Il duo francese Justice ha inviato una diffida a Justin Bieber per il suo nuovo album, chiamato Justice, e per l’utilizzo, secondo loro, del logo della “croce”, marchio registrato dal duo.
Quando Bieber ha annunciato il suo nuovo album Justice il 26 febbraio, i fan dei Justice – così come l’etichetta del duo, la Ed Banger Records – hanno sostenuto che c’erano somiglianze tra il carattere del titolo sulla copertina dell’album di Bieber e il logo del duo, din cui la “t” è accentuata per ricordare un crocifisso stilizzato.
«La mattina in cui Bieber ha annunciato il disco è stato piuttosto difficile non accorgersene», ha detto a Rolling Stone il co-manager di Justice, Tyler Goldberg di Jet Management. «A parte averlo visto noi stessi su internet, ci hanno scritto centinaia di persone tutto il giorno – gente dell’industria e fan confusi. Molti ci hanno chiesto se era una collaborazione con i Justice».
Mentre la Ed Banger Records ha scherzato per la prima volta sulla somiglianza alla fine di febbraio, quando la copertina dell’album è stata rivelata, la situazione è poi diventata un problema legale. In una lettera del 10 marzo da parte dei legali dei Justice all’avvocato e al management di Bieber, il duo ha chiesto di cessare e desistere dal dall’utilizzo del logo “Justice” unito alla croce “croce”, un “marchio” che il duo ha registrato sia in Francia (nel 2008) che nell’Unione Europea (nel 2014).
«Il lavoro di Bieber non è in alcun modo affiliato, sostenuto o sponsorizzato dai Justice. Tale uso del marchio non è solo illegale, ma può ingannare e confondere i consumatori».
La diffida comprende anche una mail del 29 aprile 2020 in cui il team di Bieber avrebbe contattato i Justice per mettersi in contatto con il designer che ha creato il logo del duo.
Né il team legale di Bieber né il suo rappresentante hanno risposto alla richiesta di commento di Rolling Stone, mentre il management dei Justice sostiene che il team legale di Bieber abbia “rifiutato” la lettera di cessazione e diffida, sostenendo che il logo e il merchandising del cantante non violano il marchio del duo.
«È il proprietario del marchio a doverlo proteggere contro un uso illegale da parte di terzi, indipendentemente dal fatto che la terza parte sia un manager miliardario o una superstar della musica. Continueremo a farlo a tutti i costi».