Arriva un momento nella nostra vita in cui il liceo, come tutte le cose belle e gli incubi, deve finire. E nel finale di Non ho mai…, l’intrepida cervellona Devi Vishwakumar (Maitreyi Ramakrishnan) è pronta a concludere il suo periodo alla Sherman Oaks High senza drammi e senza più essere vergine. E a dare il benvenuto ai ragazzi e al college dei suoi sogni: Princeton. Se solo fosse così facile…
Quando ha debuttato nel 2020, la serie di Mindy Kaling per Netflix (il co-creatore è Lang Fisher di The Mindy Project) chiedeva a preadolescenti e adolescenti alla disperata ricerca di un titolo non convenzionale: e se il personaggio principale fosse il peggiore in assoluto? E se però riuscissimo a farvelo amare comunque? La serie ha seguito la loser americana di origini indiane Devi – e le sue migliori amiche Fabiola (Lee Rodriguez), talentuosa fanatica della robotica, queer, ed Eleanor (Ramona Young), altrettanto talentuosa fanatica del teatro, etero – nelle loro avventure di liceali per fare sesso per la prima volta e abbandonare lo status di perdenti. Lungo la strada, Devi è diventata parte di un triangolo amoroso con un nuotatore figo, Paxton Hall-Yoshida (Darren Barnet), e la sua nemesi, Ben Gross (Jaren Lewison).
La quarta stagione si apre con un enorme cambiamento per Devi: ha finalmente perso la verginità con il suo rivale a tempo pieno e cotta part-time, Ben. È stato tutto quello che sperava, e per niente come se lo immaginava. Invece una mattinata imbarazzante e un’estate trascorsa separati proiettano Devi ancora una volta alla ricerca dell’amore e, naturalmente, di un’ambita lettera di accettazione a Princeton. Nel frattempo Paxton, dopo essersi diplomato, è costretto a fare i conti con una nuova verità al college: è un… perdente? Ci sono scatti di crescita, nuovi arrivati (Ethan, alias Michael Cimino), robot, un altro episodio narrato da Gigi Hadid e le famose esplosioni emotive in pubblico di Devi. Ma nell’umorismo slapstick c’è un vero tentativo di catturare la natura disordinata e arrapata della fine del liceo e del momento di dire addio, anche se non ti senti pronto.
Sono passati quattro anni mentre guardavamo Devi fare comicamente ma anche costantemente la scelta peggiore possibile, il tutto raccontato dalla voce della leggenda del tennis John McEnroe. E ciò che sembrava accattivante è diventato fonte di ansia nella seconda e terza stagione. Ad essere onesti, la serie ha iniziato a sembrare un gioco per telefonini. Devi, Paxton potrebbe essere preso da te: A) ci parli?, B) parli con i tuoi amici? o C) esci con lui un paio di volte e poi litighi a una festa innescando una reazione a catena che lo porta a essere investito da un’auto e rovinare per sempre le sue ambizioni nel nuoto agonistico? Quindi immaginate la mia sorpresa quando nella quarta stagione c’è Devi che sembra davvero imparare qualcosa.
Certo, prende ancora decisioni da testa calda, come urlare commenti sul pene di Ben nel corridoio abbastanza forte da uccidere le sue possibilità di una lettera di raccomandazione, avere un ragazzo che ruba il portafoglio della rappresentante di Princeton o dire una bugia infelice che si diffonde a macchia d’olio su quanti college della Ivy League l’abbiano accettata. Ma le sue decisioni e i suoi errori hanno delle motivazioni dietro. Guardare Paxton – che non è tanto adatto al ruolo, ma oh: è così bello – diventare il diplomato impacciato che frequenta ancora la scuola è inestimabile. E anche Fabiola ed Eleanor, i cui sogni una volta erano aspetti unidimensionali dei loro personaggi, possono fare scelte che danno loro nuova energia e più autonomia. Soprattutto, nove volte su dieci la serie scambia la risata facile con una trama che sembra misurata e ponderata. Devi sta crescendo, e forse Non ho mai… è cresciuta con lei.
Quando Maitreyi Ramakrishnan ha debuttato nella serie era un’attrice sconosciuta che aveva risposto a un casting aperto per il ruolo. Ora è un’interprete esperta e competente che infonde alle decisioni sfacciate di Devi e alle sue tirate pazze un’ansia di fondo e il desiderio di fare tutto al meglio. Nei panni di sua madre Nalini, Poorna Jagannathan è ancora una volta perfetta quando distribuisce punizioni e ci regala perle di saggezza con ironia ed eco emotiva. La fine del liceo è un momento cruciale che un sacco di serie hanno cercato di replicare, ma poche ci sono riuscite davvero. Non avrei mai immaginato di scrivere questo su una serie che sulla carta partiva come un memoir autoreferenziale di Mindy Kaling, ma Non ho mai… ce l’ha fatta. Come si dice addio a un titolo così complesso? Non lo si fa, si dice semplicemente: “Ci vediamo”. E grazie di tutto.