In una nuova intervista alla BBC, Thomas Bangalter dei Daft Punk ha spiegato le ragioni della separazione del duo: «I Daft Punk erano un progetto che confondeva il confine tra realtà e finzione con questi personaggi robotici. È stato un punto molto importante per me e Guy-Manuel non rovinare la narrazione mentre stava accadendo».
Per poi proseguire: «Amo la tecnologia come strumento ma sono in qualche modo terrorizzato dalla natura del rapporto tra le macchine e noi. Ora che la storia si è conclusa, è stato interessante rivelare una parte del processo creativo che si è basata molto sull’uomo e non sugli algoritmi».
Secondo Bangalter, parte della ragione della distanza dalla musica elettronica è dovuta all’ascesa dell’intelligenza artificiale e sul suo utilizzo sulla creatività:
«Le mie preoccupazioni sull’ascesa dell’intelligenza artificiale vanno oltre il suo utilizzo nella creazione di musica. Nei Daft Punk abbiamo cercato di usare queste macchine per esprimere qualcosa di commovente, che una macchina non può provare ma un essere umano sì. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non dalla parte della tecnologia… Per quanto ami questo personaggio, l’ultima cosa che vorrei essere, nel mondo in cui viviamo, nel 2023, è un robot».
Il nuovo album di Bangalter, Mythologies, uscirà il 7 aprile