Nel 2016 il canale YouTube Every Frame a Painting, piattaforma dedicata all’analisi tecnica dei prodotti cinematografici, realizzò un esperimento sociale interrogando alcuni passanti e chiedendo loro se riuscivano a ricordare e canticchiare alcuni temi musicali che avevano reso indimenticabili film come Star Wars o Harry Potter. Alla domanda su quali fossero i temi musicali principali del mondo Marvel, nessuno fu in grado di rispondere. Il tema del sondaggio non era incentrato sul livello qualitativo delle colonne sonore del Marvel Cinematic Universe, ma su quanto la musica non rimanesse realmente impressa negli spettatori soprattutto a livello narrativo e nella rappresentazione sonora dei personaggi.
Nonostante ad oggi l’universo MCU sia il franchise con più incassi nella storia del cinema e con il più alto impatto culturale, la musica fino a pochi anni fa veniva considerata una parte marginale nel processo artistico: creava una scarsa empatia e congiunzione tra il comparto musicale e la costruzione meticolosa dei vari personaggi che popolano e rendono unici i progetti Marvel. La precedente tecnica di lavorazione sonora consisteva presumibilmente nell’utilizzare tracce temporanee, o comunemente dette “d’appoggio”, che potessero evocare un determinato mood emotivo coerentemente collegato con la sequenza da sonorizzare e, successivamente, per dare ritmo nella fase di montaggio.
Il rischio nell’utilizzare questa tipologia di sonorizzazione, che dovrebbe solamente servire da partitura temporanea, è che diventa la guida ed il fine a ciò che i produttori, e in particolar modo il regista, aspirano in termini di tono, tempo e intensità per la partitura finale. La musica si fissa all’immagine ed i registi «possono sviluppare un caso di amore temporaneo e sono restii a uccidere il loro tesoro». Il risultato finale risulta asettico e poco convenzionale rispetto a quelle che sono le nuove tecniche legate alla musica per il cinema, soprattutto da un punto di vista emotivo, esperienziale, interattivo e di costruzione del personaggio. Questo non permette al compositore di potersi esprimere liberamente rispetto al brief imposto, e di conseguenza la musica diventa neutra e poco caratterizzante.
Il lavoro realizzato da Every Frame a Painting, proprio per questo motivo, ci mostra quanto la musica composta per i film Marvel fosse completamente distaccata dalla narrazione e accuratamente progettata per non essere “d’intralcio”. Una scelta sicura per non distogliere lo spettatore dal filo narrativo centrale, non considerando che la musica è un elemento fondamentale nel creare una connessione emotiva con il pubblico. Basti pensare alla sequenza di Captain America: The Winter Soldier, mostrata nel video, dove Steve Rogers si reca nel museo di Captain America e rivede i membri degli Howling Commandos e la sua ex compagna Peggy Carter. La musica composta da Henry Jackman empatizza perfettamente con le sensazioni provate dal protagonista nel rivivere il suo passato, ma il tutto viene invaso da una voce fuoricampo che ci ricorda la storia di Captain America, non aggiungendo nessun elemento narrativo ulteriore ai fini della storia.
Ma cos’è che è cambiato oggi nell’approccio alle colonne sonore Marvel che lo discosta così tanto dal passato? Già a partire da Black Panther, con il coinvolgimento di Ludwig Göransson (vincitore del premio Oscar per la miglior colonna sonora) e Kendrick Lamar, la musica incarnava perfettamente la commistione fra la tradizionale strumentazione africana con gli elementi orchestrali che da sempre contraddistinguono il mondo dei supereroi. Göransson ha intrapreso un viaggio nell’Ovest del Sudafrica proprio per comprendere ed imparare dai musicisti locali, «un mondo musicale nuovo nella speranza di onorare le loro tradizioni».
La colonna sonora contribuisce alla costruzione del mondo di Wakanda, nazione africana high-tech che non è mai stata soggetta al colonialismo, permettendo di comprendere gli elementi dell’afrofuturismo, «movimento letterario e musicale che esplora l’identità, la cultura e le lotta afroamericana attraverso la lente della fantascienza» su cui si basa Black Panther. In precedenza, mai nelle produzioni MCU si era entrati così a fondo nella narrazione musicale tanto da replicarne ed approfondire gli stilemi su cui si basa l’origine del personaggio di T’Challa (Chadwick Boseman), primo supereroe afroamericano nella storia dei comics.
Con l’espansione del mondo Marvel, attraverso la creazione di nuovi spin-off coerentemente collegati con la trama centrale degli Avengers, si è venuto a creare un dipartimento musicale che investe nelle sonorità attuali e nei nuovi compositori, con un occhio di riguardo per le sigle che generano entusiasmo lasciando degli indizi sonori che alimentano i misteri che si dipanano intorno al personaggi. Questo si denota perfettamente nei primi tre prodotti realizzati in collaborazione con Disney: WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier e Loki. Se pur le colonne sonore risultano differenti per genere, rispondono perfettamente alla nuova linea sonora dettata da Marvel, che, indagando nelle back-stories dei personaggi, permette di sperimentare nuove vie sonore nel ricercare la perfetta raffigurazione musicale narrativa.
WandaVision, grazie alla coppia Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez (Oscar per Frozen e Coco), riscrive la forma nell’utilizzo della musica nelle sitcom creando una composizione unica, dilazionata in sei episodi, in cui vivono contemporaneamente le due anime principali della serie: sonorità brillanti e patinate (realtà apparente) con un risvolto inquietante e nascosto. The Falcon and the Winter Soldier, incorporando i motivi musicali già scritti da Jackman per i film incentrati su Captain America, espande la musica costruendo una colonna sonora incentrata su Sam Wilson, che alla fine diventerà il nuovo Captain America. «Volevo rappresentare tutte le sfaccettature di Sam Wilson nel suo Dna musicale», ha dichiarato Jackman a Variety. «Il tema Louisiana Hero fa riferimento alle sue radici bayou (ecosistema tipico del delta del Mississippi, nda) con chitarra blues e figure di organo, poi a metà strada entrano i fiati e la sensazione eroica inizia a prendere il sopravvento».
Fino a Loki, che ad oggi rappresenta il lavoro più sperimentale e rivoluzionario per una colonna sonora MCU. Scritta da Natalie Holt, seconda compositrice coinvolta dopo Pinar Toprak, è una coraggiosa congiunzione di strumentazione classica, strumenti folk scandinavi ed i misteriosi suoni ancestrali del theremin, in principio associati ai film di fantascienza degli anni ’50 a cui Loki si ispira, oltre che un chiaro omaggio a una delle più importanti musiciste nella storia del cinema conosciuta per le sue composizioni sperimentali con il theremin, Wendy Carlos. Per la compositrice era fondamentale esaltare due elementi principali ai fini narrativi: il viaggio temporale e la possibilità di variarne la linea scandita dal ticchettio analogico di un orologio e la musica scandinava per ricordare le origini mitologiche di Loki. Loki, infatti, nella mitologia nordica è considerato il Dio dell’astuzia e dell’inganno; e per questo motivo, per scandire le sue azioni ed i ricordi verso il suo luogo di nascita, Asgard, sono stati utilizzati strumenti come il violino hardanger e il nyckelharpa a corde per entrare ancor più a fondo nella descrizione del personaggio e nel suo passato.
Le colonne sonore del mondo MCU stanno dettando una nuova via del mondo della musica per il cinema, dando finalmente la giusta importanza a quanto di buono era già stato fatto in precedenza ma che non veniva del tutto esaltato per lasciare spazio alla narrazione centrale. Un mondo così vasto come questo non poteva non esaltare il fine musicale che ogni personaggio nasconde dentro di sé e, grazie anche al numero crescente di serie tv sul tema, la Marvel sta investendo sempre di più sul comparto musicale, con nuove e specifiche tecniche compositive che possano rispecchiare il nuovo linguaggio musicale seriale.