Ieri è stata una giornata nera, nerissima per l’epidemia di coronavirus in Italia. In 24 ore sono stati registrati 731 morti, una cifra che non si vedeva dal picco della prima ondata, durante il lockdown. Quale migliore occasione per andare a lamentarsi del fatto che forse non potremo fare il cenone di Natale e farci i regali come tutti gli altri anni?
Perché è proprio quello che ha fatto Matteo Salvini, ospite a Fuori dal coro di Mario Giordano, su Rete4. Il leader della Lega – che negli ultimi mesi è finito alla ribalta solo per le sue sparate negazioniste, come quando suggeriva presunte cure come l’idrossiclorochina o quando non si metteva la mascherina durante i suoi comizi – si è infatti lamentato del fatto che quest’anno il Natale potrebbe non essere come gli altri anni e ha criticato il virologo Massimo Galli reo di aver detto che sarebbe meglio fare i regali sui internet.
In realtà Galli aveva detto qualcosa di più che questo, ovviamente. Aveva detto, intervistato da SkyTg24, che “se noi affrontiamo il prossimo Natale e il prossimo Capodanno con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato Ferragosto, non ne usciamo più. Perché se anche ipoteticamente chiudessimo tutto adesso per 3-4 settimane e riaprissimo a Natale, è evidente che la riapertura non sarà quella che può consentire alle persone di andare per grandi cenoni e grandi veglioni”
"Natele a rischio? Messaggio devastante"@matteosalvinimi a #Fuoridalcoro pic.twitter.com/riKkb1TxQO
— Fuori dal coro (@fuoridalcorotv) November 17, 2020
Di fronte a questa opinione informata e dettata dal buonsenso nonché proveniente da un medico, Salvini ha fatto polemica come suo solito. “A quale titolo un medico deve dirci che tra un mese e oltre non potremo stare con i nostri figli, non potremo entrare in negozio a fare un regalo alla nostra mamma, non potremo andare a comprare un panettone da mangiare con i nostri fratelli e con i nostri parenti? Questo significa seminare terrore e paura a gratis. Ci penseremo tra un mese”.
Già, pensiamoci tra un mese. L’ultima volta che l’abbiamo fatto, con le riaperture estive, è andata così bene che poi è arrivata una seconda ondata peggio della prima.