Per dirla con la leggenda dell’hip hop e trendsetter Slick Rick, «lo stile ce l’hai o non ce l’hai». Averlo è più importante che mai oggigiorno: stile e musica non sono mai stati tanto legati. Abbiamo quindi deciso di fare una classifica dei 25 musicisti più stilosi al mondo, da Beyoncé che ha riportato in auge look anni ’70 e ’80 con Renaissance al rapper Dawn che continua a far evolvere le linee classiche dell’hip hop, fino a Rosalía che bilancia dolcezza e forza nei costumi del Motomami Tour. Questi musicisti incarnano ognuno una diversa idea di stile e usano gli abiti per raccontare storie ed esprimere la propria identità. Per stilare la lista ci siamo affidati a una giuria di votanti appartenenti al mondo della moda, della musica e della cultura (vedi l’elenco in fondo) a cui abbiamo chiesto di selezionare e classificare 20 musicisti, lasciando a ognuno la libertà di decidere cos’è stiloso.
Dua Lipa
Il classico che tira sempre
Le mise aderenti sono un suo punto fermo, qualcuno dirà prevedibile, ma se l’aspetto è magnifico perché lamentarsi? E comunque la capacità di Dua Lipa di sembrare perfetta in modo del tutto naturale avvolta in una tuta aderentissima come quella nera con ricami di cristallo creata per lei da Casey Cadwallader di Mugler per il tour di Future Nostalgia è un motivo più che sufficiente per includerla nella lista. «La donna Mugler può essere praticamente ogni cosa», dice Cadwaller. «Lei è persona audace ed estroversa, non ha paura di esprimersi e lo fa in molti modi». Lipa non incarna solo gli elevatissimi standard di Cadwaller. Nessuno come lei, negli ultimi anni, ha saputo sfoggiare i suoi look, da quelli castigati a quelli più appariscenti. Quando ha fatto da modella per Balenciaga, durante la seconda sfilata internazionale con direzione creativa a cura di Demna Gvasalia, era sicurissima di sé in quel posto pieno di persone fra le più esigenti dell’ambiente. Ha sfilato imperturbabile e chic davanti a file di sguardi scettici. E, nel vortice dei suoi look sempre accattivanti, è diventata un modello e una guida per una nuova generazione di musiciste, portando anche con sé in tour Caroline Polachek e trattandola alla pari, a livello musicale e di moda.
Cardi B
La regina degli archivi dei brand
La specialità di Cardi è portare il fuoco del Bronx nel mondo dell’alta moda, rimanendo alla mano, arguta, divertente ed elegante. Il suo 2022 non è stato spettacolare come gli anni precedenti e la si è vista sfoggiare sporadicamente tute di Alaïa e completi di Paco Rabanne. Ma a volte la qualità è più importante della quantità e nello scorso anno i suoi look hanno sempre fatto centro. Il vestito che ha indossato al Met Gala, creato da Donatella Versace in persona, è stato una lezione di grandeur raffinata. «Di solito esagero», ha detto in quell’occasione. «Questa volta volevo qualcosa di lineare, ma non semplice, perché Versace non è mai semplice». Ispirandosi all’idea che “more is more” tipica di New York e dell’hip hop anni ’90, la semplicità della linea era in contrasto con strati di gioielli a cascata, una seconda pelle di catene a barbozzale e figaro, con tanto di monete con l’emblema di Versace. «Questa è una cazzo di gara e noi arriveremo primi», ha detto Cardi che sa che i richiami storici sono un modo efficace per attirare l’attenzione. L’ha dimostrato andando a pescare negli archivi della fashion house Mugler i capi che si vedono nel video del suo singolo estivo Hot Shit. «Mugler è stato uno dei primi designer a scommettere su di me», ha detto su Instagram dopo la morte del designer. Non sarà sempre in gran tiro, ma come rappa nel pezzo, “comunque tu la metta, il succo è questo: sono io la top bitch”.
Beyoncé
La strobo-diva
La scorsa estate, mentre si trovava a Los Angeles per partecipare al Wearable Art Gala (di cui sua madre Tina Knowles-Lawson è co-fondatrice), ha sganciato la notizia bomba del Renaissance Tour che partirà in estate. Il mondo è ovviamente impazzito. Dai visual che sono circolati dal momento in cui è uscito il suo album-evento del 2022, si direbbe che Beyoncé e la sua stilista Marni Senofonte siano intenzionate a regalarci uno spettacolo indimenticabile. Lo stile di Beyoncé nell’era di Renaissance è un mix fiammeggiante di suggestioni fine anni ’70 stile Studio 54, travestimento futurista e il corpo in vista. Lo scorso anno ha sfoggiato corsetti diabolici di Luis De Javier, completi imbottiti di Dolce & Gabbana, lingerie La Perla, una giarrettiera di catenelle di Natalia Fedner, abiti plissettati di Gucci, tute di Alaïa e capi su misura realizzati per lei in pratica da ogni brand sulla piazza. Quando la tua idea di complemento del look consiste nell’entrare a cavallo in un bar, come ha fatto Bianca Jagger, o imbracciare pistole laser argentate tipo Jane Fonda in Barbarella, ti sei già messa alle spalle tutti gli altri. «Ci sono tantissime versioni differenti di Beyoncé», ha detto di recente Zerina Akers, che è stata per molto tempo la sua stilista, parlando della sfida di trovare sempre nuovi modi per collaborare con un’artista che è stata al top tanto a lungo. «Come stilista, come posso riuscire a trovare la nuova versione di sé che va cercando?». Vi starete chiedendo perché Queen Bey non è un po’ più in alto in questa classifica. Solo perché il suo 2022 ci ha riempito di aspettative per il 2023. Beyoncé non sa cosa significhi arrivare senza fare chiasso, ma sa bene come stuzzicare un pubblico che vuole sempre di più.
Harry Styles
Il nuovo Rocket Man
Per decenni, i musicisti hanno indossato sul palco paillettes, piume e abiti su misura, ma di fronte a una nuova generazione di fan della musica le scelte di look di Harry Styles vanno oltre la semplice riproposizione della storia: lui crea uno stile peculiare. Un po’ come ha fatto in Harry’s House, dove ha utilizzato una gran varietà di sonorità, sia poco note che popolari, facendole sembrare nuove. Come ha sottolineato Gucci a proposito dei materiali utilizzati in una delle molte collaborazioni con il cantante, Styles sfoggia «una vanità maschile senza alcuna ipocrisia né finti scrupoli dettati dalle convenzioni», con un senso della teatralità che «trasforma il guardaroba di un uomo in una piattaforma per esprimere libertà». Una grossa porzione della sua genialità si manifesta nella capacità di contaminare l’iconografia dei grandi del rock con il suo tocco gender blending (come la tuta arcobaleno di paillettes e il cappotto rosa fenicottero che ha indossato al Coachella lo scorso anno, che ricordavano David Bowie versione Thin White Duke, oppure gli occhiali custom di Éliou che ha nel video di Music for a Sushi Restaurant, un chiaro omaggio a Elton John). Styles si è anche trasformato in Elton John nel clip di As It Was, in cui compare avvolto in una giacca rosso intenso di Bianca Saunders, con una sciarpa di Dries Van Noten: una linea moderna oversize che imitava i look sartoriali più skinny di John degli anni ’70. Gli idoli di Styles, ovviamente, se ne sono accorti. E quando ti viene concesso di pescare dal guardaroba di Stevie Nicks in persona, chiaramente stai facendo le cose per bene. «Lei sa quello che ti serve», ha detto Styles. «Consigli, un po’ di saggezza, una camicetta, uno scialle».
J-Hope
L'alter-ego
In qualità di primo membro dei BTS a pubblicare un album solista, l’acclamatissimo Jack in the Box, J-Hope sapeva che le aspettative erano elevate quando è salito su un palco da solo per la prima volta, al Lollapalooza. Quella sera ha fatto centro, con musica e look. J-Hope ha letteralmente lasciato senza fiato i fan con un costume di scena all-black firmato da Louis Vuitton: t-shirt a spalle basse bucherellata, guanti da motociclista e jeans oversize con loghi in rilievo. «Ho capito di voler fare vedere più ballo, che è la disciplina che si può considerare la mia base», ha detto a Rolling Stone lo scorso anno. Ora che si esibisce da solo, il suo stile è più appariscente e audace che mai. «Ho capito che sarebbe stato difficile raccontare in musica alcune di queste storie mantenendo l’immagine e il feeling precedenti di J-Hope. Volevo che la gente capisse che J-Hope non parla solo di cose positive. Può farlo e possiede un’ampia paletta espressiva. Volevo però richiamare l’attenzione sulle sue capacità, mettendomi alla prova». Il look all-black l’ha fatto sembrare più duro di quanto ci si potesse aspettare qualche anno fa ed è chiaramente parte di un processo di trasformazione estetica più ampio in atto ora che è solista. Nel video pieno di simbolismo per Arson si aggira in un mondo postapocalittico indossando perle di Veert e una tuta bianca su misura disegnata da Bajowoo; poi emerge dal fumo e dalle fiamme in Converse e vestiti e che sembrano strappati e bruciacchiati, decisamente più cool che all’inizio. «Esprime il fuoco e la passione che volevo dare a questo album». J-Hope sta scrivendo un nuovo capitolo della sua carriera e la moda gioca un ruolo importantissimo.
Billie Eilish
La ribelle sonnambula
Nel 2021, Billie Eilish ha fatto una che molti non credevano avrebbe mai fatto: ha mostrato il proprio corpo facendosi vedere in lingerie rosa e tinta carne sulla copertina dell’edizione inglese di Vogue. Dopo anni di vestiti oversize e coprenti, Eilish ha reso rivoluzionario il gesto banale di scoprirsi indossando Gucci e Mugler. «Tutto dipende da ciò che ti fa star bene», ha detto rispondendo agli hater. Billie indossa ciò che vuole ed è bellissima così. Al gala di Lacma di novembre è arrivata indossando solo capi da notte di Gucci, in un mix che evocava i suoi tipici vestiti sformati con un omaggio alla sua vecchia passione per i loghi. Un mese prima, agli EMA, aveva fatto qualcosa di simile scegliendo un capo da notte che era lontano anni luce da ciò che si indosserebbe su un red carpet. Un’altra mossa coraggiosa e azzeccatissima. Il prossimo autunno si esibirà all’Osheaga Music and Arts Festival e possiamo affermare con certezza che la sua annata sarà all’insegna dell’atteggiamento potete-andare-a-fare-in-culo che i fan adorano.
Kendrick Lamar
Il monarca del rap
Che si parli di musica o moda, Kendrick Lamar ha sempre qualcosa da dire. Durante l’edizione della scorsa estate del festival di Glastonbury, ha rappresentato il fardello che a volte si deve sopportare quando si fa parte dell’aristocrazia del rap salendo sul palco con una corona di titanio tempestata di diamanti creata dai gioiellieri Tiffany & Co. (la stessa che ha sulla copertina del suo ultimo album Mr. Morale & the Big Steppers). Durante l’esibizione, del sangue finto è colato sul suo viso fino a impregnargli la camicia bianca di un rosso profondamente metaforico. “Ti giudicano, giudicano Cristo / E tanti saluti ai diritti delle donne”, ha rappato,in quello che pare un riferimento alla recente decisione della Corte Suprema che ha sovvertito il verdetto della sentenza del caso Roe v. Wade. È solo un esempio notevole di come, nel mondo di Lamar, lo stile è un mezzo al servizio del messaggio. La sua camicia, quella sera, era un capo di Louis Vuitton disegnato dal compianto Virgil Abloh, uno dei padrini dello streetwear di lusso che è passato alla storia come primo direttore di colore del brand. La corona è stata realizzata in collaborazione con Dave Free, produttore, filmmaker e amico di Lamar che ha detto che si trattava di una «rappresentazione divina della filosofia di strada spiegata in una prospettiva giovanile facilmente assimilabile». Lamar non ha solo espresso il suo pensiero, ma aveva un aspetto molto cool mentre lo faceva e sicuramente continuerà a farlo anche in occasione del Gov Ball che si terrà quest’anno. La corona peserà pure, ma lui la porta benissimo.
Janelle Monáe
La reginetta del camp
«Essendo io una donna queer di colore in America, una persona che ha avuto storie con uomini e donne, mi considero libera di essere una gran figlia di puttana», ha detto Janelle Monáe a Rolling Stone. A livello di moda, il suo atteggiamento libero l’ha resa una delle musiciste più innovative sulla piazza. Il suo stile copre tutta la gamma: dai completi agli abiti lunghi, dal vittoriano al futuristico, cose di questo mondo e di un altro. «Mostra tutte le sfaccettature», ha detto la sua stilista Alexandra Mandelkorn. Monáe non pubblica musica nuova dal 2018, quando è uscito il rivoluzionario Dirty Computer, ma ha fatto un gran rientro lo scorso anno, partecipando ai CFDA Fashion Awards con un abito lungo di Thom Browne, andando al Lacma Art + Film Gala indossando capi vintage di Gucci e presenziando al Met Gala con un vestito di Ralph Lauren che ha alzato l’asticella del glamour dorato. Ma a elevarla dal resto del gruppo è stato l’abito cremisi di Christian Siriano che ha indossato alla prima di Glass Onion: niente caratteristico bianco e nero, per bilanciare l’ostentazione tipica del suo personaggio con un senso d’eleganza decadente.
Solange
L'eleganza autorevole
Quando, nel 1967, Yves Saint Laurent ha ideato il primo completo da donna con pantaloni è stato celebrato, ma anche preso in giro. Lo scorso autunno, Solange ha tenuto viva quella tradizione presentandosi al New York City Ballet’s Fall Fashion Gala in un abito di haute couture di Balenciaga che ricordava i classici di Saint Laurent: vita stretta, spalle ampie e pantaloni larghi, come si vede negli adattamenti più moderni realizzati dall’attuale direttore creativo Anthony Vaccarello. L’idea di eleganza autorevole di questo look era perfetta per l’occasione; Solange era appena diventata la prima donna di colore a musicare una pièce per il NYC Ballet e il suo outfit per la serata dimostra che sa perfettamente che la moda può essere anche un gesto politico. «Se posso darvi un consiglio, non rompete il cazzo a mia sorella», dice Beyoncé nel singolo Cozy tratto da Renaissance. Siamo perfettamente d’accordo.
Dawn
Il camaleonte
I rapper coreani sfoggiano look meravigliosi e Dawn è uno dei migliori. Lo scorso anno, ha adottato un’acconciatura rosso fuoco che si abbina perfettamente ai suoi pattern floreali e alle combinazioni di colore, agli accessori sopra le righe che gli piacciono e alla sua capacità di trasformarsi in qualsiasi personaggio desideri, attraverso i vestiti. La girandola di capi indossati da Dawn mel video di Stupid Cool (fra cui un piumino pastello di ERL, pantaloni sportivi Adidas, salopette rosa di Jacqumus, maglietta di Vetements e sciarpa Versace) è abbinata a un paio di scarpe da clown e a un cappello da orsacchiotto. È un look al limite del camp che solo Dawn può permettersi. Quanto invidiamo il suo senso dell’umorismo e la sua libertà.
A$AP Rocky
L’agitatore culturale
A$AP Rocky detiene da tempo il titolo di uomo meglio vestito dell’hip hop e trova sempre nuovi modi per alzare l’asticella delle aspettative che derivano da questo suo status. Prendiamo per esempio il video del suo singolo di fine 2022, Shittin’ Me. A$AP se ne sta in un ufficio, in un grattacielo, vestito con blazer grigio, camicia blu e cravatta rossa, mentre il suo staff di sottoposti gli ronza intorno. L’immagine si allarga rivelando che indossa un paio di calzoni cargo larghi, col cavallo basso: il tocco perfetto per ribaltare l’atmosfera formale. Questo modo chic di trasgredire alle regole l’ha reso uno dei preferiti di case di moda come Dior e Raf Simons. Fra i look più forti di Rocky dello scorso anno ci sono una combinazione estiva di shorts e giacca di Raf Simons che ha sfoggiato con grande disinvoltura e un abbinamento di gonna Comme des Garçon e jeans Marin Rose che pochissimi rapper possono permettersi di indossare. «Certe persone mi guardano strano», ha detto a Rolling Stone. «Va bene. Un sacco delle cose che faccio all’inizio non vengono accolte positivamente, ma alla fine chi mi critica non ha altra scelta e fa come me».
Björk
L'eleganza eterea
Fin dai tempi in cui era la cantante degli Sugarcubes, Björk è stata un’icona enigmatica. A distanza di decenni, si prende ancora dei rischi. Nel tour per il suo progetto musicale/teatrale Cornucopia, indossava un capo d’alta moda stampato in 3D e realizzato da Iris Van Herpen. Lo scorso anno, nei video tratti da Fossora, ha sfoggiato copricapi realizzati apposta per lei da James Merry che la facevano sembrare un’aliena arrivata dal futuro. «Ogni disco parte sempre da una sensazione che cerco di tradurre in suono», ha scritto lei su Instagram. «Questa volta l’idea era di atterrare sul pianeta Terra e appoggiare i piedi sul suolo». In uno scatto realizzato per l’album è avvolta in un drappo verde fluorescente di Riccardo Tisci (Burberry), circondata da quella che sembra vegetazione proveniente da un’altra dimensione. In un’altra immagine è scarmigliata e avvolta in abiti in tonalità ottanio del designer coreano Jisoo Baik, in un quadretto che suggerisce che la cantante letteralmente cresca da un letto di funghi. «L’immaginazione, la creatività e il coraggio di sperimentare con la musica di Björk mi hanno sempre ispirato», ha detto Baik a proposito della loro collaborazione. «Il fatto che lei abbia scelto i miei capi ha significato molto per me». Lo scopo di Björk è, da sempre, rigenerarsi continuamente a livello creativo. «Voglio andare sempre avanti», dice. «Mi annoio facilmente, ogni cazzo di giorno devo trovare qualcosa di nuovo da fare».
Doechii
She's the boss
«Sono stata l’incarnazione dell’insulto black bitch e l’ho reso un archetipo», ha detto la rapper ventiquattrenne della Florida lo scorso anno a Rolling Stone. «Io vedo questa ragazza di colore, è fortissima, creativa, piena di fiducia in sé. Sa chi è. Non si porta dietro zavorre. È una boss». Questa fiducia in sé emergeva anche dalla hit con cui è esplosa, Yucky Bucky Fruitcake, e si riflette nei suoi look estremi. Sfilando sul red carpet ai VMA 2022 fasciata in un blazer di pelle di Patrycja Pagas ha dimostrato di sapere come attirare l’attenzione anche utilizzando accessori poco chiassosi, scegliendo un paio di grillz neri del gioielliere Alligator Jesus e un’acconciatura mossa, nerissima, dell’hair stylist delle celebrità Dhairius Thomas. Per la sua prima apparizione al Tonight Show ha rappato l’intro di Persuasive in un abito lungo con stampa a pelle di coccodrillo, con ampi drappi di tessuto e stivali al ginocchio in tinta. Facendolo, ha messo in chiaro, in modo molto glamour, che anche se è solo agli inizi della sua carriera ha già in mano le redini del proprio futuro.
Omar Apollo
La semplicità geniale
Il suo stile tende al minimalismo, ma questa semplicità è sempre eloquente. Guardate il video di Evergreen dove Omar Apollo costruisce una stanza in un capannone vuoto e la osserva crollare, standoci dentro, con addosso una camicia di flanella malconcia e dei pantaloni di pelle rovinati della collezione di Balmain, con la frase “Do you still buy magazines?” scritta con la medesima calligrafia dei diari di Kurt Cobain. «Lo stile di Evergreen è piuttosto modesto, ma è stata una scelta precisa», spiega lo stilista Brandon Tan. «La canzone parla di vulnerabilità, con un sottotesto legato alla distruzione che emerge dai dettagli della camicia di flanella R13 rovinata». È il genio che non ha bisogno di urlare per farsi notare.
Rina Sawayama
La mutaforma
Come ha scritto su Rolling Stone Rob Sheffield recensendo Hold That Girl, “Rina Sawayama è tutto ciò che si potrebbe chiedere a una provocatrice pop: maleducata, audace, imprevedibile, divertente, schietta, cattiva e con un orecchio onnivoro”. E lo stesso si può dire del gusto della cantautrice anglo-giapponese in fatto di moda. Si trasforma con disinvoltura in qualunque cosa lei desideri che tu veda. Dal vestito alieno a pallini di Jean Paul Gaultier sfoggiato al Tonight Show al look cowboy chic firmato da Dion Lee, Sawayama ha l’invidiabile capacità di fare sua ogni cosa. «Fin da quando ho iniziato, ho voluto avere il massimo controllo sulla mia immagine», ha detto parlando con Shania Twain per un recente articolo di Rolling Stone per la serie Musicians on Musicians. «Non ho mai visto una foto scattata dai fan in cui non stessi benissimo. Ho sempre cercato di fare in modo di essere hot, qualunque cosa indossassi». E in effetti il solo pensiero di una foto brutta di Sawayama è una barzelletta, sia che porti un capo di Schiaparelli in prima fila alla Paris Fashion Week o vestiti Diesel durante le prove di un tour. Anche nei look più deliberatamente esagerati (come la tuta vintage di Vivienne Westwood e il boa di piume che ha indossato, secondo le parole dello stilista Jordan Kelsey, «in omaggio a uno dei costumi più eccezionali di sempre di Elton John, firmato da Bob Mackie») sembra sempre a suo agio.
FKA twigs
Vulnerabilità e coraggio
Lo stile di FKA twigs è un distillato di vulnerabilità e coraggio. In Thank You Song canta: “Volevo morire, lo dico sinceramente / Non ho più paura di dirlo ad alta voce”. A molti la canzone ha evocato la causa legale in cui è stata coinvolta e gli abusi a livello emotivo, fisico e mentale che ha subito durante la sua relazione con Shia LaBeouf. Nel video del brano ha un golfino morbido rosa e una gonna che sembra quella di un’uniforme scolastica, il tutto strappato e tagliato, con spille da balia intorno alla scollatura ampia e grandi macchie vicino alle cuciture che sembrano sul punto di cedere. All’artista avant pop inglese (il suo mixtape Caprisongs è stato una delle uscite più celebrate del 2022) viene naturale utilizzare la moda per fare esternazioni personali molto forti. «Dev’esserci molto di più, oltre all’aspetto e ai vestiti», ha detto, e nel corso degli ultimi dieci anni ha tenuto fede a questa massima. A dicembre, durante i Red Carpet Fashion Awards, il suo vestito tinta carbone e i segni neri di make-up sul viso hanno evocato l’immagine di un’eroina travagliata che risorge dalle ceneri: una metafora perfetta del suo recente trionfo.
Moses Sumney
La stella di Savile Row
Moses Sumney è la dimostrazione che per lasciare il segno non servono colori vistosi. Nel suo caso a colpire è proprio l’assenza di colore. «Indossare solo abiti neri mi ha insegnato la disciplina», dice il musicista art pop di origine ghanese che vive in North Carolina. Sumney non s’allontana mai da una palette di colori che comprende il nero onice, il nero intenso e a volte il nero carbone, eppure ogni cosa che fa è glamour e spettacolare. «Penso a quello che il nero evoca», spiega. «E apprezzo il fatto che indossarlo mi costringa a essere più disciplinato e affidabile, mentre per lo spettatore crea un elemento distintivo». Sumney alterna look drappeggiati e tagli che mettono in evidenza la silhouette. Lo scorso anno ha sfilato per la collezione autunno 2022 di Riccardo Tisci (Burberry) indossando una giacca trapuntata con collo di velluto e ha anche partecipato ai CFDA Awards col designer Willy Chavarria portando un completo che accentuava il total black con elementi raffinati legati all’iconografia religiosa (Sumney, peraltro, è figlio di due pastori cristiani).
Bad Bunny
Il re del camp
È evidente che Bad Bunny non ha un’idea troppo seriosa della moda ed è proprio questo a renderlo tanto divertente. Il suo stile ha sempre un tocco di humour, le sue scelte sono imprevedibili proprio come la sua musica in evoluzione costante. Dal servizio sul New York Times in cui compariva con un look da giardiniere effeminato curato dai designer Inglish Moffin ed Ernest Baker al trench con spalline a palloncino di Burberry, ispirato ai modelli classici del brand, che ha sfoggiato al suo primo Met Gala, El Conejo Malo non ha mai rinunciato a essere vivace e divertente. «Ho fatto una ricerca su cosa andasse nella Gilded Age, ma nel mio Paese, Porto Rico», ha detto a proposito del suo look al Met Gala. Questa cosa ci fa capire che c’è pensiero preciso dietro a ogni sua decisione, anche la più folle, e di sicuro ne vedremo delle belle nella sua performance al Coachella, questa primavera.
Tyler, The Creator
Il giullare
Gli esperti di moda e i fan ne apprezzano la coerenza e il look, e lui, da studioso ossessionato dalla moda, da questo punto di vista è una garanzia. Il suo stile non è mai approssimativo perché sa esattamente chi è e che cosa funziona su di lui. Nel video di Come On, Let’s Go sfoggia uno dei suoi look tipici: mocassini e calzini, completo con pantaloni corti e un colbacco. La scorsa estate Tyler ha aperto l’esibizione al festival di Roskilde in piumino tinta caffè, calzoncini azzurri, cappello giallo canarino e mocassini e qualche mese dopo ha riproposto il medesimo outfit (con qualche differenza nei colori) per il set al festival Made in America. È tutto quanto frutto di studio, ovviamente. Di recente, Tyler ha pubblicato un video in cui s’intravede un po’ del suo stile di vita: la passione per le pietre colorate, gli orologi stravaganti, le spille e i bauli Louis Vuitton, gli spiegando come gli editoriali di Supreme l’abbiano aiutato a «capire l’importanza di forme e proporzioni». Intanto, continua a far crescere le sue linee di abbigliamento Golf Wang e Golf Le Fleur, adottando un approccio molto pratico che riflette la sua visione. «Correggo ancora di persona i cataloghi», dice, «mi assicuro ancora che i neri e le sfumature vadano bene. Mi interessa ancora un casino».
Blackpink
Le esperte globali
Come può, una band, trovare contemporaneamente un equilibrio fra streetwear, glamour e rock’n’roll? Quando le Blackpink hanno pubblicato il video di Pink Venom,non hanno solo dimostrato che è possibile, ma hanno anche riassunto tutto ciò che le rende grandissime in tre minuti e rotti: narrazione concettuale, stili personali diversi e accessori ben studiati. Come rappa Lisa nell’album Born Pink, “vesto ancora Celine, crimini di moda o non sarei io”. È tutto vero, visto che Lisa è davvero una brand ambassador della casa di moda francese. «Invece di enfatizzare la loro bellezza o femminilità», ha detto un fan del gruppo a Rolling Stone US per la cover story sul gruppo del 2022, «la fiducia delle Blackpink sembra scaturire dalla sicurezza che hanno in loro stesse». I loro stili si evolvono continuamente. E mentre il mondo della moda sta tornando a guardare agli anni ‘90 e 2000, loro sono un passo avanti. Nel video di Shut Down indossano maglie tagliate, giacche di pelle e salopette di jeans, attualizzando alcune idee tipiche del grunge (ad esempio nel modo in cui Jisoo porta una gonna stone washed di Givency della collezione autunno-inverno 2022). Possiamo solo attendere con ansia ciò che ci porteranno le Blackpink nel futuro, ma per ora è chiaro che nessun altro gruppo al mondo è immerso altrettanto bene nel mondo della moda e del lusso.
Lil Nas X
Il più amato dagli stilisti
Il 2022 è stato un grande anno per Lil Nas X. Dopo avere percorso il red carpet dei Grammy in abito su misura di Balmain, agghindato di perle e con delle farfalle sul torace e sulle braccia, è salito sul palco per esibirsi nelle hit del suo disco d’esordio, Montero, con un look ispirato a Michael Jackson. «Ho sempre cercato di abbattere le barriere», ha detto in un video pubblicato per inaugurare la sua collaborazione con Coach, il brand di lusso di pelletteria che ha creato una serie di look per Nas per il Long Live Montero Tour. Insieme, Nas e il direttore creativo di Coach, Stuart Vevers, hanno ideato delle scenografie che raccontavano la storia della vita del rapper e la sua cavalcata folle verso la fama, con tanto di cavallo del logo di Coach che galoppava sul palco durante lo show. «I look che abbiamo creato per Lil Nas X esplorano il passato, il presente e il futuro», ha spiegato Vevers. «Si rifanno alla tradizione americana, filtrata attraverso il punto di vista divertente ed espressivo di Montero, combinando elementi senza tempo con altri futuristici». Avere un brand di lusso che crea appositamente per te dei look per una performance dal vivo è una cosa notevole, specialmente per un artista che è in giro solo da pochi anni. Ma questa non è che la punta dell’iceberg di ciò che Nas ha fatto con la moda. Pochi artisti sanno mescolare semplicità e ostentazione come lui, che passa da look da cowboy fuorilegge a tessuti dorati a corazze da sci-fi. E ci mostrerà ancora di più, del suo stile pazzesco, al Gov Ball più avanti quest’anno. «Lo stile è una forma di espressione dell’individuo», ha detto di recente. «Sento che per fare strada nella vita devi cambiare pelle più e più volte».
Rihanna
L'imperatrice della moda
Ci si aspetta sempre che Rihanna regali momenti unici destinati a diventare virali, ma l’anno scorso ha trovato un modo davvero estremo per attirare l’attenzione. Prima c’è stato l’annuncio della sua gravidanza, a fine gennaio, che ha dato mostrando la pancia durante una passeggiata a New York, vestita con capi vintage di Chanel e denim di Vetements. Un paio di mesi dopo è comparsa sulla copertina di Vogue in una tutina di pizzo su misura e scarpe col tacco Alaïa: una nuova celebrazione del suo corpo che mutava che ha dimostrato alle donne di tutto il mondo che potevano sfoggiare le loro gravidanze irradiando sensualità. La copertina di Vogue è stata anche un gesto di marketing intelligente per ricordare ai consumatori che la superstar del pop ha anche una propria linea di lingerie. Ma la sua mossa fashion migliore è stata durante la sfilata autunno-inverno di Dior, in cui si è presentata solo in reggiseno e biancheria intima, con slip neri di pizzo, un trench di pelle e stivali di Amina Muaddi. Quand’è apparsa l’evento si è letteralmente fermato, con gli sguardi di tutti i presenti rapiti da quel look. Quando le è stato chiesto conto del ritardo che ha causato, la sua risposta è stata perfetta: «Ma non mi dire».
Rosalía
L’armonizzatrice
Rosalía sa bene come bilanciare forza e dolcezza: basta pensare al suo album rivoluzionario del 2022, Motomami, e al tour fortunatissimo che l’ha seguito. «Volevo che il disco fosse un ottovolante emotivo, perché mi sentivo così in quel momento della mia vita», ha detto a Rolling Stone nella cover story che le abbiamo dedicato di recente. «Volevo esprimere quella dinamica, quella sensazione costante di toma y daca, dai e prendi». All’inizio di ogni concerto esce con un outfit su misura di Dion Lee, un look che rispecchia il feeling fortemente ambizioso e personale di Motomami. Il contrasto fra le spalline larghe in cuoio e la silhouette attillata, così come quello fra i colori forti e una scenografia in bianco e nero, esalta gli estremi musicali che Rosalía esplora nel corso del concerto. Ce n’è davvero per tutti i gusti, nel suo approccio alla moda, proprio come nella sua musica. Ha dimostrato il suo senso dell’armonia sul red carpet dei Latin Grammy dello scorso anno, dove si è presentata con un vestito di Miu Miu attillato, scarpe col tacco tempestate di perline, occhiali da sole oversize e capelli bagnati: un look chic con un tocco rock’n’roll. I look che Rosalía ha proposto nel corso dell’ultimo anno sono destinati a restare per decenni.
Doja Cat
La filosofa
Doja Cat recentemente ha definito il suo album Planet Her caos controllato: «Mi piace da impazzire piazzare generi diversi nello stesso disco o anche nella stessa canzone». Questa fissazione per il contrasto intelligente e studiato emerge in ogni cosa che fa. Doja ormai è un pilastro della cultura pop ed è strano pensare che la sua prima volta alla Fashion Week parigina sia stata solo nel 2022. «Lì ho potuto trasmettere l’idea che sono un’esploratrice di arte e moda», ha detto. Era in prima fila (fra la leggendaria Janet Jackson e Jaden Smith) alla sfilata del designer Thom Browne, con indosso un abito dalla fantasia simile a una cravatta. Durante la prima sfilata parigina del brand A.W.A.K.E. Mode s’è messa al centro dell’attenzione sfoggiando un completo a quadretti e body paint dorato. Il weekend precedente ha partecipato alla sfilata autunno-inverno di Monôt avvolta in un vestito nero tagliato e face paint da aliena. In qualunque contesto è in grado di rendere naturali le cose più estreme e stravaganti le più normali. «Mi piace esibirmi anche quando non sono su un palco», dice. «È divertente. La vita è troppo corta per avere sempre gli stessi capelli, sempre la stessa faccia».
Steve Lacy
La stella nascente
Come si passa dall’essere una star emergente del R&B a essere un vero e proprio fashion king? Nel caso di Steve Lacy lo si fa ignorando sfacciatamente lo status quo sartoriale. Il cantante di Bad Habit sa come crearsi un outfit, proprio come sa scrivere una hit. Nel 2023 poca gente è stilosa quanto lui. Lacy incorpora con naturalezza la moda nel suo personaggio, su e giù dal palco, e continuerà a farcelo vedere nel corso del suo tour di quest’anno, facendo dei vestiti un’estensione della sua identità artistica. Basta pensare a come ha catturato l’attenzione di tutti, lo scorso anno, con dei calzoni di Mowalola verniciati a bomboletta, scarponcini artigianali di R.G.B., acconciature scolpite di Malcolm Marquez e kilt di Stefan Cooke. Comprende i concetti di forma e proporzione e sa equilibrare l’originalità con la raffinatezza di un esperto navigato. Come se non bastasse, fa tutto da solo. «Ho un rapporto molto personale coi vestiti», dice. Lo dimostra il suo profilo Instagram, che si chiama Fitvomit, in cui ci mostra i suoi esperimenti in tempo reale (la descrizione dell’account recita: “Distinguersi dalla massa, non adeguarsi”). Come dice lui stesso: «Non mi piace essere una pubblicità vivente. Tutti possono indossare cose cool e di tanti brand diversi. Io faccio così».
La giuria:
Alastair Mckimm caporedattore, i-D; Albert Ayal fondatore e direttore creativo, Up Next Designer; Amanda Charchian fotografa; Arianne Phillips designer; B. Akerlund fashionista e designer; Brigitte Chartrand vicepresidente reparto acquisti moda donna, Ssense; Cliqua registi; Colm Dillane direttore creativo, Kidsuper; David Josef Tamargo CEO, Alligator Jesus; Dion Lee direttore creativo, Dion Lee; Doni Nahmias direttore creativo e fondatore, Nahmias; Edvin Thompson designer e direttore creativo, Theophilio; Eric Johnson fotografo; Federico Barassi vicepresidente reparto acquisti moda uomo, Ssense; Francesco Risso direttore creativo, Marni; Hannah Lux Davis regista; Ludovic de Saint Sernin direttore creativo, Ludovic de Saint Sernin e Ann Demeulemeester; Manu Rios attore; Marcus Correa direttore creativo e stilista; Mei Pang makeup artist; Nicola Formichetti direttore creativo e fashion director; Odunayo (Ayo) Ojo critico di moda e giornalista; Patti Wilson stilista e consulente; Raisa Flowers makeup artist; Silvia Prada artista e image director, Playgirl Magazine; Stavros Karelis fondatore e direttore reparto acquisti, Machine-A; Stuart Vevers direttore creativo, Coach; Tetsuya Akiyama artista e padrone, Grillz Jewelz; Willa Bennett caporedattore, Highsnobiety; Willy Chavarria fondatore e direttore creativo, Willy Chavarria.
Da Rolling Stone US.