Dopo una veloce ricerca su Google, apprendo che le caratteristiche di un genio sarebbero: essere curioso e determinato, autodidatta, metodico, autocritico, solitario, annoiato e disinteressato ai soldi.
Non so se Amadeus abbia alcune di queste caratteristiche, non ho mai avuto il piacere di, se però prendiamo come obiettivo quello di fare ascolti possiamo inserirlo nel giro. Il cast di Sanremo 2023 è tra noi ed è difficile metabolizzarlo. Dentro c’è di tutto, ma c’è soprattutto una quota nostalgia di questi anni ’90 che non può lasciare indifferenti. Paola e Chiara (cosa?), Articolo 31 (cosa cosa?), e Gianluca Grignani approdano in Liguria e salvo le prime, di cui si parlava da un po’ e che Amadeus ha furbescamente agganciato, gli altri sono un fulmine a ciel sereno. Ma ci sono anche un paio di nomi che rientrano nella categoria “chi glielo fa fare”: Giorgia e Marco Mengoni. Poi una sfilza di contemporanei, che piacciono a chi il Festival non lo guarderebbe e che ci vanno volentieri in quanto uno dei pochi modi rimasti per vendere due dischi: Ariete, Colapesce Dimartino, Elodie, Levante, Coma Cose, Madame, Tananai, Mara Sattei, Mr. Rain, Rosa Chemical e L.D.A. Famosi chi più e chi meno, per chi non lo sapesse l’ultimo è figlio di Gigi D’Alessio e si è fatto notare nella scorsa edizione di Amici. In gara anche Leo Gassmann, già vincitore di Sanremo Giovani 2020 (annata ottima per gli appassionati della saga “figli di”: si va ad arricchire una storia corposa, in gara e alla conduzione). C’è Lazza, re delle classifiche 2022 con il disco ‘Sirio’, che va a completare l’opera dal palco dell’Ariston. Poi torna Anna Oxa, che fino a qualche mese fa millantava di essere stata bandita dalla Rai e invece eccola, pronta a stupirci di nuovo. Ma soprattutto torna Ultimo, che speriamo abbia lavorato sulla rabbia (la scorsa volta non aveva preso benissimo il secondo posto). Poi, un colpo di genio (stavolta vero) di Amadeus: I Cugini di Campagna, che finalmente potranno seguire le orme dei loro amati Måneskin, vincere il Festival e volare all’Eurovision. Proprio ieri, mentre ero in metro, mi chiedevo che fine avessero fatto i Modà. Amadeus deve avermi sentito.
Insomma, quell’uomo ha messo su un cast che gli farà fare il 70% di share, che è l’unica cosa che conta negli uffici Rai Pubblicità. Un po’ Festivalbar, come dicono in tanti. E a chi non piace il Festivalbar?