Tre settimane fa Roger Waters ha scritto una lettera aperta a Olena Zelenska, addossando buona parte delle colpe della guerra in Ucraina al di lei marito Volodymyr Zelensky: «il massacro serve solo agli interessi degli estremisti in Occidente e in Ucraina»; il presidente ucraino ha fatto sì che «decisioni totalitarie e antidemocratiche» prevalessero sulla volontà popolare; non usare le armi importate avrebbe accorciato il conflitto; la guerra in definitiva «è scoppiata per colpa dei nazionalisti ucraini».
La presa di posizione gli è costata la cancellazione annunciata nel corso del weekend di due concerti previsti in Polonia nel 2023. Ad opporsi a Waters è stato il comune di Cracovia, proprietario della sala da concerti. Il musicista, ha detto ad Associated Press il consigliere comunale Lukasz Wantuch, «non capisce cosa sta accadendo in Ucraina». Waters ha replicato spiegando che i due concerti non sono stati cancellati per sua volontà e che Wantuch nulla sa di quanto per una vita si sia messo «al servizio dei diritti umani, anche pagandone le conseguenze».
Forse per controbilanciare l’impressione di essere principalmente contro l’Ucraina, forse perché nella sua replica Zelenska aveva scritto che «Waters dovrebbe chiedere la pace al presidente di un altro Paese», o forse perché come effettivamente scrive gli è stato chiesto da molte persone, ieri il musicista dei Pink Floyd ha postato su Facebook una nuova lettera aperta, questa volta indirizzata a Vladimir Putin, in cui gli spiega che «da quando il 24 febbraio di quest’anno la Federazione Russa ha invaso l’Ucraina, ho cercato di usare la poca influenza che ho per incoraggiare un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica che contempli le esigenze di sicurezza sia dell’Ucraina che della Federazione Russa».
Aiuterebbe la causa della pace, continua la lettera accompagnata da un video tratto dall’ultimo tour del musicista in cui si vede la scritta “Make love not war”, se Putin dicesse apertamente che la Federazione Russa non ha altre mire territoriali e che vuole solo «la sicurezza delle popolazioni russofone in Crimea, Donetsk e Lubansk. Lo dico perché so che molti pensati che vogliate invadere l’Europa intera, a partire dalla Polonia e dagli Stati baltici. Se lo farete, fanculo (…) ci faremo saltare in aria in aria l’un l’altro distruggendo il pianeta. (…) Quindi, per favore, Mr. Putin, mi assecondi e ci dia questa garanzia».
Waters ne ha ovviamente anche per la Nato: «Se ho ben interpretato i suoi precedenti interventi, lei vorrebbe un’Ucraina neutrale e sovrana. È corretto? Supponendo che ciò possa essere oggetto di negoziato, esso dovrebbe includere un accordo assolutamente vincolante di non invadere più nessuno. Lo so, lo so, gli Stati Uniti e la Nato invadono altri Paesi sovrani come se niente fosse, o per qualche barile di petrolio, ma ciò non significa che dobbiate farlo anche voi. L’invasione dell’Ucraina mi ha colto di sorpresa, è stata un’atroce guerra di aggressione, provocata o meno».
E infine: «Mi ha sorpreso e commosso il fatto che la signora Zelenska mi abbia risposto su Twitter. Se anche lei mi rispondesse, la rispetterei molto e lo prenderei come un passo onorevole nella direzione di una pace sostenibile».