Dopo aver messo degli avvisi che precisavano che i suoi tweet contenevano informazioni false e averlo sospeso per 12 ore, questa notte Twitter ha deciso di “sospendere in maniera permanente” – in pratica di bannare – l’account personale di Donald Trump. In un breve comunicato stampa, l’azienda ha spiegato di averlo fatto in seguito ad alcuni tweet del presidente che legittimavano l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, violando le policy di Twitter sull’incitamento alla violenza.
After close review of recent Tweets from the @realDonaldTrump account and the context around them we have permanently suspended the account due to the risk of further incitement of violence.https://t.co/CBpE1I6j8Y
— Twitter Safety (@TwitterSafety) January 8, 2021
Al momento della rimozione, l’account personale di Trump aveva 88 milioni di follower ed era il suo mezzo di comunicazione preferito con il suo pubblico. Adesso non gli rimane che l’account ufficiale della presidenza degli Stati Uniti, @POTUS, a sua disposizione ancora per pochi giorni, fino all’inaugurazione di Biden il prossimo 20 gennaio.
Già dallo scorso maggio Twitter aveva cominciato a segnalare i tweet di Trump che contenevano informazioni false e a nascondere i suoi tweet più controversi. In seguito ai fatti degli ultimi giorni, però, sia Twitter che gli altri social network hanno deciso di fare un giro di vite sul tema: diversi video dei fatti sono stati rimossi, Facebook ha sospeso l’account di Trump fino alla fine del suo mandato il 20 gennaio, e ora anche Twitter l’ha bannato.
In un comunicato stampa, Trump ha commentato la decisione di Twitter dicendo che si tratta di “una piattaforma di estrema sinistra” che sta cercando di “censurarlo” e ha detto che sta valutando la possibilità di creare “una nostra piattaforma”. In effetti nelle ultime settimane fasce sempre più vaste dell’elettorato trumpiano si stanno spostando dai social network più famosi a Parler, un social molto meno moderato rispetto a Twitter e Facebook e per questo adorato dall’alt-right.