«Siamo stupiti dal risultato. Abbiamo portato qualcosa di diverso da quello che si vede di solito sul palco del festival, non ci aspettavamo una risposta così veloce da parte del pubblico. La nostra vittoria fa capire che c’è curiosità ed entusiasmo attorno a quello che stiamo facendo. Siamo pronti a restituirlo tutto». Così i Måneskin nella conferenza stampa di Sanremo di domenica mattina, quella dedicata ai primi tre classificati e ai vincitori degli altri premi del festival (qui le pagelle della finale).
Hanno partecipato Willie Peyote (premio della Critica Mia Martini), Colapesce Dimartino (premio Lucio Dalla assegnato dalla sala stampa) e i campioni che sono arrivati sul podio, Ermal Meta e Francesca Michielin e Fedez. Tutti collegati in remoto – con i prevedibili disagi tecnici del caso –, tutti felici per i risultati raggiunti.
Il primo a parlare è Willie Peyote, incredulo per com’è finito il suo festival iniziato da «corpo estraneo» e finito in maniera completamente inaspettata. «Grazie a tutti per il riconoscimento, sono veramente onorato. Non me lo aspettavo… Non so davvero cosa dire, solo grazie». Dopo di lui, Colapesce e Dimartino, un po’ delusi per la mancata premiazione sul palco ma ansiosi di tornare a suonare dal vivo. «È stato abbastanza brutto. Eravamo lì ad aspettare, poi è arrivata una signora della Rai, ci ha indicato un premio su un tavolinetto di plastica e ha detto: “questo è il premio della critica, prendetelo tanto non vi premiano in diretta”. Poteva essere fatto meglio, è un premio importante legato a Dalla e Mia Martini. Va istituzionalizzato».
Poi è arrivato il momento dei primi tre classificati, chiamati subito a rispondere alle polemiche (surreali) sull’endorsement di Chiara Ferragni che ha portato Fedez e la Michielin al secondo posto. I più lucidi sono proprio i Måneskin. Parla Damiano: «È normale che si supportino a vicenda, se hanno tanti follower è solo merito loro. Sostanzialmente è successa la stessa cosa con tutte le nostre famiglie, solo che loro non hanno la stessa potenza mediatica. Mi sembra una polemica insensata».
Segue Fedez: «Mi hanno sempre insegnato che in una famiglia ci si sostiene a vicenda. Mia moglie è Chiara Ferragni… cosa posso dire, mi sento fortunato», dice. «Ma al netto di tutto questo, sarebbe intellettualmente disonesto non sottolineare che il pezzo andava bene in classifica anche prima dell’intervento di mia moglie. C’è un successo oggettivo. E ci sono state altre scalate importanti col televoto, come quella di Madame, per cui sono felicissimo. Ringrazio Damiano per aver sottolineato la cosa, è una polemica sterile. Cosa vi aspettavate da mia moglie? E poi le stories erano simpatiche, mi ha fatto sorridere».
Alla fine si torna ai Måneskin e al loro futuro post-festival. «Non la viviamo come un riscatto dopo la mancata vittoria a X Factor, quello l’abbiamo superato in un giorno», spiega Damiano. «Sono passati quattro anni, siamo felici del nostro percorso e non abbiamo rimpianti. Certo, a volte ci trattano un po’ come degli automi che suonano senza provare sentimenti. Non è così. Vincere il festival con questo pezzo ci ha commosso, ci sembra di aver fatto qualcosa di importante».
«In solo quattro anni siamo passati da suonare nei ristoranti a vincere Sanremo con un brano rock», continua Victoria. «Per noi è veramente una cosa incredibile. Ci ha dimostrato di credere in noi stessi, di non farci condizionare da commenti e pressioni esterne». Ora tocca all’Eurovision, che inizia con un altro endorsement, quello dell’insospettabile Ermal Meta: «Andate lì e spaccategli il culo, portate l’Eurovision in Italia».