Il suo nuovo singolo si intitola I’m Not Here to Make Friends (non sono qui per farmi degli amici) e, specialmente nel videoclip, sembra proprio che Sam Smith abbia deciso di non scendere a compromessi. È stato attaccato da una parte perché «troppo grasso» per indossare un certo tipo di outfit, dall’altra perché «diseducativo». E difeso perché queste critiche non gli sarebbero mai state mosse se fosse stato un cantante etero.
Contenuta nell’album Gloria uscito venerdì 27 gennaio, la canzone tratta del bisogno di trovare l’amore senza alcun filtro: “Non aver paura se ti piace, perché non sono qui per fare amicizia, ho bisogno di una persona da amare”. Nel video, Smith indossa capi di abbigliamento che, oltre a metterne in evidenza una linea non conforme ai modelli di bellezza dominanti, sono fortemente sessualizzati e ribadiscono quello che ha dichiarato apertamente nel 2019, e cioè di essere non binario. Ma non tutti hanno salutato con entusiasmo questa sua scelta.
Le reazioni vanno da quella esemplificata dal commento su Twitter del diacono della Chiesa anglicana e presentatore televisivo Calvin Robinson, secondo il quale Smith ha «normalizzato la dissolutezza e la degenerazione, i poliziotti se ne vanno in giro con la bandiera arcobaleno e glitterati, viviamo in una Gran Bretagna post cristiana ed è tremendo», alla giornalista della BBC Dominique Samuels, che si è spinta a definire Smith un modello non appropriato per i ragazzi.
«Sam Smith è un esempio perfetto dell’effetto della cultura degenerata di Hollywood sulla gente. Rende le celebrità volgari, ipersessualizzate e ossessionate dall’esibire la propria sessualità sbattendola in faccia a tutti. Quel che è peggio, è che i ragazzi lo prendono ad esempio», ha scritto Samuels, per poi aggiungere in un altro tweet che lo considera «grottesco».
Sam Smith is a perfect example of what degenerate Hollywood culture does to people.
It makes celebrities vulgar, hyper-sexualised and obsessed with wearing their sexuality like a costume and shoving it in everyone’s face.
And to make matters worse, kids look up to this man! pic.twitter.com/0xpUryCl3a
— Dominique Samuels (@Dominiquetaegon) January 28, 2023
Tra quelli che lo difendono, il giornalista del Guardian Owen Jones sintetizza la presunta colpa di Smith: «Ha commesso il reato di essere a) queer b) non magro, e in una cultura sempre più anti-LGBTQ non può essere tollerato».
A chi si dice disgustato dall’esibizionismo del cantante, c’è chi risponde di «smetterla di blaterare perché se a indossare quel vestito fosse stato un uomo etero e magro a quest’ora sareste qui a dire che sta sovvertendo le norme di genere e che è un pioniere per la comunità queer».
Ecco il video: