esce questo, This Is Paris, che ha la missione di raccontare chi è la vera Paris Hilton, oltre i selfie, le pose sexy, la baby voice. E niente, in pratica si scopre che è tutto finto. «Questa è quella che sono davvero» è il claim del docufilm disponibile da qualche giorno su YouTube. La domanda sorge spontanea: chi era quella che abbiamo visto prima? Eh.

The Real Story of Paris Hilton | This Is Paris Official Documentary | Paris Hilton

Un personaggio, un character costruito per avere successo ma anche, dice lei, per sopprimere sofferenze e paure. E in questo nuovo doc viene mostrato solo il lato più “oscuro” della vita dell’ereditiera. Partendo dalle pressioni che derivano dall’avere un nome importante, passando per momenti che difficili lo sono stati eccome, tipo quando l’ex fidanzato pubblicò senza il suo consenso il video in cui facevano sesso. I tempi erano diversi, non si parlava di revenge porn, e la colpa finì praticamente tutta su di lei, con tanto di risate e battutine nei programmi televisivi che ora gridano al sessismo appena si rompe un bicchiere. Roba che sembrano passati quarant’anni, e invece era il 2004.

Ma Paris è come i gatti, ha molte vite, e questo è solo un tassello da dimenticare. Nell’ora e quarantacinque di doc, l’imprenditrice-non-solo-digitale prova a smontare tutte le credenze più diffuse sul suo conto con un taglio alla Real Housewives, per arrivare finalmente al tanto atteso momento anticipato nel trailer: «C’è una cosa che mi è successa quando ero giovane e che non ho mai raccontato prima». E il racconto si sposta tutto sugli abusi subiti nelle scuole lager per il “recupero emozionale” in cui i genitori l’avevano spedita quando pensavano fosse fuori controllo.

Prelevata di notte, Paris ha passato molti mesi in questi istituti dove ragazzi ritenuti problematici avrebbero dovuto essere “recuperati” attraverso il contatto con la natura, ma che invece, a detta sua e delle sue ex compagne di cella che intervengono nel film, erano luoghi di soprusi psicologici e fisici, e che hanno causato traumi che si portano ancora dietro. Tipo il disturbo da stress post-traumatico o gli incubi ricorrenti, che Paris fa ogni notte e che non la fanno dormire. E di cui lei, da superstar mondiale qual è, si sente finalmente in dovere di parlare. Il tutto mentre la madre sembra cadere dal pero: «Non me ne hai mai parlato». Il premio come genitore dell’anno lo vinciamo l’anno prossimo, dai.

Una Paris inedita quindi, che piange, soffre cerca pian piano di togliersi quella corazza da party girl che trova tutto decisamente «so hot», ma che l’ha fatta diventare quello che è. «Quello è il mio lavoro». Lo è eccome, e no, tranquilli, non ha intenzione di smettere. Non ancora: «Mi fermerò quando avrò guadagnato 1 miliardo di dollari». Il tutto senza usufruire dei 600 euro dell’INPS, chapeau.

This Is Paris tenta l’impossibile: ripensare un personaggio come il suo in un’ora e quaranta minuti. Ci riesce? No, perché come dice lei stessa alla fine del film, «Io non cambierò mai. Sarò così per sempre». Tornando all’inizio e a quel «cosa dovrà raccontarci che ancora non sappiamo?», be’, la risposta ora ce l’abbiamo: traumi, solitudine, disagio, ma anche relazioni sbagliate. E infatti una delle parti in cui si empatizza di più con l’ereditiera è proprio quando si trova a litigare col suo fidanzato ubriaco, un minuto prima di salire sul palco del Tomorrowland. Perché non bastano neanche tutti i soldi del mondo per salvarvi dalle relazioni di merda, cari miei.

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