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Perché tutti parlano di Chiara Colosimo?

La nuova presidente della Commissione Antimafia è finita al centro delle polemiche per via di un'inchiesta di 'Report' incentrata sui suoi (presunti) legami con il terrorista dei NAR Luigi Ciavardini

Perché tutti parlano di Chiara Colosimo?

Chiara Colosimo

Foto di Riccardo Fabi/NurPhoto via Getty Images

«Tanto valeva che alla presidenza della Commissione Antimafia ci avessero messo Matteo Messina Denaro direttamente. La scelta di Chiara Colosimo è un brutto, bruttissimo segno, perché le sue relazioni con l’ex Nar Luigi Ciavardini, di qualsiasi natura siano, sono gravi. Io spero proprio che all’anniversario della strage del 2 agosto a Bologna non si faccia vedere». Le parole che Paolo Bolognesi, il presidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto 1980, ha scelto per commentare l’elezione della nuova presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo riassumono al meglio i contorni della polemica politica del giorno.

Ieri la deputata 36enne di Fratelli D’Italia è stata eletta con 29 voti a favore, e guiderà i lavori dell’unica commissione parlamentare in attività che abbia una funzione d’inchiesta. Il suo nome, però, ha generato tensioni e divisioni già da prima dello scrutinio: il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno deciso di non partecipare alla votazione per protesta. Il motivo è da ricercare nel passato di Colosimo, e in particolare nei suoi (presunti) rapporti con Luigi Ciavardini, ex terrorista neofascista dei Nuclei Armati Rivoluzionari, condannato in via definitiva per essere stato uno degli esecutori materiali della strage alla stazione di Bologna.

Del possibile collegamento tra Colosimo e Ciavardini si è parlato soprattuto in seguito a un’inchiesta di Report dello scorso 8 maggio, condotta da Giorgio Mottola e intitolata Ombre grigie – la si può recuperare qui.

L’inchiesta ruoto attorno all’associazione “Gruppo Idee”, fondata da Ciavardini per aiutare il reinserimento sociale delle persone detenute, sarebbe servita in realtà a far scarcerare ex terroristi e condannati per mafia. Nell’inchiesta si faceva anche il nome di Colosimo per i suoi presunti rapporti con il terrorista: si diceva che la deputata avesse appoggiato la candidatura di Manuel Cartella, dirigente di “Gruppo Idee” e socio del figlio di Ciavardini in una cooperativa di detenuti, a vice Garante dei detenuti della Regione Lazio. Nel servizio era stata mostrata anche una foto che ritraeva i due in compagnia – non è chiaro, però, quali legami, interessi o strategie possano unirli.

Dopo che la puntata era andata in onda, sul Fatto Quotidiano era stata pubblicata una lettera a firma dei familiari delle vittime di mafia e delle vittime delle stragi terroristiche, che si dicevano «sbigottiti» per la scelta di Colosimo alla luce di quanto emerso nell’inchiesta di Report. «È accettabile che si scelga, per un ruolo importante come la presidenza di una commissione parlamentare bicamerale, una persona che non si vergogna di avere rapporti con uno stragista che mai si è pentito? E, ancora, solo a noi appare evidente il gigantesco conflitto di interessi della probabile futura presidente?», hanno scritto nella lettera.

Colosimo sul punto si è sempre mostrata sicura, rigettando tutte le accuse nei suoi confronti. Dopo l’elezione, ha affermato di conoscere Ciavardini «esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un’associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene».