Negli ultimi anni QAnon, una teoria del complotto priva di fondamento secondo cui una cabala di pedofili satanisti legati al deep state controlla gli Stati Uniti e il mondo, è diventata un fenomeno politico-culturale rilevante, e i ricercatori esperti di estremisti credono che ciò sia stato dovuto in gran parte al fatto che i social media le hanno dato spazio senza censurarla.
Questo però ora sembra star cambiando. In una dichiarazione pubblicata ieri, Facebook ha annunciato l’intenzione di rimuovere “ogni pagina e gruppo Facebook e ogni account Instagram che rappersenta QAnon, anche se non contengono contenuti violenti”.
L’annuncio rappresenta un aggiornamento della policy già avviata da Facebook lo scorso agosto, quando il sito ha rimosso oltre 1500 pagine e gruppi collegati a QAnon. L’azienda aveva detto che l’iniziativa era parte di una nuova serie di misure allo scopo di “impedire a QAnon e a movimenti sociali militarizzati di operare e organizzarsi sulla piattaforma”.
Gli sforzi di Facebook tuttavia non avevano prodotto grandi effetti, almeno secondo i suoi critici. Solo un mese fa, il New York Times aveva scritto che 100 gruppi legati a QAnon monitorati dal giornale erano cresciuti di più di 13mila follower nel mese successivo all’implementazione delle nuove regole. La popolarità di #SaveTheChildren, un movimento contro i rapimenti di bambini, ha aiutato QAnon a entrare nel mainstream ha contribuito a diffondere le sue idee suoi social.
Nella sua dichiarazione, Facebook ha detto che “diverse questioni” hanno spinto l’azienda a cambiare le sue policy riguardo a QAnon. Ad esempio il fatto che i contenuti legati alla teoria del complotto siano “legati a diverse forme di violenza nel mondo reale”. In passato anche altre piattaforme social come Twitter e TikTok hanno fatto sforzi per cancellare QAnon, rimuovendo account e bannando hashtag ad esso collegati.
Nel corso dell’ultimo anno, la comunità di QAnon è diventata sempre più mainstream negli Stati Uniti, con candidati al Congresso che sono apertamente a favore di Q e il presidente Trump che ha fatto una dichiarazione pubblica in cui è sembrato appoggiare il movimento. Più di recente, in seguito alla positività di Trump al COVID-19, gli adepti di QAnon hanno diffuso l’idea che la sua malattia fosse tutta una bufala per coprire le attività di Trump contro il deep state.
Questo articolo è apparso originariamente su Rolling Stone US