Lo scambio di persona dai risvolti tragicomici che ha visto come protagonista l’influencer napoletano Giuseppe Russo è talmente grottesco da apparire irreale: potrebbe costituire il materiale narrativo per un action movie sbanca botteghino, una sorta di Professione Reporter in salsa partenopea. Il problema è che, nel caso di Russo, è tutto maledettamente vero.
Per chi fosse poco avvezzo alla questione, ecco un riepilogo: ieri Russo – che amministra la pagina Instagram ilmioviaggioanapoli_official – è atterrato all’aeroporto di Cancun insieme alla sua fidanzata Federica per trascorrere qualche giorno in Messico. I due erano partiti da Roma con un volo diretto ad Amsterdam, in Olanda, e qui avevano fatto scalo per prendere poi la coincidenza per Cancun, come ha ricostruito Russo in un video pubblicato sui suoi canali social.
La situazione è precipitata prestissimo, non appena la coppia ha fatto ingresso nello scalo e si è messa in fila per il controllo dei passaporti: la polizia, infatti, dopo avere osservato con sospetto la foto presente sul titolo di viaggio di Russo, ha pensato bene di sequestrargli cellulare e bagaglio a mano; subito dopo, l’influencer è stato rinchiuso in una stanza buia per subire un interrogatorio. «Passava il tempo e nessuno rispondeva alle mie richieste. Ero solo e senza neanche la possibilità di avvertire qualcuno. Neanche Federica. Dopo un’ora e mezza arriva una poliziotta con uno sguardo minaccioso e mi preleva», ha spiegato Russo.
Ma perché la polizia ha scelto di interrogarlo? Semplice: il vlogger è stato scambiato dagli agenti per un pericoloso narcos parecchio attivo in Messico, il suo omonimo Giuseppe Russo, anch’egli napoletano. «(La poliziotta, nda) mi chiede se mi chiamo Giuseppe Russo, se sono di Napoli. E mi dice che stanno cercando un narcotrafficante che ha commesso parecchi reati in Costa Maya e ha il mio stesso nome», ha raccontato l’influencer. Dopo i chiarimenti, per fortuna, la situazione ha cominciato a distendersi: «Si sono scusati per quanto accaduto. Sono rimasto bloccato lì per circa 2 ore e mezza. Questa è la piccola disavventura che ho subito».