Meglio: Zendaya
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Zendaya sa decisamente come si calca un red carpet. E gli Oscar 2022 lo confermano: sorpresona, eh? In custom Valentino, che l’ha voluta anche nel suo ultimo “film”, abbatte definitivamente la barriera del formale/informale, abbinando alla gonna a sirena paillettata da abito di gala una camicia vezzosamente “sforbiciata”. Quasi una Sharon Stone in white shirt con gonna da sera che ha fatto la storia dei red carpet anni ’90 in versione reloaded. Come solo Zendaya avrebbe potuto e saputo fare. Euforia social generale.
Peggio: Jessica Chastain
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Ogni annata ha la sua Barbie. Ci ha provato Lily James, col suo rosa Versace, ma poi a rubarle la scena è arrivata Jessica Chastain in Gucci. Che fa quel che deve fare Gucci: sarà dunque una specie di installazione? L’installazione, per essere precisi, di una bambolona lilla e oro “in a Barbie World“, a dispetto dell’innata eleganza dell’attrice. E, chissà, anche un omaggio alla kitschissima Tammy Faye, la telepredicatrice evangelica che Jessica interpreta nel biopic arrivato agli Academy Award. Vogliamo credere che sia andata così: se no il colore viola davvero non si spiega.
Meglio: Timothée Chalamet
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Anche gli uomini devono “farlo strano”? Sì, ma non tutti possono permettersi una tale classe. Tra look maschili decisamente discutibili (andate a googlare Rickey Thompson), Timothée nostro sembra quasi parodiare sé stesso e la sua innata capacità di essere contemporaneissimo senza farlo pesare. Ovvero: fashionisticamente fluido, ma non impugnando mai nessuna bandiera. È un ragazzo di questo tempo e di questa moda, punto. Nicolas Ghesquière di Louis Vuitton gli ha dato una giacca sbrilluccicante, lui non ci ha messo sotto niente e si è avviato verso il Dolby Theatre. Tutto come doveva essere, anche stavolta.
Peggio: Kristen Stewart
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Gli Chanel di Kristen solitamente sono una lezione di stile super contemporaneo. E allora cos’è successo per la prima sudatissima nomination di Stewart? Short inspiegabili sul red carpet, camicia bianca aperta, giacchina un po’ basic, praticamente look da chupitera nei peggiori bar di LA. Va bene il capello neo-punk, ma il resto… really?
Meglio: Lupita Nyong’o
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Tra look decisamente dimenticabili e quelli zarri che più zarri non si può (vedi Jada Pinkett Smith versione modern-gothic Rossella O’Hara), per non sbagliare Lupita va sul sicuro: l’oro Oscar, che non scivola mai. Niente di trascendentale, direte voi: sì, ma è Prada. E quel mix di paillettes e inserti simil-charleston funzionano benissimo pure con la sua pettinatura afro. New classic.
Peggio: Renate Reinsve
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Il peggior vestito di questo tappeto rosso? Forse no, ma dalla nostra favourite Renate Reinsve, l’attrice norvegese protagonista della Persona peggiore del mondo (capito il giochetto?), ci aspettavamo decisamente di più. Tra goth e mercatino, non si salva niente. E nemmeno la sua faccia pare convinta: davvero è Louis Vuitton come (quasi) tutti gli altri che si son visti sfilare? E perché a me avete dato il più brutto?
Meglio: Maggie Gyllenhaal
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La quota intellò/bobo/palincula (pardon) chi poteva letteralmente vestirla, se non Maggie Gyllenhaal? Che, in Schiaparelli, fa quello che almeno una star deve fare su ogni red carpet che si rispetti: venire per finire su Man Repeller (RIP). Con un abito che è, insieme, serissimo e ironico, come da tradizione della maison parigina. Qualcuno sui social ha paragonato il suo vestito a un Tetris fai-da-te: ci piace anche per questo.
Peggio: Billie Eilish
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Altro Gucci, altra bambolona: ma stavolta una di quelle che Orietta Berti tiene in fila sul letto, però versione darkissima. Ruches nere che più nere non si può, in pendant con il caschetto corvino: la songwriter che sul palco ha portato la bondiana No Time to Die ci è e ci fa, lo sappiamo, ma non si schioda da questo immaginario ormai un po’ trito. Christina Ricci ha appena annunciato che tornerà diretta da Tim Burton, ma in un altro ruolo, nella serie Netflix dedicata alla “sua” Mercoledì Addams: non è che c’è una particina anche per Billie?