Era un fratello maggiore. Così Steve Winwood definisce il rapporto con Spencer Davis, il musicista scomparso lunedì scorso. «Quando l’ho conosciuto io avevo 13 anni, lui credo 22», ricorda Winwood parlando con Rolling Stone . «Suonavo con mio fratello e la sua band alla Birmingham University. Anche Spencer, che studiava lì, suonava con un piccolo gruppo di musicisti. È stato allora che ci siamo incontrati e sono stati gettati i semi dello Spencer Davis Group».
«Spencer è stato uno dei primi pionieri della scena folk britannica. Era interessato in particolare al folk blues e a quello che in seguito sarebbe stato chiamato rhythm and blues», racconta il musicista. «Ha influenzato i miei gusti musicali. Aveva una chitarra 12 corde, la prima che ho visto in vita mia. Andava matto per Huddie ‘Lead Belly’ Ledbetter e Big Bill Broonzy. Io avevo già un fratello maggiore, che mi aveva fortemente influenzato. Con Spencer ne ho trovato un altro».
Lo Spencer Davis Group centrò vari successi negli anni ’60 tra cui Keep on Running, Gimme Some Lovin’, Somebody Help Me, Every Little Bit Hurts. Winwood ha lasciato il gruppo nel 1967 per formare i Traffic e in seguito i Blind Faith, ma la band ha continuato a suonare in varie incarnazioni.
«Aveva una visione. È stato uno dei pionieri della British Invasion negli Stati Uniti degli anni ’60», aggiunge Winwood. «Non sono mai stato in America con lui, ma negli anni successivi è stato accolto dall’America e il suo amore per il Paese è stato ricambiato. Mi ha aiutato a diventare un musicista professionista e per questo lo ringrazio».
Spencer Davis è morto all’età di 81 anni in ospedale, dov’era ricoverato a causa di una polmonite.
Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.