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‘Friends: The Reunion’: come eravamo

L'attesissimo speciale è un show overprodotto con troppe guest star e distrazioni, ma quando lascia che i magnifici sei parlino semplicemente tra loro, funziona alla grande

‘Friends: The Reunion’: come eravamo

il cast in un momento dello speciale

Foto: Terence Patrick/HBO MAX/Sky


A metà di Friends: The Reunion, Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, David Schwimmer, Matthew Perry e Matt LeBlanc sono seduti nell’appartamento di Monica e Rachel, e ricordano quel momento assurdo della loro vita in cui, da sitcom di successo, Friends è diventata un fenomeno della cultura pop. «Nessuno stava passando quello che stavamo vivendo noi», spiega Schwimmer. «Le nostre famiglie non potevano capire. I nostri amici – anche quelli più cari – nemmeno. Erano lì per noi, certo, ma le uniche persone che sapevano davvero cosa provassi erano gli altri cinque».

Oltre a citare involontariamente la sigla dello show, I’ll Be There for You, le parole di Schwimmer centrano quello che è assolutamente unico e, a volte, un po’ frustrante di questa attesissima reunion. Se solo loro sei possono capire veramente cosa abbia rappresentato l’esperienza di Friends, perché lo speciale continua a chiamare altre persone a parlarne?

Esattamente un anno fa, l’episodio doveva essere l’evento principale del lancio di HBO Max. Poi è arrivato il Covid, e improvvisamente non era più sicuro per i magnifici sei sedersi sul divano del Central Perk a ricordare i bei tempi. Intanto però la pandemia ha trasformato le reunion dei cast di film e serie in un punto fermo della quarantena. Quando sembrava impossibile produrre qualcosa di nuovo, era facile che molti attori temporaneamente disoccupati si ritrovassero su Zoom a scambiarsi vecchie storie, a leggere una vecchia sceneggiatura (o, nel caso di Parks and Recreation, una nuova) e a raccogliere fondi per beneficenza. Tutte quelle reunion virtuali facevano sembrare un po’ sciocco il clamore per il ritardo di Friends (*): il divano era davvero così importante?

* Il fatto che così tante di queste star lo facessero solo per divertimento o per aiutare cause meritevoli ha anche messo HBO Max in una posizione antipatica: quella di avere un tempismo davvero pessimo nel pagare 2,5 milioni di dollari ognuno dei protagonisti proprio prima che il mondo chiudesse.

D’altra parte, però, quando si parla di reunion televisive c’è Friends, e poi c’è tutto il resto. Per due ragioni. Prima di tutto, la serie non è stata solo un successone ai tempi in cui la maggior parte delle persone guardava una manciata di reti appena, ma lo è rimasta nell’era dello streaming. A volte, negli anni Novanta, E.R. – Medici in prima linea (che ha organizzato una reunion virtuale solo il mese scorso, starring persino George Clooney) è stata più elogiata rispetto a Friends, ma non ha avuto lo stesso impatto sulle generazioni successive che ha caratterizzato la sitcom, tra onnipresenti repliche in tv, un lungo periodo su Netflix e – ora – l’essere uno dei principali punti di forza di HBO Max negli USA. Seconda ragione, c’è sete di rivedere gli “amici” insieme. Dall’ultimo episodio andato in onda 17 anni fa, i sei attori sono stati nella stessa stanza solo un’altra volta, e non pubblicamente. E parliamo di personaggi che sono apparsi sulla copertina di quasi tutte le riviste esistite negli ultimi trent’anni, con Jennifer Aniston che, in particolare, è diventata una delle dive più famose del pianeta. Il cast di Seinfeld ha ripreso i ruoli per un’intera stagione di Curb Your Enthusiasm, mentre quando abbiamo visto due protagonisti di Friends tornare insieme davanti alla telecamera, erano al massimo due, vedi Aniston in Cougar Town di Courteney Cox.

E vedere i sei attori riunirsi sui vecchi set dove hanno trascorso un decennio della loro vita è un promemoria che la comodità delle riunioni su Zoom si paga da altre parti. È divertente, e insieme inquietante, vederli vagare per il Central Perk, guardare Matt LeBlanc e Matthew Perry sdraiarsi sulle poltrone in pelle di Joey e Chandler o osservare gli altri reagire ogni volta che Aniston – sempre con grande esuberanza – ricorda male un dettaglio. Ne è valsa la pena di aspettare tutto questo tempo? Quello di HBO Max è stato un buon investimento? Solo il contabile di WarnerMedia può rispondere a questa domanda. Dal punto di vista dell’intrattenimento, però, le parti in cui i sei protagonisti girano per quei palchi così familiari sono tra gli esempi migliori di reunion, in parte anche perché è molto raro sentire qualcuno di loro parlare dello show oggi. E ancora più difficile è che lo facciano tutti insieme.

Detto questo, la semplicità degli incontri su Zoom significa anche che l’attenzione è concentrata sulle persone che parlano e raccontano aneddoti, mentre Friends: The Reunion di quei momenti non ne ha mai abbastanza. E ogni parte dello spettacolo che non vede soltanto i sei attori chiacchierare tra loro fatica per giustificare la sua esistenza.

Lo speciale è composto da sette parti cucite insieme: 1) gli attori che parlano insieme sul palco; 2) i nostri che fanno un reboot del quiz tratto da uno degli episodi più amati, La scommessa, per vedere chi ricorda meglio la trama dello show; 3) i magnifici sei seduti intorno a un tavolo mentre rileggono scene famose, con le nuove performance intervallate da spezzoni degli originali; 4) gli attori, tutti in tiro e seduti davanti alla mitica fontana della sigla, intervistati da James Corden di fronte a una piccola folla di fan socialmente distanziati; 5) nuove interviste ai creatori di Friends Marta Kauffman e David Crane, e al produttore esecutivo Kevin Bright, che spiegano il fenomeno; 6) testimonianze di fan, sia persone comuni che altre celebrità come David Beckham e BTS; 7) gli attori che riguardano clip e papere dello show.

Come suggerisce il paragrafo qui sopra, è uno speciale overprodotto, soprattutto perché molti di quelle parti sono composte a loro volta segmenti più piccoli, come una bizzarra sfilata di abiti memorabili di Friends durante uno dei passaggi di Corden. E la maggior parte del materiale che coinvolge persone al di là dei sei membri del cast sembra pensato per cercare di spiegare perché Friends è un cult, quando è probabile che chiunque inizi a rivederlo in streaming lo faccia perché ha già un grande affetto per la sitcom.

Sì, è toccante sentire persone in tutto il mondo raccontare storie di conflitti personali che Ross e Rachel hanno contribuito a superare. Ma non è necessario, perché storie simili possono essere (e sono state) raccontate a proposito di qualsiasi prodotto di intrattenimento popolare. Beckham e Kit Harington che discutono su quale personaggio preferiscano non aggiungono nulla, e anche le interviste con Kaufman, Crane e Bright nel migliore dei casi sfiorano la superficie della storia di Friends. (Alludono, ad esempio, ai molti attori che hanno fatto un provino per la maggior parte dei ruoli, ma l’unico riconoscibile è Louis Mandylor, che è stato surclassato da Matt LeBlanc e ha recitato in un episodio nei panni di un tizio che finge di essere il fratello gemello di Joey.) Una manciata di guest memorabili di Friends compare in diversi segmenti, e molti aggiungono poco, oltre a ricordarci che li abbiamo apprezzati nello show. Anche quando si ha un buon aneddoto – Maggie Wheeler spiega di aver inventato la risata-marchio di fabbrica di Janice come meccanismo di difesa per evitare di danneggiare il suo personaggio, dato che trovava Matthew Perry troppo divertente – sembra quasi una distrazione dal nucleo principale.

Il cast con James Corden. Foto: Terence Patrick/HBO MAX/Sky

Corden non è il massimo come host della conversazione davanti alla fontana. Ripete spesso argomenti di cui gli attori hanno già discusso da soli, e pare il moderatore di un panel del Comic-Con eccessivamente entusiasta che farebbe meglio a farsi da parte e lasciare spazio agli ospiti. Di tanto in tanto alcune conversazioni sono deliziose, vedi la gioia che prova Perry nel sentire Schwimmer raccontare in modo molto serio e dettagliato perché odiava lavorare con la scimmia che interpretava Marcel. Il più delle volte, però, sono elementi ridondanti in uno speciale che ne ha già parecchi di suo.

L’energia è diversa quando gli attori sono da soli. Come sottolineava Schwimmer, nessun altro può capire davvero quello che hanno passato, e quella sensazione è palpabile durante lo speciale. C’è una disinvoltura e un candore tra loro che scompaiono quando invece parlano davanti alla fontana. Matthew Perry in particolare è crudo e naturale con i suoi vecchi colleghi – alludendo spesso a quanto disperatamente aveva bisogno delle risate del pubblico in studio – mentre nell’altra situazione sembra quasi esibirsi per il pubblico e Corden. C’è una conversazione tra Schwimmer e Aniston che si svolge sia nella parte “pubblica” che in quella più privata dello speciale, e la seconda è molto più interessante e illuminante per ciò che viene detto e come (no spoiler).

Anche se le clip d’archivio sono per la maggior parte inutili nell’era di YouTube (*), funzionano bene come accenti e intermezzi per le parti di lettura. Non è solo che gli attori sono tutti più vecchi (e, nel caso di LeBlanc – come scherza lui stesso – più in carne), ma offrono l’opportunità di vedere con quanta facilità alcuni di loro riescano a tornare nel personaggio dopo così tanto tempo (Lisa Kudrow entra ed esce dalla sua Phoebe senza sforzo), mentre per altri si percepisce un po’ più di fatica.

(*) Ci sono alcune papere clamorose, in particolare di Schwimmer, Perry e Aniston in preda all’isterismo dopo che il regista ha interrotto la famosa sequenza di “Fai perno!” col divano per le scale. Quella scena, però, è apparsa anche in altri speciali.

Forse la versione dello show che tutti volevano fare un anno fa sarebbe stata più semplice, e tutto il materiale extra e gli ospiti sono stati aggiunti per differenziarlo dalle molte reunion che ci sono state nel frattempo. Ma avere tutti e sei i protagonisti sotto il loro vecchio tetto dovrebbe essere sufficiente di per sé. Come dice Lisa Kudrow quando arriva per la prima volta sul set e vede Schwimmer: «Questo è tutto quello che mi interessa». È quello di cui tutti dovremmo preoccuparci, anche se Friends: The Reunion sembra pensarla diversamente.

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Friends: The Reunion sarà disponibile on demand su Sky e in streaming su NOW in contemporanea con gli Stati Uniti, il 27 maggio alle 9 di mattina (in v.o. sottotitolata). Alla stessa ora andrà su Sky Atlantic. In prima serata, dalle 21.15, andrà in italiano su Sky Atlantic e Sky Uno.

Da Rolling Stone USA

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