In Italia servono più film come ‘Maschile singolare’ | Rolling Stone Italia
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In Italia servono più film come ‘Maschile singolare’

La ‘gay dramedy’ di Prime Video è ben scritta e recitata (da Giancarlo Commare, Gianmarco Saurino e Eduardo Valdardini). E, soprattutto, decisamente contemporanea. In un cinema (il nostro) che sembra sempre scollato dalla realtà, è il primo grande successo

In Italia servono più film come ‘Maschile singolare’

Giancarlo Commare e Gianmarco Saurino in ‘Maschile singolare’ di Alessandro Guida e Matteo Pilati

Foto: Amazon Prime Video

Giancarlo Commare è diventato grande

Giancarlo Commare è Antonio. Foto: Amazon Prime Video

Avevamo conosciuto Giancarlo Commare come uno dei volti della serie d’autore che delle nostri parti è diventata il benchmark del genere teen (e non solo). Ma se in SKAM Italia interpretava Edoardo Incanti, il bad boy più popolare della scuola, “macho” al punto da venire alle mani ogni volta che qualcuno minacciava i suoi amici e che si redimeva soltanto per amore di Eleonora (Benedetta Gargari), in Maschile singolare (disponibile su Prime Video) la sfida è diametralmente opposta. Antonio è piuttosto introverso, laureato in architettura, appassionato di pasticceria e appena mollato dal marito da cui dipendeva in tutto e per tutto. È in un momento di fragilità estrema, e sono proprio quelle parti in cui Commare dà il meglio di sé. Il film unisce una delicatezza e una sensibilità rare, che Giancarlo incarna perfettamente, a situazioni più scanzonate, divertite e pop. Ma niente (dalla regia alla scrittura: il copione è degli esordienti Alessandro Guida e Matteo Pilati, insieme a Giuseppe Paternò Raddusa) è mai fuori posto. A partire da lui. Chapeau.

Non esistono piccole parti (quando gli attori sono bravi)

Eduardo Valdarnini e Giancarlo Commare. Foto: Amazon Prime Video

Non esistono piccole parti, ma solo piccoli attori. Parola di Stanislavskij. E in Maschile singolare gli attori non sono affatto piccoli, anzi. I due supporting Gianmarco Saurino e Eduardo Valdardini sono tra i punti di forza del film, merito anche della mano con cui la coppia di registi li dirige. Il primo nasconde un’anima gentile dietro i modi apparentemente ruvidi del suo sexy fornaio, e si riconferma uno dei nomi di punta della nuova generazione di attori italiani; il secondo, dopo Suburra – La serie, mette corde del tutto inedite nel ritratto übercamp (e insieme tenerissimo) del suo Denis. Bravi ragazzi, e pure la ragazza: Michela Giraud, dopo il successo di LOL – Chi ride è fuori, è perfetta anche da attrice, nei panni dell’amica “frociarola” (si può ancora dire?) del protagonista.

Una storia di empowerment travestita da rom-com LGBTQ+

MASCHILE SINGOLARE - TRAILER UFFICIALE | AMAZON PRIME VIDEO

Sì, va bene. Se proprio lo dobbiamo incasellare, Maschile singolare potrebbe stare nella categoria dei film LGBTQ+ su Amazon Prime Video. Se vogliamo scendere ancora più nel dettaglio del genere (filmico, eh), possiamo parlare di rom-com LGBTQ+. Ma poi: dobbiamo necessariamente mettere delle etichette? Ecco, se tocca farlo, allora noi puntiamo più su “storia di empowerment”, quelle in cui qualcuno lotta per trovare finalmente se stesso e il suo posto nel mondo. Chissenefrega del suo orientamento sessuale e degli annessi e connessi. Certo, per come stiamo messi ancora dalle nostri parti (vedi più avanti), probabilmente è importante e giusto sottolinearlo. Ma Maschile singolare è soprattutto un coming of age in età adulta, che pare un controsenso, ma non lo è. Una relazione finita male, la ricerca di un lavoro e dell’indipendenza economica ed emotiva, la riscoperta di una passione, gli incontri/scontri sulle app, il sesso occasionale, gli amici vecchi e nuovi. Un inno alla reinvenzione di se stessi.

Benvenuti nella contemporaneità

Un film italiano perfettamente calato nel tempo in cui è pensato, scritto, prodotto: incredibile, ma vero. Maschile singolare vale più di mille DDL Zan, nel fare una ricognizione precisa del mondo omo (e non solo) del nostro presente. Un’epoca in cui esistono già i divorzi gay e – da un punto di vista di puro e semplice storytelling – è assolutamente normale (perdonate l’aggettivo) mettere al centro di una storia un ragazzo omosessuale e tutte le sue vicissitudini sessual-sentimentali. Meno post da (finti) attivisti su Instagram, più film come questo: fanno bene a tutti.