Uno striscione, un megafono e rivendicazioni rivolte alla platea contro le politiche sull’immigrazione del governo. È la contestazione inscenata da un gruppo di attivisti durante un concerto di Giovanni Lindo Ferretti a Bologna lo scorso 9 giugno.
Il pubblico rumoreggia, poi apertamente chiede di smettere, decisamente più interessato all’esibizione dell’ex CCCP e C.S.I. Per alcuni minuti, però – come è visibile nel video girato da uno spettatore – la contestazione va avanti per cercare di chiarire il perché dell’irruzione: «Ci sono persone che stanno morendo, affogate in un tratto di mare che gli è vietato», dice il ragazzo al megafono, resistendo ai primi inviti ad andarsene delle persone sedute di fronte al palco.
«In questo istante ci sono compagne e compagni che per il fatto di aver lottato contro questo mondo infame stanno marcendo in galera», aggiunge provando a estendere il discorso, mentre lo striscione che viene innalzato recita: “Una Repubblica fondata sulle stragi”. «Scusate se vi diamo fastidio, ma provate ad attualizzare questi concetti. Siamo qui per dare seguito a libertà, solidarietà, conflitto in un mondo che mette davanti le merci agli esseri umani…».
A questo punto è il pubblico a contestare i contestatori, coprendo la voce dell’attivista anche con il battito di mani a tempo con la band, che nel mentre ha iniziato a intonare il brano Per me lo so e in un battibaleno il clima torna quello di un concerto. Ma è lo stesso Giovanni Lindo Ferretti che, al momento della pausa prima dei bis, chiede di essere ascoltato e stupisce tutti: «Mi si è fermato un attimo il cuore quando ho visto lo striscione e ho detto: cazzo, io ero così!».
Ovazione della folla (e qualche fischio) al chiaro riferimento al suo passato. E ha aggiunto una enigmatica frase delle sue: «Io non so giudicare queste cose. Per me, finché siete vivi sono contento. E poi vorrei essere contento anche quando morite, perché comunque succede, deve succedere, ed è bello festeggiare anche quello».
Nel corso dello stesso concerto Ferretti ha reso omaggio a Franco Battiato interpretando Aria di rivoluzione, che aveva già intonato pochi giorni prima in un intervento al Dams.