A inizio 2009, un certo Satoshi Nakamoto lancia un’invenzione rivoluzionaria: è il “Bitcoin”, la prima criptovaluta completamente indipendente e decentralizzata. Due anni più tardi, questo fantomatico personaggio sparirà dalla circolazione. In sei video, la nuova serie di ARTE prova a risalire alle origini della moneta digitale, a partire dalla misteriosa identità del suo creatore (tuttora senza volto).
1La crittografia
Questa forma di comunicazione, leggibile solo da chi ne conosce i codici, fu essenziale per le nazioni coinvolte nella Seconda Guerra Mondiale. Ma lo sarà ancor di più per gli scambi commerciali nell’era del web: un gruppo di informatici – chiamati “Cypherpunks” – tentò infatti di codificare una moneta elettronica, anonima, libera da legami con banche o altri intermediari finanziari. Il progetto fallisce, tranne per tale Satoshi Nakamoto, che in piena crisi subprime e dei titoli “tossici” crea il codice dei bitcoin.
2Che la guerra abbia inizio
I bitcoin, o moneta digitale, cominciano ad essere utilizzati da chi ne ha più bisogno nell’ecosistema del web: ovvero, figure come i whistleblower ma soprattutto i net-criminal.
A questo punto, Satoshi Nakamoto si sfila dal progetto della prima criptovaluta della storia, lasciando ben pochi indizi sulla sua reale identità.
3Una fortezza impenetrabile
Mentre i media (Newsweek in testa) pensano di aver rivelato il volto che si nasconde dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, il programma dei Bitcoin sta facendo sempre più adepti: libera, policentrica e indecifrabile per natura, la criptovaluta è oggetto di una nuova corsa all’oro.
4Soldi, soldi, soldi
“Un giorno puoi permetterti una pizza, il giorno dopo ti compri un’auto sportiva”. Il progetto Bitcoin assume dimensioni fuori dal normale: ormai si parla più delle grandi fortune che ha generato e non della sua portata rivoluzionaria sul piano tecnologico. La febbre della criptovaluta è talmente alta che un certo Craig Wright, all’improvviso, rivendica la paternità del Bitcoin. Credibile?
5Davide contro Golia
Tutti vogliono saltare sul carro del vincitore. Dal boom della criptovaluta Bitcoin, epigoni di Satoshi Nakamoto si sono lanciati nel settore del “blockchain”, la tecnologia che sottende alla sua invenzione. Anche grandi imprese cavalcano l’onda, tra cui Facebook di Mark Zuckerberg.
6L’Apocalisse?
Non solo Facebook: è il turno di Stati e Banche centrali di interessarsi alle criptovalute. La Cina è il paese più avanzato da questo punto di vista, con il suo e-Yuan, che sembra però in antitesi con i valori promossi da Satoshi Nakamoto: open-source, libertà, decentralizzazione… Riuscirà la sua invenzione a non lasciarsi sopraffare dagli eventi?