Guarda un po’, lo avevamo previsto. Gli Omini fanno le spese del manuale Cencelli versione X Factor che da anni non se la sente di lasciare un giudice come spettatore del gran finale e quindi, miracolosamente, ognuno dei quattro al tavolo avrà un concorrente sul palco del Mediolanum Forum di Assago. Eliminazione sanguinosa che porta Fedez alle lacrime, Dargen a tradirlo per la terza volta, Rkomi appare persino rissoso. Si sono svegliati al penultimo tornante, e solo negli ultimi minuti, tanto da rendere per una volta non pleonastico Hot Factor.
Federico Zampaglione voto: 10
A parte che ogni volta che lo senti cantare ti ricordi che è un cantante e un autore clamoroso che in un momento disastroso della musica italiana ha puntellato il nostro immaginario, regalandoci dei classici moderni che emotivamente e melodicamente sono capolavori; a parte che lui e Linda li avresti voluti sentire per metà puntata insieme; a parte che io in una strofa di Per me è importante mi commuovo fino alle lacrime da 20 anni. A parte tutto questo, il 10 non è solo per il suo talento ma perché di tutti i duettanti è il più generoso, attento, dolce nell’accompagnare con la mano e lo sguardo ogni inserimento nel pezzo di una ragazza che è in una delle giornate più importanti della sua giovanissima carriera e lui fa di tutto perché sia ancora più speciale. Sarebbe bello vederlo al tavolo e ancora più nei daily.
Beatrice Quinta voto: 9,5
Cosa le vuoi dire? Le capita il duetto potenzialmente più figo ma realisticamente più rischioso. E infatti ci manca poco che si schianti (letteralmente, ora capiamo il perché dei lividi che si è procurata in settimana), che finisca nuda – più di quanto già lo fosse – ma poi capisci che ha domato Morgan marcandolo a uomo su quel palco, con la voce e con il corpo, e alla fine lo “usa” al meglio, ne fa una parte della sua performance e con uno come lui è quasi impossibile, perché lui lo spazio e il tempo li occupa militarmente pure quando sta zitto. Una dimostrazione di maturità e personalità sfacciata e totale, tanto che quel «è più brava di me» e quel «figa» sono detti col cuore e con la pancia da Morgan, quasi con sana invidia. E tutto questo cantando La crisi, uno dei pezzi più belli della musica italiana moderna, e più complessi. Poi con Teorema di Ferradini, nella manche Hype, va sul sicuro, con una dance song. Peccato che l’originale non lo fosse e quindi fa il suo ennesimo miracolo, con un look peraltro rivedibile. A naso si gioca la vittoria con i Santi Francesi la nostra Barbie Spears e ha il fascino di chi ha fatto una rimonta epica. Sì, Bea, sei una figa. Goditela. Come hai fatto con quella meritatissimo standing ovation che ci ha detto che ora davvero tutti la prendono sul serio.
Tropea voto: 9
Hanno reso il compito dei giudici, quasi obbligato, più facile. I Lùnapop e l’Asilo Republic che ha visto Pietro Lupo Selvini impreziosire la solita loro versione bomba di quel pezzone con una prestazione atletica ragguardevole – salto triplo su palco, tavolo e platea, con tanto di invasione del pubblico e equilibrismi non solo vocali – sono i mattoni su cui costruiscono il loro quinto ballottaggio consecutivo vinto. Sono migliorati tanto, non tecnicamente perché avevano una solidità musicale già notevole, ma nel diventare band, nel dominare il palco, anche e soprattutto quello televisivo, e hanno rotto una comfort zone fatta di certezze per mettersi in discussione. Il rischio di uscire in ogni puntata ha dato loro quella voglia di affrontare l’abisso con il sorriso beffardo e lo sguardo malinconico. E che bello vedere un frontman così adrenalinico e incazzato, dentro quel corpo che gli invidio fin dalla prima Audition batte un cuore e un ritmo che ha represso, entrambi, per troppo tempo.
Linda voto: 8,5
Settimanaccia perché a differenza di concorrenti che l’hanno preceduta non usa i social come un’accetta, ma ha scoperto la crudeltà di molti utenti e non l’ha accettato. Sorella, non ci si abitua mai, parola di Fedez e nel mio piccolo pure mia (conta Linda mia che al sottoscritto lo odiano e basta e non avrà mai un pubblico che lo “consolerà” con una standing ovation). Se la cava alla grande nella prima manche, anche grazie a Zampaglione – pure se un filo di incertezza, paura, riverenza si sentiva in quel duetto che aveva un grande tasso di difficoltà, tra l’arrangiamento minimale e la complessità della canzone – con gli Waves se la porta a casa giocando in casa e dicendo a tutti chi è e cosa vuole. Per vincere, però, ora deve rischiare senza rete. Lasciarci a bocca aperta con qualcosa che non possiamo aspettarci.
Francesca Michielin voto: 8
Ieri si è concessa persino qualche risata e per la prima volta un vero rapporto da pari a pari con i giudici. Vede il traguardo e la tensione sta lasciando il posto al prenderci gusto. Senza provocare i quattro al tavolo, ha provato a surfare sui loro screzi (finalmente). Professionale e centrata, non ha lasciato nulla al caso (se farà una seconda edizione, dovrà farlo però), ma ha saputo essere empatica ed efficace. Mezzo punto in più perché l’immagine di lei che gioca a Fifa 98 è la più erotica di questa edizione.
Morgan voto: 7,5
La voce non è al meglio, ma non fa mai zero a zero. E a X Factor dove ha vinto più di tutti, torna sempre con quel misto di affetto e rivalsa che è poi il mix della sua personalità, della sua musica, della sua passione inesauribile. Bea la aiuta come sa lui, suonando per lei, cantandole addosso per farle dare il meglio, in un misto di altruismo e battaglia tra ego. Ma potete dire quello che volete, rimane il più grande genio innovatore e sperimentatore degli ultimi trent’anni e un Morgan segnato nel fisico e nell’età cammina in testa comunque al 95% della musica italiana. E con due battute ti fa venire una nostalgia struggente di quando c’era lui. A quel tavolo.
Paola Di Benedetto voto: 7
È brava a intuire la non celata tensione tra i giudici e fa la domanda giusta a Fedez, ovvero se si lamentasse che in precedenza gli altri giudici non gli sono andati incontro come lui ha fatto con loro. Si becca le (belle, sincere) lacrime del giudice apparentemente più lucido e stratega e valorizza anche i finalisti. Dopo tante puntate in cui tutti sembravano ansiosi di tornare in albergo ha avuto anche la fortuna di un Frato degli Omini (non picchia solo con le bacchette) in gran forma e di una lite che se fosse durato il suo Hot Factor una mezz’oretta, poteva degenerare in una Royal Rumble. Lei però questa volta ha meritato: lucida, ottimo tempismo e va detto che al primo Live un po’ pepato, non soporifero, ha avuto senso anche questa appendice. Rimane il fatto che avrebbe senso se avesse la durata e la consistenza di un Dopofestival.
Omini voto: 6,5
Questa volta nessuna insufficienza per i concorrenti, chi è arrivato fin qua merita solo applausi. Però è vero che loro un po’ hanno deluso. Non tanto perché abbiano mollato o sottovalutato la semifinale, quanto perché a differenza di altri avevano suscitato un tale entusiasmo iniziale che probabilmente era impossibile essere all’altezza delle aspettative che hanno creato. Con i Baustelle spariscono, un po’ perché non mollano il proprio pezzo e li usano come turnisti, un po’ per la staticità che non aiuta uno scambio più dinamico, un po’ perché hanno fatto l’errore che ho sempre fatto io nelle mie storie sentimentali. Ho subito mostrato il meglio e tutte si sono convinte che chissà quanto altro ci fosse di meglio oltre a quello. Eh no, il meglio della merce era già in esposizione. Nel loro caso sono convinto che c’era parecchio anche in magazzino, ma la loro fortuna e la loro sfortuna è stata Fedez. Sono arrivati in semifinale perché li ha protetti e valorizzati, non vanno in finale in primis per il manuale Cencelli di X Factor e poi perché li ha protetti troppo e ha finito per renderli un’ottima cover band. La migliore, ma loro sono molto altro. Loro. Io no.
Santi Francesi voto: 6
Arrivano in finale per inerzia, con i Coma Cose si prendono la parte iniziale rifacendola senza picchi e non riuscendo a marchiarla con il loro talento, ma solo eseguendola bene (c’è da dire che i Coma Cose non sembravano troppo collaborativi) poi si fanno da coristi l’uno con l’altro. Per chi ha rifatto Creep meglio dell’originale (e non solo quella), per chi ha stupito, sconvolto, coinvolto per tutte queste settimane, per chi ha una capacità di far diventare un proprio inedito anche il pezzo più conosciuto, far “solo” bene un pezzo quasi ti delude. Ma ci sta, arrivati a questo punto avevano solo da perdere e han fatto lo stesso con i Killers, portati a casa da cover band senza colpi di tacco. Mi hanno ricordato le semifinali di Usain Bolt, quando a 30 metri dal traguardo si alzava e vinceva in defatigante. Va detto a loro discapito che forse questa semifinale era la meno adatta a loro (far duettare un duo mica è facile). E sull’hype non hanno avuto il gusto che Rkomi ha nel fargli sempre alzare l’asticella, come d’altronde loro hanno (di)mostrato alle Auditon, nei Bootcamp e nella Last Call di saper fare.
Rkomi voto: 5,5
Ai Live è sempre impacciato, il suo modo di essere non si trova a suo agio con la diretta, sembra mancargli sempre quel secondo in meno per la risposta giusta, lasciamo perdere le presentazioni che ieri se qualcuno avesse davvero ascoltato con attenzione la supercazzola aliena dedicata ai Santi Francesi – a un certo punto ha detto batteminchia e la dea dell’ironia è entrata in coma – sarebbe riuscito nell’impresa di farli eliminare. Il punto è però che di sicuro è quello che lavora meglio, lo vedi nei daily e nell’evoluzione dei suoi concorrenti, oltre al fatto che preferisce renderli veri musicisti che vincere personalmente, rischiando con assegnazioni e obiettivi musicali. Ma qui molti sembrano dimenticarsi che questo è anche (se non soprattutto) uno show televisivo.
Ambra voto: 5
Non ha fatto nulla di sbagliato. Semplicemente non incide mai, per tutto il Live, anche se le va riconosciuto che ha saputo proteggere bene i Tropea, permettendo loro di vincere un numero di ballottaggi record. Ma quel carisma che le conosciamo da giudice non è uscito e a un certo punto, complice anche la non elegantissima capacità dei tre maschi di metterla in mezzo, ha giocato di rimessa. A volte vedi, senti la tigre, sulla singola battuta, su un’occhiata, ma da lei, soprattutto televisivamente ci aspettavamo di più. Vestito da urlo, però. Detto questo, Ambra, ora che sta per finire è giusto che tu sappia che ti amo da trent’anni. E mi piacerebbe vederti ancora a quel tavolo, ma con compagni diversi.
Dargen D’Amico voto: 4
Lui e Fedez devono fare terapia di coppia. Tendo a credere al secondo quando lo accusa di essere il suo Giuda o il suo Pietro (dipende dalla megalomania di entrambi), e che gli abbia promesso il tilt per poi tirarsi indietro, ma conta poco. Anzi, con quella mossa ha regalato un finale di puntata che ha fatto il miracolo di non far sembrare inutile Hot Factor. Il punto è che il suo cazzeggio intelligente è sempre fuori ritmo e fuori tempo, che il suo rapporto con Fedez lo ha condizionato prima con un’ossessione per capire chi ce l’avesse più grosso (il roster), poi con un’innaturale assenza di scontri e ora con il grande voltafaccia. Non ci si aspettava equilibrio da lui, ma neanche un’anarchia senza tanto costrutto. E dire che arguzia e intelligenza li ha, quando dice a Fedez che i giudici devono prendersi una responsabilità e che delegare al tilt l’ultima eliminazione non sarebbe stato nello spirito del gioco, ha il coraggio di dire una cosa che questo tavolo si è spesso dimenticato, ma per una battuta riuscita (vedi bacio a stampo innamoramento e limone), quando prende il microfono come i vecchi telefoni di povera nonna capisci che arriverà un pippone di cui capirai poco e dovrai rimettere in ordine pensieri e parole. Troppo spesso fuori fuoco, sarà colpa degli occhiali (sempre più brutti, possiamo dirlo?).
Fedez voto: 3
Il voto è solo perché si è fatto fregare come un pollo dopo aver giocato a Risiko con concorrenti e giudici per diverse puntate. Il bello è che lo hanno fottuto e non hanno neanche capito come, perché a dirla tutta gli Omini escono, tra le altre cose, per il suo lapsus in cui li chiama cover band, perché non ha saputo creare un’epica attorno a loro, non oltre quella che già avevano e perché lo avremmo voluto sempre così, Federico. Le lacrime finali, la reazione inconsulta, sono la cosa più vera che ha fatto in questa edizione. Ha avuto il coraggio di tirar fuori la sua fragilità, la contraddizione tra il vincente e il ragazzo che ancora combatte con i suoi demoni – l’unica cosa interessante della serie dei Ferragnez, il capire quanto lui sia complesso e dolente – ma l’ha tirato fuori nel momento sbagliato, peraltro finendo per mettere a repentaglio l’unica cosa che gli sembrava stare a cuore quest’anno, vincere. Il fine stratega, comunque, è più noioso del fratello maggiore che difende i suoi ragazzi (rimastici male molto meno di lui, peraltro). Insomma, Fede, a noi rosiconi piaci. Ci ricordiamo ancora le tue liti con Manuel Agnelli, che passerà alla storia come il miglior giudice di X Factor di tutti i tempi senza aver mai vinto. Riflettici, Federico. Tu non hai fatto X Factor per vincerlo, senti a me. Lo hai fatto per avere il potere di farlo fallire.
Il format voto: 2
Lo so, è la mia ossessione. Ma tra tante manche, perché non trovarne una che “costringe” tutti i concorrenti a lavorare su generi che non conoscono, non praticano, non amano? Visto che gli stessi giudici si lamentano quando si rimane troppo nella comfort zone, sia il format a tirarli fuori da essa. Un po’ come succede con Masterchef, basterebbe forse una manche a sorteggio, in cui a inizio settimana tiri fuori da un bussolotto un pezzo a caso. In quest’edizione l’unico scoglio vero, e neanche per tutti, è stata la puntata dedicata alla Mtv Generation.
Tananai voto: 1
In realtà mi è piaciuto, ma volevo che non si disabituasse ad arrivare ultimo.