Aurora sembra un personaggio di Sussurri e grida (1972), o forse Fanny e Alexander (1982), tra i capolavori del regista svedese Ingmar Bergman. Può essere un caso oppure no, ma è proprio in Scandinavia – per la precisione in Norvegia – che la cantautrice Aurora (al secolo Aurora Aksnes) è nata e cresciuta, e di quel paesaggio nordico e incantato conserva il caschetto di capelli biondissimi e l’aria di una creatura eterea, capace di librarsi sulle nostre teste con la sua voce limpida ma potente. E adesso Aurora si prepara ad arrivare in Italia, portando con sé la poesia dei suoi testi e le atmosfere incantate della sua musica. A Ravenna Festival per l’esattezza, storico festival estivo della città romagnola, la cui missione è stata, fin dall’anno zero (1990), unire musica e poesia.
L’appuntamento con Aurora è per il 4 luglio alle 21:30 al Pala De André, per uno show che già si promette emozionante e potente. Insieme ad Aurora, protagonista della serata sarà infatti il suo terzo lavoro in studio, The Gods We Can Touch, uscito nel 2022 e dedicato, come dichiara il titolo, al sacro presente nel nostro mondo. Quella vibrazione magica e inspiegabile, che portò gli antichi Greci a personificare le forze della natura e le emozioni dell’uomo in un pantheon ricco di divinità. Sono proprio loro gli dèi a cui si rivolge Aurora: Atlante che regge il mondo sulle sue spalle (il brano di riferimento è Everything Matters, eseguito in duetto con Pomme), e poi Peitho, personificazione della seduzione e della persuasione, fino a Persefone, Prometeo, Afrodite e altri loro compagni.
The Gods We Can Touch è un album tenebroso ma trascinante, che invoglia a danzare come attorno a un fuoco in una fredda notte d’inverno boreale. Una preghiera per l’amore e l’umanità, quasi, e infatti anche la cantautrice ha dichiarato che «l’epoca in cui viviamo rende difficile essere umani. Chiediamo perdono per i nostri istinti e desideri, per la nostra natura, quando in realtà siamo perfetti così come siamo. Quest’album celebra tutto ciò di cui non dovremmo mai vergognarci». Una track in particolare va decisamente nella direzione della celebrazione: Cure For Me, dedicata da Aurora a tutti quelli che non si sentono accettati dalla società per quello che sono, con particolare riferimento alla comunità LGBTQ+. Il ritornello lo dice chiaramente: “but I don’t need a cure”, a me non serve una cura.
Ravenna Festival continuerà poi fino al 23 luglio con un ricco programma di ospiti. Il 30 giugno è il turno di Stefano Bollani, che porterà da solista il suo Concerto Azzurro insieme alla Filarmonica Toscanini diretta da Kristjan Järvi. Per la serata saranno in programma anche la Doctor Atomic Symphony di John Adams e 50/50, brano scritto a quattro mani da Järvi e Bollani.
Ravenna Festival si sposterà poi a Russi, dove la splendida cornice campestre di Palazzo S. Giacomo accoglierà la cantautrice del Mali Fatoumata Diawara (13 luglio) e Un rave classico con l’Orchestra Notturna Clandestina di Enrico Melozzi (15 luglio). Tanti altri ospiti per l’occasione, tra cui Niccolò Fabi e Giovanni Sollima.
Un trionfo di musica e condivisione, che culminerà nelle giornate di chiusura di Ravenna Festival (22 e 23 luglio), con ospiti rock e d’eccezione. Il 22 luglio saranno i Fast Animals and Slow Kids a calcare il palco del Pavaglione di Lugo, indossando un’inedita veste sinfonica. Infine, il gran finale del 23 luglio verrà affidato al guitar hero Mike Stern, a suggellare un’edizione di Ravenna Festival piena di grandi ospiti e momenti di pura emozione.
Il programma del Festival a questo link.