William è un chirurgo pediatrico di successo, un po’ severo e annoiato ma comunque con un’invidiabile vita a Londra, al fianco della sua bella moglie. Ma dal momento in cui incrocia lo sguardo di Anna a una festa, è condannato. Lui lo sa. Noi lo sappiamo. La cosa divertente di Ossessione, nuovo thriller erotico di Netflix in quattro episodi, sta nel vedere crollare tutto. Insieme a tutto quel sesso perverso e animalesco, si capisce.
Questa è una storia di amour fou in cui la lussuria travolge tutto ciò che incontra lungo la strada: famiglia, rispettabilità, fino alla sanità mentale. Il vero problema è che Anna (Charlie Murphy) è prossima alle nozze con Jay (Rish Shah). E William (Richard Armitage) è il padre di Jay. William non è solo soggiogato da Anna; è travolto dalla passione, cosa che Armitage rende evidente in ogni scena. Se all’inizio è un po’ preoccupato, presto diventa una sorta di zombie del sesso, quando dai semplici sguardi lui e Anna passano a qualsiasi tipo di coito: sul pavimento, contro il muro, in ginocchio, in piedi, legati, con la benda sugli occhi. I vestiti sono presto buttati al vento, la musica minacciosa parte, e questo è quanto. C’è persino un tango a Parigi. E non c’è mai nessun dubbio su chi dei due è al comando: Anna detta le regole e i termini del “gioco”; ed è molto più brava a separare i piani rispetto all’amante, il che significa che è capacissima di fare gli occhi dolci al futuro marito prima di sgattaiolare a scopare con suo padre.
Murphy, coi suoi occhi scuri e pungenti, il caschetto spettinato e un perenne broncio, è la star della serie, e la sua performance è l’unico motivo per cui Ossessione, adattamento firmato Morgan Lloyd Malcolm e Benji Walters del romanzo Il danno di Josephine Hart del 1991, è più che una serie semplicemente osé. Ha una sua intensità, grazie anche ad Armitage, che mette nel suo adultero ossessionato l’aria di un reduce di guerra. Ossessione sa bene che le forme più devastanti di passione sono completamente irrazionali, addirittura non verbali, e sicuramente prive di qualsiasi morale. La distruzione reciproca è inevitabile, come tutti i film noir ci insegnano. Non c’è modo di pensare o resistere a questa tentazione; questo ascensore è pronto a schiantarsi. (Il romanzo di Hart è già stato adattato a film nell’efficace Il danno di Louis Malle, del 1992, starring Jeremy Irons e Juliette Binoche.)
Anna ha una madre discretamente mostruosa (Marion Bailey, in un piccolo ma potentissimo ruolo) e un passato tormentato, due elementi che la portano sull’orlo dell’autodistruzione. “Le persone ferite sono pericolose”, dice a William, “perché sanno come si fa a sopravvivere”. Hai la sensazione che questa non sia la prima volta che la ragazza si trova in una situazione del genere. William, dall’altro lato, è un cervo spaventato davanti ai fari di una macchina in corsa, che a poco a poco diventa sempre più incurante verso moglie (Indira Varma) e figlia (Sonera Angel). Persino Jay, coi suoi occhi grandi e sinceri, è un semplice danno collaterale, nell’incidente che coinvolge il padre e la fidanzata. Tutto quello che circonda Anna e Jay si fa sempre più sfumato: i loro appuntamenti segreti finiranno per spazzare via tutto il resto del mondo.
Ossessione è sia una storia sia un sentimento, e il livello della produzione è piuttosto alto, considerati gli standard di progetti di questo tipo. La fotografia degli esterni come degli interni evoca quel misto di paura ed eccitazione. La colonna sonora di Anne Dudley mescola atmosfere pop con una tensione alla Bernard Herrmann. Per un thriller erotico targato Netflix, Ossessione dimostra una reale attenzione nei confronti della confezione, il che rende possibile prendere quello che guardiamo un po’ più sul serio. Ha un’allure dichiaratamente cinematografica.
È però quel genere di storia che ha problemi verso il finale: gli esiti non sono certamente all’altezza delle premesse (e delle promesse). Sappiamo fin dall’inizio che le vite dei due protagonisti saranno rovinate, ma resta tutto più teorico che messo realmente in pratica. Gli animali selvaggi che abbiamo visto in scena tornano al loro stato di esseri umani. I piaceri di Ossessioni sono fatalmente legati al peccato e alla tragedia. È così che opera Anna e, come lei, questa serie.