Le chance di vedere gli U2 in tour nel 2023, magari dopo l’uscita dell’album a cui stanno lavorando da tempo, sono diventate esigue dopo l’intervista concessa dal gruppo al Washington Post.
Nell’articolo, legato al premio alla carriera del Kennedy Center che i quattro riceveranno domenica (insieme a George Clooney, Amy Grant, Gladys Knight e Tania León), è contenuta una citazione indiretta del batterista Larry Mullen Jr sul futuro immediato del gruppo irlandese.
Mullen, scrive il giornalista Goeff Edgers, «dice che nel caso la band si esibisca dal vivo nel 2023, lo farà probabilmente senza di lui, poiché deve affrontare un intervento chirurgico per continuare a suonare».
L’argomento non è sviluppato ulteriormente, né ci sono riferimenti precisi all’operazione a cui si deve sottoporre il musicista. Mullen dice inoltre che le dinamiche interne alla band non sono quelle di un tempo e che il gruppo è guidato da quello chiama Politburo (come l’organismo dirigente del Partito Comunista dell’Unione Sovietica), ovvero una sorta di dittatura benevola.
Fai questo mestiere, dice il batterista, «finché ti diverti davvero e non tutti ce la fanno perché il prezzo da pagare è alto. Penso quindi che la sfida consista nell’essere più generosi, più aperti nel processo. Sono una persona autonoma e attribuisco grande valore alla mia autonomia. Non canto la stessa canzone, non prego la stessa versione di Dio. Ognuno ha i suoi limiti. E lo si fa solo se ti diverti, capisci?».
Nell’articolo si fa inoltre riferimento non a uno, ma a due album a cui il gruppo ha lavorato. Uno è il disco di inediti Songs of Ascent che sarebbe pressoché completo. L’altro è Surrender, legato all’omonimo libro di Bono, in cui la band reinterpreta 40 canzoni del proprio repertorio in chiave musicalmente scarna.
Non ci sono ancora date di uscita anche, se stando al Washington Post, Surrender dovrebbe uscire nel 2023. L’ultimo album in studio degl U2 è Songs of Experience del 2017.