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Ok, Conte si dimette. E adesso?

Tutti gli scenari su quello che succederà adesso che la crisi di governo è arrivata al dunque

Ok, Conte si dimette. E adesso?

Giuseppe Conte. Foto via Facebook

Come anticipato ieri sera, questa mattina il premier Giuseppe Conte ha partecipato al suo ultimo Consiglio dei Ministri, in cui ha comunicato la decisione di dimettersi, dopo aver constatato che il governo sarebbe probabilmente caduto al momento del voto sul caso Bonafede e dopo aver probabilmente ricevuto rassicurazioni da PD e M5S sulla costituzione di un governo Conte ter. Dopo il Condisglio dei Ministri, Conte è salito al Quirinale per dare le sue dimissioni a Mattarella. E adesso?

Per motivi tecnici e di impegni istituzionali, scrive il sito Nextquotidiano, le consultazioni per il nuovo governo non avverranno prima di domani pomeriggio. Per dare un nuovo incarico a Conte, il Presidente della Repubblica vorrà essere sicuro che l’eventuale Conte ter sia abbastanza solido – il che vuol dire per Conte trovare una nuova maggioranza entro 48 ore. PD e M5S per ora sembrano intenzionati a chiedere un nuovo incarico per Conte, ma non è detto che non cambino idea di fronte alla possibilità di tornare alle elezioni, che entrambi i partiti vorrebbero evitare. 

Questa solidità potrebbe arrivare in due modi: con il ritorno di Renzi e Italia Viva – cosa che sancirebbe la vittoria di Renzi, che otterrebbe così tutto ciò per cui ha aperto la crisi di governo: rinuncia da parte di Conte della delega ai servizi segreti, dimissioni del premier, nuovo esecutivo con rapporti di forza interni diversi – o con l’ingresso nella maggioranza di esponenti di Forza Italia.

Un’altra opzione è che il nuovo governo non sia un governo Conte, ma un governo di larghe intese – o di “salvezza nazionale”, come scrive il Corriere della Sera – che otterrebbe l’appoggio di Italia Viva, dell’Udc e di alcuni esponenti di Forza Italia. In ogni caso la squadra di governo sarebbe tutta nuova, accontentando le varie forze che contribuirebbero a farlo nascere.

Il PD preferirebbe senza dubbio un nuovo governo con il rientro di Italia Viva alla prospettiva di andare a elezioni anticipate, e per ottenerlo potrebbe essere forse anche disposto a sacrificare il nome di Conte, se questi non sarà in grado di dimostrare di avere alle sue spalle abbastanza sostegno. Un discorso simile vale per il M5S – anch’esso spaventato dalla prospettiva di andare alle urne, e spaccato tra chi sostiene Conte e chi invece vorrebbe far tornare egemone nel partito Luigi Di Maio. 

L’alternativa più improbabile sono invece le elezioni anticipate, in caso non si riesca a formare un nuovo esecutivo. Il governo Conte rimarrebbe in carica giusto per affrontare le cose più urgenti e solo fino alla data delle elezioni – una prospettiva che nessuno vorrebbe, specie in un periodo di emergenza economica e sanitaria, e che è soprattutto indigesta a PD e M5S perché, allo stato attuale, visti i sondaggi vorrebbe dire un prossimo governo di centrodestra con Salvini e Meloni protagonisti e la possibilità – di cui si sta parlando sempre più spesso in questi giorni – che Berlusconi finisca per occupare il Quirinale.