Lunedì, in occasione della Giornata contro le droghe, il commissario tecnico della Nazionale italiana Roberto Mancini ha espresso il proprio punto di vista sul tema. La sua tesi l’abbiamo sentita declinata in tutte le salse, e suona più o meno così: non esistono droghe leggere e droghe pesanti, ma solo droghe generalmente intese. L’ex calciatore, insomma, ha fatto proprio il nucleo centrale della legge Fini–Giovanardi, che dal 2006 disciplina l’uso degli stupefacenti e che ha cancellato l’equiparazione tra le cosiddette droghe leggere, quali l’hashish e la marijuana, e quelle pesanti, come l’eroina e in genere gli oppiacei, la cocaina, le anfetamine e gli allucinogeni.
La presenza dell’allenatore non era casuale: il CT, infatti, è stato scelto come volto della campagna proibizionista del governo contro le droghe. Nel nuovo spot televisivo realizzato dal Dipartimento per le politiche antidroga e dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Mancini prova a persuadere la cittadinanza a riporre cartine, accendini e grinder nel cassetto una volta per tutte. Come? Utilizzando delle parole che sembrano uscite dal peggiore dei romanzetti da autogrill: «Le droghe? Tutte le droghe fanno male. Solo con coraggio e determinazione si possono vivere le emozioni vere».
Il delirio del mister viene colto al volto da un gruppo di ragazzi dalla caratterizzazione improbabile, a metà strada tra un collettivo di animatori di Azione Cattolica e un gruppo di catecumeni in ritiro spirituale. «Hai visto Mancini?», chiede il primo Papa Boy in piena pubertà. «Facciamone uno anche noi!», replica l’amica. A questo punto i due, in compagnia di una terza Gen Z proibizionista, si riprendono mentre urlano all’unisono: «Le droghe, tutte le droghe fanno male». Mancini riceve il video su WhatsApp e risponde, in maniera un po’ fraintendibile, «Bravi, fatelo girare!». Che dire: buona visione.