«La musica e l’arte dovrebbero esprimere e alimentare gioia, armonia, amicizia, positività, bellezza. Perché tanta cattiveria ragazzi miei? Solo per cercare un po’ di notorietà? Vogliamoci bene, peace and love».
Con queste parole, accompagnate su Instagram da un cuoricino rosso, Matteo Salvini ha commentato quanto accaduto domenica allo Stadio San Siro durante la partita Milan-Inter rispondendo sia a Ghali, sia a Jake La Furia. Quest’ultimo infatti ieri ha detto a Radio 105 che «tralasciando le buone maniere, io avrei fatto la stessa cosa» e «lo avrei insultato e mi spiace non esserci stato, sono contro qualsiasi cosa Salvini pensi».
«Ognuno deve ricevere quello che dà», ha detto ancora Jake La Furia. «Salvini dice delle cose agghiaccianti a tutto il Paese senza preoccuparsi di ferire le persone che sono colpite dalle sue parole. Si dice: chi semina vento raccoglie tempesta. Se tu apri la bocca spesso e volentieri per ferire delle categorie, può essere che quelle categorie quando le incontri non se la tengano».
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Nel video diffuso ieri non era possibile capire il motivo del litigio tra Ghali e Salvini. Secondo la ricostruzione di Dagospia, che era seduto dietro al rapper, dopo il gol del Milan (sembrava per un colpo di testa di Tomori, in realtà il pallone è stato deviato involontariamente in rete da De Vrij), Ghali avrebbe gridato in direzione di Salvini: «Buffone, tu che cazzo esulti? Ha segnato un nero. Un nero come me, come tanti e come tanti di quelli che tu fai morire in mare! Vergognati!» (Dagospia specifica che si tratta di un virgolettato fedele al senso e non alle precise parole del rapper).
Questa è invece la ricostruzione della Lega diffusa ieri: «Matteo Salvini è stato aggredito verbalmente da Ghali durante il primo tempo di Milan-Inter di ieri sera. Il leader della Lega era in tribuna con il figlio, e subito dopo il gol del pareggio gli si è avvicinato il rapper in evidente stato di agitazione. Ghali ha urlato una serie di insulti e di accuse farneticanti a proposito dell’immigrazione – cercando di filmarsi col cellulare – ed è stato subito allontanato, tra lo sconcerto degli altri spettatori. La società rossonera si è scusata con Salvini, che sul momento non aveva riconosciuto Ghali né aveva compreso i motivi della sua alterazione».
Oltre al post Instagram, Salvini ha parlato dell’accaduto a Quarta Repubblica, il talk politico di Rete 4 condotto da Nicola Porro: «Sarò vecchia maniera, ma non conoscevo il signor Ghali, né il signor Jake La Furia. Preferisco De André, De Gregori, Battisti o Vasco. Mi è spiaciuto perché ero in un momento di tranquillità allo stadio con mio figlio che riesco a vedere poco, ma almeno una partita di calcio dovrebbe essere esente dalla polemica, vederci un ossesso che assatanato mi urla “assassino assassino!” quando il Milan pareggia l’1-0 del’Inter perché io volevo il male del mondo, sono un razzista, sono un fascista».
E ancora: «Io ho invitato questi signori a bersi un caffè. Il Covid ci dovrebbe insegnare che il nemico è la malattia, la disoccupazione, la precarietà, la criminalità, non Salvini. Se ti guardano, spero che si rilassino, si facciano una tisana e se vogliono li invito a bere un caffè a parlare di musica. Poi a qualcuno piace Jake La Furia, a qualcuno piace Ghali, io preferisco Max Pezzali e Lucio Battisti, però peace and love, non è il momento di litigare».
Due anni fa Salvini diceva non solo di conoscere la musica di Ghali, ma anche di apprezzarla, nonostante gli attacchi del rapper contenuti nel remix di Vossy Bop: «Mi insulta» scriveva leader della lega su Twitter, «ma la sua musica non mi dispiace, è grave???».
“C’era un politico fascista che annusava l’ambiente”.
Mi insulta ma la sua musica non mi dispiace, è grave???😎https://t.co/Ucdd5l2rSA— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 19, 2019
Salvini dice di amare Vasco Rossi, ma anche con lui non va granché bene. Nel presentare l’album Siamo qui, Vasco ha detto che «in Italia c’è una destra estremista. La destra ci deve essere, eh, ma non pericolosa. Questi invece sono irresponsabili che cavalcano le paure della gente, incattivendola. I toni della Meloni e di Salvini sono divisivi, creano odio per avere consensi in più».