«Buongiorno a tutti, questa mattina mi sveglio con le dichiarazioni del senatore Pillon che ci spiega il concetto di priorità». Inizia con queste parole il messaggio contenuto nelle stories di Instagram con cui Fedez si inserisce nel dibattito sul disegno di legge Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere osteggiato dalla Lega e in particolare da Simone Pillon. Su Facebook, il senatore ha scritto ieri che il ddl Zan non è una vera priorità: «Le valutazioni sull’incardinamento di leggi ideologiche, inutili e divisive possono aspettare. Con buona pace di Elodie e di tutta la compagnia cantante». Com’è noto, Elodie ha criticato il tentativo di Lega e Pillon di fermare la legge Zan: «Siete indegni, non dovreste essere in Parlamento. Questa gente è omotransfobica».
«Oggi il senatore Pillon» dice Fedez «ci stupisce con una nuova esilarante dichiarazione dicendo che il ddl Zan non è una priorità. E io dico: scusi Pillon, lei ha basato la sua intera carriera politica trattando solo ed esclusivamente questi temi, lei è famoso per essere quello dei Family Day, e oggi si toglie dal dibattito così? Non è da lei. Se vogliamo parlare di priorità, parliamone. Vogliamo parlare di come sta gestendo la Lega il piano vaccinale in Lombardia dove ci sono i 90enni e gli 80enni che non sono ancora vaccinati? Vogliamo parlare di come la Lega non è riuscita a costruire una terapia intensiva spendendo decine di milioni di euro durante l’emergenza? Oppure per lei era una priorità quando io e mia moglie abbiamo esortato a indossare le mascherine mentre il vostro leader (si riferisce a Salvini, ndr) andava in giro a fare assembramenti e a togliersi la mascherina per fare i selfie, nel dire: Fedez è un personaggio blasfemo che uccide la nostra civiltà e non può fare appelli di questo tipo? Il mio Gesù Cristo tatuato sulla pancia era una priorità per lei in un momento così delicato per il Paese?».
Dopo avere mostrato un video di un vecchio Family Day in cui Pillon parla di «maschietti costretti a truccarsi o a mettere il rossetto», Fedez dice: «Le dico una cosa da padre, signor Pillon. Io ho un figlio di 3 anni che gioca con le bambole e questo non desta alcun tipo di turbamento in me. E non desterebbe turbamento nemmeno se un giorno dovesse avvertire l’esigenza di truccarsi, mettersi il rossetto, lo smalto o una gonna, perché ha il diritto di esprimersi come meglio crede. La cosa che mi destabilizzerebbe è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà, cercando di arginare le dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si verificano in questo Paese. Questa per me è una priorità».