È morta di Parkinson a 87 anni Joan Didion, tra le voci più rilevanti della cultura americana del ‘900 (e oltre). Giornalista, romanziera, saggista, sceneggiatrice, intellettuale libera ed eclettica, è stata una delle voci più influenti del cosiddetto New Journalism, capace di rivoluzionare il modo di raccontare la società e la politica negli Stati Uniti degli anni ’70.
Il percorso di Didion era in realtà iniziato molto prima. Nata e cresciuta a Sacramento, si laureò in Lettere all’Università di Berkeley nel 1956, ma già durante gli anni di studio iniziò a collaborare come assistente nella redazione di Vogue.
Il suo primo libro è il romanzo Run, River, pubblicato nel 1963, seguìto dalla prima raccolta di saggi che la definisce per sempre: Verso Betlemme, del 1968. Dieci anni più tardi esce un altro dei suoi lavori più celebri, The White Album, una raccolta di articoli scritti per testate come Life, Esquire, The Saturday Evening Post, The New York Times e The New York Review of Books. Sempre degli anni ’70 è Prendila così, un altro dei suoi romanzi più famosi, ambientato a Hollywood.
Tra i suoi volumi più noti anche Democracy (1984), Miami (1987), Il suo ultimo desiderio (1996, da cui di recente è stato tratto un – brutto – film con Anne Hathaway e Ben Affleck), Political Fictions (2001), fino a L’anno del pensiero magico, scritto nel 2004 in seguito alla morte del marito e collega John Gregory Dunne: vincitore del National Book Award per la saggistica, è diventato uno dei suoi più grandi e noti bestseller.
Nel corso della sua carriera, Didion è stata anche sceneggiatrice di film: Panico a Needle Park (1971), Play It As It Lays (1972, basato sul suo romanzo), È nata una stella (nella versione del 1976 con Barbra Streisand) e Qualcosa di personale (1996).
Di recente era diventata anche una fashion icon (a ottant’anni!) grazie alle fotografie scattate per una (ovviamente viralissima) campagna di Céline.