L’Antica Atene, come ci si può aspettare, non era un gran posto in cui nascere donna. Escluse dalla cittadinanza e costrette nella schiacciante maggioranza dei casi a una vita domestica di gravidanze e servitù, ai tempi di Aristotele dovevano sottostare, tra le altre cose, al giudizio di magistrati il cui compito era impedire gli eccessi e le indecenze contro il pubblico decoro commessi dalle donne sia in pubblico che in privato: i gineconomi, dal greco per “donna” e “costume”.
Sul Rocci, il più autorevole e storico vocabolario di greco in uso nei licei italiani, il termine “gineconomo” è così definito: “magistrato in Atene e altre città greche, ispettore o sorvegliante dei costumi, dell’abbigliamento, delle donne”. Lo so non perché io sia una grecista, ma perché la definizione è comparsa come immagine di copertina sulla pagina Facebook del dizionario – che negli ultimi anni ha cominciato a condividere con i propri follower i termini greci più assurdi che si possono scovare tra le sue pagine.
Il problema è però la frase aggiunta sotto: “dagli antichi Greci abbiamo solo da imparare…”
Nessuno:
Ma proprio nessuno:
Il più famoso vocabolario di greco in uso nelle scuole italiane: pic.twitter.com/3QvDHCQYr5— Viola ? (@violastefanello) December 9, 2020
Ovviamente la “battuta” – se di questo si può parlare – non è stata presa benissimo dal pubblico della pagina. In pochi hanno tentato di difendere il controverso commento pubblicato dal vocabolario, prendendosela a tratti con un fantomatico femminismo che ucciderebbe la libertà di espressione, a tratti con la gente che non capirebbe della semplice ironia. In tantissimi hanno investito la pagina di commenti negativi, costringendo finalmente l’ignoto social media manager del Rocci a farsi vivo dopo aver ignorato per due giorni le proteste di sottolineava il sessismo implicito nella foto. Nessun messaggio di scuse né tantomeno di spiegazione: solo sarcasmo prima e vittimismo poi: “su gentile richiesta abbiamo rimosso il post che ha urtato molte sensibilità!”. Solo che a ore di distanza il post era ancora lì, accessibile e commentabile.
Cosa imparare da questa vicenda? Forse una cosa soltanto: è finalmente risolta una volta per tutte la disputa secolare che divide chi frequenta il liceo classico. Rocci o GI? Il primo offre definizioni auliche e testi piccoli, il secondo un’impaginazione più moderna e comprensibile e – a quanto pare – anche idee normali sulla parità di genere.