Per la terza volta nel giro di pochi mesi, lo storico-star Alessandro Barbero – che, è bene ricordarlo, è un professore universitario di mezza età che durante la pandemia è diventato famosissimo grazie ai video delle sue conferenze di storia caricati su YouTube – è finito al centro di un polverone mediatico.
Se i primi due casi riguardavano le sue esternazioni sulle foibe (“furono un orrore, ma ricordare quei morti e non altri è una scelta solo politica”, aveva detto, criticando l’istituzione del Giorno del ricordo e chi paragona le foibe all’Olocausto) e sul Green Pass (si era detto contrario alla misura ma favorevole all’obbligo vaccinale), stavolta il tema dello scivolone che l’ha fatto diventare l’oggetto del dibattito pubblico è un altro: i rapporti di genere.
Intervistato da La Stampa, Barbero si è sentito porre una domanda sul perché le donne facciano così tanta fatica ad arrivare a ricoprire ruoli di potere nella società, a fare carriera e a essere pagate come gli uomini. La risposta di Barbero ha prima sottolineato come la situazione sia migliorata negli ultimi 50 anni: “Di fronte all’enorme cambiamento di costume degli ultimi cinquant’anni, viene da chiedersi come mai non si sia più avanti in questa direzione. Ci sono donne chirurgo, altre ingegnere e via citando, ma a livello generale, siamo lontani da un’effettiva parità in campo professionale”.
E ha proseguito: “Rischio di dire una cosa impopolare, lo so, ma vale la pensa di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi. È possibile che in media, le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi? Credo sia interessante rispondere a questa domanda. Non ci si deve scandalizzare per questa ipotesi, nella vita quotidiana si rimarcano spesso differenze fra i sessi”.
Ed è stato proprio quel passaggio sulle “differenze strutturali” a scatenare le polemiche di chi ci ha letto un’implicita ammissione dell’inferiorità delle donne rispetto agli uomini, o di una diversità biologica che le renderebbe incompatibili con determinati ruoli nella società.
Strutturali.
[ma cos’è, una gara a chi la spara più grossa?]
Barbero su Stampa, oggi. pic.twitter.com/YZ7bdLqJfC— Marianna Aprile (@mariannaaprile) October 21, 2021
Dopo le prime polemiche sui social, è arrivata l’amplificazione dei giornali che hanno fatto i titoli sulla “frase sessista” di Barbero. E in breve la palla è passata anche alla politica: il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, membro della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ha chiesto l’allontanamento di Barbero dalla Rai: “Sarebbe giusto e doveroso che con ‘spavalderia e sicurezza di sé’ la presidentessa Rai Marinella Soldi chiedesse lo stop immediato a tutte le collaborazioni Rai presenti e future con il professor Barbero. Mi auguro che il Cda affronti subito la questione”.
Sarebbe giusto e doveroso che con "spavalderia e sicurezza di sé" la presidentessa Rai Marinella Soldi chiedesse lo stop immediato a tutte le collaborazioni Rai presenti e future con il professor Barbero. Mi auguro che il Cda affronti subito la questione https://t.co/bVfBmjgy6n
— Michele Anzaldi (@Michele_Anzaldi) October 21, 2021
Ora, al di là di quello che voleva dire Barbero, sulla cui frase sono state fatte nel frattempo diverse esegesi – ad esempio il fatto che abbia utilizzato l’espressione “strutturali” e non “naturali” può voler dire che intendesse che si tratta di differenze tra i sessi non legate alla biologia ma alle influenze della società, ovvero al patriarcato, ovvero che stesse dicendo una cosa femminista e che non sia stato capito – qual è il senso di tutta questa storia?
Tanto per cominciare, il fatto che ogni mese ci sia una polemica su questa o quella frase di Barbero è indicativo di come le polemiche siano attivamente ricercate da tutte le parti in causa – giornalisti, editori, commentatori sui social – eccetto forse il solo Barbero. Di come in qualsiasi frase si possa leggere tutto e il contrario di tutto a seconda degli occhi di chi guarda.
Di come, anche, la fama finisca per logorare chi ce l’ha: Barbero è un professore esperto di Medioevo, eppure il suo nuovo ruolo di star dei social l’ha trasformato in un opinionista chiamato a esprimersi su questo e quel tema che esulano dalle sue competenze di studioso, finendo per fare scivoloni. Forse è troppo spavaldo e sicuro di sé per rifiutare interviste che rischiano di ritorcersi contro di lui? Sarebbe interessante rispondere anche a questa domanda.